8 giugno 2020

Covid-19 positivo, anzi negativo, anzi chi lo sa?

Su una cosa paiono tutti d’accordo: che sul virus SARS-CoV-2 e sulla associata sindrome CoViD-19 si sa poco. Tutti d’accordo a parole, ma sempre pronti a smentirsi su alcuni corollari fondamentali:
1) Che i tamponi erano e restano inaffidabili[1],[2],[3];
2) Che i test sierologici erano e restano inaffidabili[4],[5],[6];
3) Che tamponi e test sierologici così inaffidabili non sarebbero mai stati accettati nella pratica clinica ed epidemiologica se non fosse stato per i diktat mediatico-politici.

Perché sette miliardi di umani si sono sottomessi, come pecore condotte al macello, alla più feroce e ingiustificata tirannia mai vista a livello globale?
La pandemia da SARS-CoV-2, mai dichiarata ufficialmente dall’OMS[7], è stata fin dall’inizio una panicodemia per il battage anti-cinese scatenato dal mainstream USA, subito imitato dalle succursali occidentali.

La panicodemia è stata costruita su numeri assolutamente inconsistenti perché ricavati da campioni di popolazione ultra-selezionati per criteri clinici e geografici, assolutamente non confrontabili fra di loro: non solo fra nazione e nazione, ma addirittura fra regione e regione, e fra laboratori della medesima regione. In Italia, quei numeri sono stati sparati ogni giorno nei “bollettini di guerra” della Protezione Civile, glissando sistematicamente sul fatto che la revisione delle cartelle cliniche da parte dell’ISS rivelava che, nel 96% dei decessi, preesistevano in media 3,3 patologie ben più gravi e che l’età mediana era di 82 anni (ultimo aggiornamento al 28 maggio)[8].

La Federazione degli Ordini dei Medici e Odontoiatri (FNOMCEO) pubblica la lista dei sanitari “caduti” nel corso dell’epidemia[9]. Quella lista, ufficialmente aggiornata al 4 giugno, è ferma ai 167 casi da me criticamente analizzati in un articolo del 17 maggio[10]. E’ vero che siamo in coda di epidemia, ma è anche vero che, ogni mese di ogni anno, statistiche alla mano, muoiono oltre 200 medici. Esempio: nel periodo gennaio-maggio dello scorso anno sono morti quasi mille medici, esattamente con le medesime caratteristiche (età avanzata e gravi patologie associate) di quest’anno. In almeno 167 di loro il decesso è avvenuto in concomitanza con una sindrome influenzale ma, giustamente, né la FNOMCEO né altri hanno trovato alcunché di anormale in quelle morti.

I politici di ogni nazione e di ogni livello, ascoltando i pareri di “esperti” veri o sedicenti tali, hanno adottato il fatidico “principio di precauzione” che per loro significa “preoccuparsi di salvare la propria poltrona” anche a costo di mandare in rovina milioni di famiglie e di attività produttive. Sulla “strage per colpa grave” della Lombardia si profilano mesi di roventi polemiche, in prevalenza per strumentalizzazione partitica, e poi magari una bella amnistia secondo l’altro consolidato principio del “cane non mangia cane”.

Errare humanum, perseverare diabolicum. Quasi tutti costoro perseverano, anzi, più la panicodemia si dimostra infondata, più costoro si arrampicano sugli specchi nel tentativo di difendere numeri indifendibili o di rimpallarsi le responsabilità per le stragi colpose. A livello mondiale fa scuola la sanguinosa battaglia sulla Clorochina, protrattasi per mesi soprattutto negli USA con le fazioni pro o contro Trump e ora approdata alla disfatta di una delle più “prestigiose” riviste mediche mondiali, la britannica Lancet[11],[12].
Qua da noi infuria la faida interna al “prestigioso” San Raffaele di Milano, fra professori veri che stanno coi malati e sedicenti professori che preferiscono i salotti dei talk show televisivi[13].

Ma anche i medici più competenti e dediti al malato, come Giuseppe De Donno con la plasmaterapia, contano ben poco nel confronto coi “baroni accademici”[14] e con gli intrallazzatori politici[15]. Contano ancor meno nel confronto con Big Pharma che non intende assolutamente mollare il boccone multi triliardario di un vaccino che, per definizione, sarà ancor meno efficace di quelli anti influenzali[16]. Così si giunge al paradosso di preoccuparsi se l’emergenza sanitaria svanisce troppo in fretta, prima che sia pronto il vaccino-truffa[17].

La pandemia non c’è mai stata ma la panicodemia sta funzionando talmente bene che, anche in fase di smobilitazione sanitaria, una quantità impressionante di umani resta sottomessa alle norme più inverosimili. Ristoranti e linee aeree sono ufficialmente riaperti ma quasi deserti, ancora solo per poche settimane o mesi: quanto basta perché la maggior parte di essi vada ad aggiungersi alla schiera delle imprese già fallite.

Con questo stato di cose, miliardi di umani faranno la fila per essere inoculati con qualsiasi porcheria, e sui loro cellulari le app di “biosicurezza” (leggi: controllo totale)[18] impazzeranno più di tutti i social messi insieme… Povero Orwell: nel giro di una generazione quei pochi che si ricorderanno di lui lo citeranno come un ingenuo dilettante.

Leopoldo Salmaso è medico specialista in Malattie Infettive e in Sanità Pubblica. In Tanzania ha coordinato numerose campagne per il controllo di epidemie VERE, in qualità di Esperto del Ministero Affari Esteri

[1] https://www.nature.com/articles/d41587-020-00002-2
[7] L’OMS non ha mai dichiarato ufficialmente lo stato di pandemia per CoViD-19. Tutto quello che abbiamo è una conferenza stampa in cui il DG Ghebreyesus dice: “Abbiamo valutato che CoViD-19 può essere caratterizzata come una pandemia”. Nessun documento scritto, protocollato, da parte degli organi competenti in base allo statuto dell’OMS: Assemblea Generale (art. 21a) o Consiglio Direttivo (art. 28i).

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