La coppia che ha presentato ha presentato la denuncia, Joanne e Gary Anderson, sostiene che Joanne ha sviluppato un tipo di cancro dopo aver usato la polvere per bambini di Johnson&Johnson. La giuria ha dichiarato che questo martedì dovrebbero ricevere un risarcimento di 21,75 milioni di dollari e, dopo aver deliberato sui danni punitivi, ha aggiunto 4 milioni di dollari a tale importo.
Nella Corte Superiore di Los Angeles, la donna dell'Oregon ha detto che era un'attiva giocatrice di bocce usava il talco da anni per le sue scarpe e le mani. Lo usava anche quando i suoi figli erano più piccoli per ridurre la dermatite generata dall'uso dei pannolini. Gli esperti della corte hanno calcolato che ha usato il talco più di 10.000 volte.
I medici hanno diagnosticato alla signora Anderson un mesotelioma pleurico, un tumore che si sviluppa nel rivestimento dei polmoni che è spesso correlato all'esposizione all'amianto o asbesto (dal greco asbestos = indistruttibile o inestinguibile, N.d.T: ). I due minerali sono in genere estratti l'uno vicino all'altro, sebbene dagli anni '70 sia stato vietato l'amianto nel talco utilizzato in tutti i prodotti di consumo. Johnson&Johnson afferma che il suo talco non contiene amianto.
La giuria ha dichiarato che J&J era responsabile per due terzi dell'importo compensativo e del 100% dell'importo punitivo. Altre società citate nella causa, tra cui Honeywell/Bendix, Borg Warner e Fel-Pro, devono incaricarsi del resto. Anderson ha detto che è stata anche esposta all'amianto quando ha visto suo marito lavorare nella sua auto.
"Siamo molto felici che i nostri clienti abbiano trovato una misura di giustizia, anche se nulla può davvero compensarli per quello che hanno perso, e i nostri clienti sperano che questo verdetto possa gettare luce su questo incredibile esempio di comportamento scorretto delle aziende", ha detto David Greenstone, uno deigli avvocati dei querelanti in una dichiarazione.
Nessun commento:
Posta un commento
Avvertenze da leggere prima di intervenire sul blog Voci Dalla Strada
Non sono consentiti:
- messaggi pubblicitari
- messaggi con linguaggio offensivo
- messaggi che contengono turpiloquio
- messaggi con contenuto razzista o sessista
- messaggi il cui contenuto costituisce una violazione delle leggi italiane (istigazione a delinquere o alla violenza, diffamazione, ecc.)