Anche in questo caso, nemmeno a dirlo, la stretta di mano è arrivata in nome della comune battaglia alle fake news. Per raggiungere il loro obiettivo lo Stato, Google e le piattaforme social veicolano dallo scoppio dell’epidemia solo le notizie gradite, facenti parti di un’unica narrazione possibile. Proprio la nascita di questo accordo potrebbero aver scaturito gli episodi di censura, anche nei nostri confronti, che si sono registrati nel web in tutti questi mesi.
“Ci tolgono soldi per far figurare solo le loro notizie. E non le altre. Ecco dov’è la censura. È confessata”: questa la reazione di Fabio Duranti, che ha portato in diretta il patto siglato oltre un anno fa. Ecco il suo intervento ai microfoni di Francesco Vergovich a “Un giorno speciale”.
“Direttamente dal sito del Ministero della Salute noi scopriamo qualcosa che ci fa cadere dalla sedia. Che cosa scrive il ministro Speranza, che era già lui? Leggiamo: ‘In queste ore non facili è importante la corretta informazione. Google, con le sue ricerche, e YouTube, con i suoi video, possono far emergere notizie affidabili. Per questo è utile l’accordo fatto con il Ministero della Salute: ora le due piattaforme indirizzeranno verso il nostro sito tutti gli utenti che cercheranno notizie sul coronavirus’. Queste le parole del ministro della Salute, Roberto Speranza.
Cosa è successo? C’è stato un accordo con Google, YouTube, Facebook e Twitter: ‘Già nei giorni scorsi il Ministero della Salute ha stretto accordi con i rappresentanti di Facebook Italia e di Twitter per suggerire agli utenti che cercano notizie sul nuovo coronavirus il sito del Ministero’. La censura nella quale siamo incorsi anche noi e incorriamo ancora oggi perché ci siamo soltanto permessi di dire cose diverse da quelle che diceva il Ministero della Salute. Ovvero di parlare con i medici delle cure domiciliari, di spiegare che i farmaci antivirali funzionano, mostrare la scienza. Perché la scienza non ha un senso unico.

Quindi il Ministero della Salute confessa di aver fatto accordi con queste società, che non pagano le tasse in Italia, che prendono soldi e li versano a Paesi stranieri non pagando un ca*** qui da noi, a noi ci tolgono i soldi per far figurare solo le loro notizie. E non le altre. Ecco dov’è la censura. E’ confessata. Vengono reindirizzati, avete capito? Forse non vi immaginate la portata della gravità di questa cosa. E’ di una gravità inaudita!
Dove sei Presidente della Repubblica? Dove siete giudici? Dove siete magistrati? Dove siete? Ma soprattutto dove è la politica? Vergogna! Vi dovete solo vergognare”.
Cosa è successo? C’è stato un accordo con Google, YouTube, Facebook e Twitter: ‘Già nei giorni scorsi il Ministero della Salute ha stretto accordi con i rappresentanti di Facebook Italia e di Twitter per suggerire agli utenti che cercano notizie sul nuovo coronavirus il sito del Ministero’. La censura nella quale siamo incorsi anche noi e incorriamo ancora oggi perché ci siamo soltanto permessi di dire cose diverse da quelle che diceva il Ministero della Salute. Ovvero di parlare con i medici delle cure domiciliari, di spiegare che i farmaci antivirali funzionano, mostrare la scienza. Perché la scienza non ha un senso unico.

Quindi il Ministero della Salute confessa di aver fatto accordi con queste società, che non pagano le tasse in Italia, che prendono soldi e li versano a Paesi stranieri non pagando un ca*** qui da noi, a noi ci tolgono i soldi per far figurare solo le loro notizie. E non le altre. Ecco dov’è la censura. E’ confessata. Vengono reindirizzati, avete capito? Forse non vi immaginate la portata della gravità di questa cosa. E’ di una gravità inaudita!
Dove sei Presidente della Repubblica? Dove siete giudici? Dove siete magistrati? Dove siete? Ma soprattutto dove è la politica? Vergogna! Vi dovete solo vergognare”.
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