30 settembre 2022

Soltanto la paura ci governa

Dal decadimento programmato del vivente alla sua rinascita spontanea

1. La paura colma il divario tra la realtà bugiarda e la realtà vissuta, tra l'economia fittizia e l'economia di base. Le cifre del governo aleggiano come droni sullo stato fatiscente di ospedali, scuole, trasporti e conquiste sociali.

2. La paura è diventata il baluardo più sicuro dei ricchi contro l'insurrezione sociale che minaccia di eliminarli. Questa paura, non si fermeranno davanti a nulla per rinnovarla e prolungarne la durata. Esperimentano su di noi come su dei topi da laboratorio preoccupandosi di sapere fino a che grado di rassegnazione e avvilimento sopporteremo i loro decreti senza reagire.

3. Le autorità statali e mondialiste hanno dapprima usato il pretesto di un virus, che un settore pubblico di salute e ricerca avrebbe messo sotto controllo se il principio di redditività non lo avesse rovinato. Diffuso con il nome di covid - martellato come una maledizione - il panico ha causato più morti del virus stesso. Per non parlare dei vaccini e degli pseudo-vaccini improvvisati nell'urgenza lucrativa. La fabbricazione del terrore presentava un doppio vantaggio. Nascondeva lo scandalo degli ospedali mandati alla malora e rafforzava l'autorità dello Stato, in via di costante indebolimento.

4. Avendo la protezione della sicurezza soppiantato quella della salute, ci si è proiettati su una guerra locale in cui il numero delle vittime non ha influito sui conti dei trafficanti d'armi, dei monopoli finanziari, degli Stati ridicolizzati dall'indigenza mentale dei loro leader. Il pericolo nucleare è stato frettolosamente riattivato. La strategia del capro espiatorio è stata rinnovata: filo-ucraini e filo-russi hanno rimpiazzato i pro-vaccino e gli anti-vaccino. La ridicola e sanguinosa farsa ha oscurato per un certo periodo l’instaurazione graduale di un Credito Sociale in stile cinese e la devastazione sociale causata dal tornado di denaro impazzito.

5. Ora è il turno dell'apocalisse energetico-ecologica. Mentre le mafie di Stato e globali stanno impunemente distruggendo il pianeta, s’intima al cittadino di risparmiare a favore di un sistema che, a forza di economizzare esso stesso gli esseri umani, li sta sprofondando sotto la soglia di una povertà indegna. Una polizia energetica, sponsorizzata da coloro che ne fanno un commercio vergognoso, avrà il potere di controllare la temperatura del riscaldamento delle case. Vedrete che, facendosi forti delle Commissioni Scientifiche che imputano alla flatulenza delle mucche un aumento dell'inquinamento, finiranno per tassare le scoregge. Del resto, chissà se un referendum, ampiamente sovvenzionato e ben sostenuto dai media, non sarebbe favorevole?

6. Di fronte a tante aberrazioni, la parte dell'opinione pubblica, ancora risparmiata dal lavaggio del cervello, ha ritenuto che fossimo governati da malati. Ciò significava, però, prestare un aspetto umano agli ingranaggi di un sistema che schiaccia il vivente. Ce ne siamo accorti molto presto: non sono i malati che ci governano, è la malattia. O più esattamente, la paura della malattia.

Supponendo che le famiglie volessero citare in giudizio i gestori della politica omicida di cui sono stati vittime i loro cari, si troverebbero al cospetto o di malati a responsabilità limitata, o di una Fatalità palesemente irresponsabile. Solo l'amnistia e l'amnesia possono colmare un tale vuoto giuridico. I precedenti non mancano: i crimini dei colonizzatori non sono mai stati giudicati.

7. L'enormità della menzogna al potere ha introdotto nel linguaggio dominante un'inversione di significato che Orwell chiama "neolingua". Coloro che sono convinti che “la libertà è la schiavitù” non avranno né pena né piacere nell'ammettere che ciò che profuma di salute e di felicità è il denaro, il profitto.

8. Vaghiamo in una terra di nessuno che separa una civiltà mortale che non smette di morire e una civiltà vivente che tarda ad affermarsi con coraggio. Oscuro è l'orizzonte bloccato dall'onnipotenza del denaro. La cosa più straziante è senza dubbio la facilità con cui il ticchettio degli ingranaggi che ci schiacciano diventa un ronzio. Ma le fusa del gatto non gli impediscono di svegliarsi di soprassalto.

Il peggior pericolo dell'avidità tentacolare non risiede nelle mafie delle armi, delle banche, della narco-farmacopea, del settore immobiliare, dei gestori di truffe. Sta nella corruzione delle coscienze. La povertà resiste male alle seduzioni dell'avere, acquisite a spese dell'essere. Se così tanti poveri diventano miserabili vendendosi al miglior offerente, significa che è possibile il contrario. Siamo a un punto della storia in cui si articola un movimento altalenante. La perdizione dell'avere restituisce all’essere la priorità che gli aveva tolto.

9. Grande è la tentazione di mobilitare la violenza che lentamente ma visceralmente sta crescendo nella popolazione. Il vanesio dell'Eliseo e i suoi camerieri addetti alle urine metterebbero volentieri in scena una parodia di guerra civile. Ma chi prenderà sul serio la loro follia? La retorica barricadiera brucia solo macchine e bidoni della spazzatura. Le guerriglie urbane e guevariste si sono screditate più per le loro vittorie che per le loro sconfitte. L'unica che dà ragione al potere è una sinistra che, dopo aver tradito il proletariato, si assolve dalle sue colpe muovendo guerra al fascismo in stivali di pelle, quando è ovunque in pantofole e cravatta. Se il retro nazismo rappresenta una minaccia, è perché prefigura una guerra di tutti contro tutti, in cui si libererebbe il traboccamento dei risentimenti accumulati. Le mafie globali ne trarrebbero vantaggio perché il caos favorisce gli affari.

Non bisogna sbagliarsi di lotta. L'attivismo antifascista il più delle volte si confronta con pagliacci psicopatici invece di prendersela con quelli che tirano i fili. A chi inquina, avvelena, devasta la terra e la disumanizza.

10. La rabbia scade facilmente in rimprovero. Non faremo che aggiungere la colpa individuale alla colpa collettiva stigmatizzando coloro che, lasciano entrare l’inquinamento e i pesticidi nelle loro cucine attraverso porte, finestre e rassegnazione. Nulla cambierà finché l'esaltazione ecologica si accontenterà di manifestazioni mondane invece di paralizzare le imprese responsabili dell'avvelenamento del cibo, dell’acqua, dell’aria, che uccidono più delle epidemie. Non invito qui a un attivismo aggressivo, penso piuttosto alle parole dell’umorista Gébé “Fermiamo tutto, riflettiamo e non è triste”. A questa ingenuità maliziosa e generosa, hanno inaspettatamente dato peso non indifferente i Gilet jaunes delle rotonde, delle strade e delle assemblee. La loro caparbietà ha deciso di accrescere questa importanza insospettata, stimolando la felicità degli individui e delle collettività. Ciò che sembrava chimerico, utopico, delirante conferma la sua realtà alla luce delle insurrezioni che infiammano le più diverse regioni della terra.

11. Detesto tutte le forme di militarizzazione, comprese quelle militanti, non per ragioni tattiche ma perché non si accede a una società viva con le armi di una società che uccide. Cerchiamo di essere chiari. Non ci lasceremo sgozzare, non cederemo alle forze dell'Ordine repressivo, non abbandoneremo i nostri territori liberati dal giogo del commercio se non per crearne altri.

Come dialogare con lo Stato quando il monologo è il suo unico modo di espressione? La situazione sembra bloccata. Non lo è. La storia ha più di un asso nella manica.

12. È bene che i dibattiti prioritari si allontanino dalle contese della sociologia, della critica-critica, dell'intellettualità che, per quanto emancipatrice sia stata in passato, si è raramente affrancata dal primato che la testa si arroga sul corpo pulsionale. Nella misura in cui l'autorità tradizionale crolla, abbandona sulle sponde del pensiero due funzioni disseccanti, derivanti dalla divisione del lavoro: la funzione intellettuale, prerogativa dei padroni, e la funzione manuale, riservata agli schiavi.

13. La nuova Coscienza sta gradualmente armando l'insolita guerriglia di una vita che, per molestie, verrà a capo dell'alienazione millenaria. L'emancipazione non deriverà da una moltitudine, ma da un piccolo numero d’individui autonomi e radicali. È "dall'interno"  attraverso la soggettività radicale  che eliminerà i piccoli uomini del calcolo egoistico e del loro individualismo gregario. L'abolizione della trasformazione in cosa  il cosiddetto processo di reificazione  inizia con la priorità del soggetto sull'oggetto, della vita sulla merce.

14. Nella misura in cui la speculazione borsistica s’impone come nuovo modo di predazione, l'accaparramento di beni  proprio del vecchio dinamismo dei capitani d'industria  è relegato in secondo piano e con esso un capitalismo che aveva abbandonato il produttivismo per un consumismo ritenuto più redditizio.

Una vuota opulenza mummifica il proprietario. Il godimento delle sue conquiste gli è rifiutato, perché l'arte del godimento è incompatibile con la gestione dell'avidità. L’avere è una perdita dell’essere. Mentre la noia “puritanizza” i poveri ricchi in seno a un edonismo di paccottiglia, l'impoverimento ci fornisce un deposito di armi: il godimento sta al mutuo aiuto come l'appropriazione alla predazione. Prenderne coscienza significa fondare società autonome e solidali su cui il capitalismo si romperà i denti.

15. La storia è a un bivio che segna un punto di rottura. Il proprietario è stanco dei suoi yacht, dei suoi jet, delle sue scopate mercenarie e altri fronzoli. L’avere rende la carne triste. I diseredati, invece, quando riescono a districarsi dalle loro difficoltà finanziarie, per respirare un po’ non hanno altro che l'aria libera dei godimenti gratuiti. Sentono con gioia che l'amore, la solidarietà, gli incontri festosi, il risveglio del pensiero contengono in germe l'annientamento della società del profitto. Sanno che la riscoperta del mutuo soccorso abolirà la predazione. Ciò non ha nulla a che vedere con una consolazione o una speranza, è ricchezza vissuta. È il più bel dono che i Gilet Gialli e gli insorti della vita quotidiana hanno offerto all'umanità.

L'abbondanza dell'essere abolisce l'avere. I morti viventi al potere regnanti e i becchini transumanisti, che li proteggono dalla luce, non avranno alcuna possibilità di capirlo finché l'alba della vita rinata non li avrà bruciati e ridotti in cenere.

16. Riapprendere a godere senza paura riconnette con la gioia di vivere. L'attrazione appassionata del vivente dà alla felicità un diritto di cittadinanza che rende caduche le obiezioni del puritanesimo, del disprezzo, dell'odio di sé e degli altri, che il Potere e il denaro nutrono abbondantemente.

A meno che non diventi un obbligo, il godimento è ciò che più sicuramente revoca la paura di godere da cui scaturiscono tutte le paure.

I bambini dovranno insegnare a vivere a chi non ha mai imparato altro che a invecchiare e morire.

17. L'emancipazione del genere umano sarà inseparabilmente sociale ed esistenziale. L'oppressione economica che ci aliena ha le sue radici nella nostra corazza caratteriale. Dalla nascita della civiltà mercantile, una corazza muscolare blocca i nostri impulsi vitali per metterli al lavoro. Inselvatichisce le nostre emozioni, le spinge a divorarsi a vicenda, alimenta i nostri intimi psicodrammi. Uno scatenamento di innumerevoli frustrazioni propulsa nel mondo i tratti più crudeli della barbarie e della disumanità. Tale è l'origine del riflesso di morte, tale è il nido dell'autodistruzione che ci perseguita e la cui assurdità ci sconcerta.

18. La macchina che ci distrugge è opera nostra. Sta a noi ridurla a niente. Attaccare i suoi meccanismi evita di guerreggiare con chi li mantiene e li lubrifica con il nostro sudore. Si rovina il profitto rendendo redditizio il suo decadimento. Rovinare la sua redditività favorisce il suo crollo.

19. L'impoverimento che ci minaccia incita a promuovere la gratuità, a recuperare la manna che la vita ci ha offerto, prima che gli ultimi dinosauri la mastichino ulteriormente. Che un popolo libero coltivi liberamente il giardino della terra! Il mutuo soccorso è una realtà poetica. Riunisce individui autonomi per affinità. Aprendosi alla libertà dei loro desideri, aprono brecce nella cittadella del potere mondiale, minato, del resto, dalle sue contraddizioni interne.

20. Non è la minore incoerenza del capitalismo imporre oggi un ascetismo che la frenetica promozione dell'edonismo di mercato insegnava ieri a ripudiare. Dopo averli persuasi ad accedere all'abbondanza mercantile, i governanti ingiungono ai poveri di essere sempre più poveri per salvare il pianeta. Come diceva un avvertimento dei rivoluzionari del 1789: “Ci prendete per fessi? Non ci riuscirete a lungo! »

21. La riflessione e la consapevolezza vanno oltre le parole d’ordine, per pertinenti che siano, come "Bruciamo le fatture!" "Non paghiamo più!" È giunto il momento di non disdegnare più i piccoli gesti che provocano un reale piacere. Aggiungono il loro peso vitale al rovesciamento di prospettiva. Aiutano a far fondere al sole della vita – che brilla giorno e notte – la glaciazione della paura, del senso di colpa, della corazza caratteriale. Il desiderio del cuore non rinuncia a nulla, non c'è nessuno che, nonostante la beffa della razionalità mercantile, non ne provi l'intima convinzione.

La potenza realistica del sogno non è estranea all'autorganizzazione del popolo al cuore dei movimenti d’insurrezione spontanea. Sogniamo che i lavoratori dell'elettricità, delle imposte, dei trasporti, della scuola, del settore sanitario, dell'agricoltura fomentino scioperi “per un mondo migliore” dove la gratuità rovina il profitto.

La creazione e la moltiplicazione di zone di alimentazione cooperative ci offrono un rimedio contro il rischio della carestia, sfuggono ai veleni dell'agricoltura industriale, rafforzano la potenza del mutuo soccorso e propagano un esempio d’insurrezione pacifica che protegge dalle rivolte della fame e dalla guerra di tutti contro tutti.

La proposizione “Lo Stato non è più niente, a noi d’essere tutto!” rivela qui, nella sua gravitazione esistenziale e sociale, la sua poesia pratica. 

Raoul Vaneigem, 19 settembre 2022 

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