7 febbraio 2018

Lo sviluppo sostenibile è possibile. Ma molto lontano

© Science Photo Library RF / AGF
Continuando con l'attuale modello di sviluppo per garantire una vita soddisfacente a tutta la popolazione mondiale servirebbero da due a sei volte le risorse biologiche e ambientali del pianeta. Soddisfare i bisogni sociali globali richiede una radicale ristrutturazione delle infrastrutture, delle tecnologie, delle istituzioni e dei mercati
Nessun paese al mondo oggi soddisfa i bisogni fondamentali dei suoi cittadini mantenendo  lo sfruttamento delle risorse a un livello sostenibile. La  conclusione è di uno studio pubblicato su "Nature Sustainability" da un gruppo di ricercatori dell'Università di Leeds, secondo i quali, in assenza di cambiamenti radicali, per raggiungere gli obiettivi di sviluppo umano universale fissati nel programma Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite servirebbero da due a sei volte le risorse biologiche e ambientali del pianeta.

Per assicurare un benessere umano sostenibile ed equo a livello globale, spiegano i ricercatori, è necessario spostare l'agenda dello sviluppo, oggi centrata sulla crescita, verso un modello economico che riduca drasticamente il livello di sfruttamento delle risorse, con una imponente ridistribuzione della ricchezza e una "decrescita" dei paesi più ricchi.

"Solo i bisogni fondamentali, come la nutrizione, le strutture igienico-sanitarie e l'eliminazione della povertà estrema, potrebbero, molto probabilmente, essere raggiunti in tutti i paesi senza superare i limiti ambientali globali", ha detto Daniel O'Neill, primo autore dell'articolo."Purtroppo, lo stesso non vale per altri obiettivi sociali che vanno oltre la sussistenza di base, come l'istruzione secondaria e una elevata soddisfazione della vita."

O'Neill e colleghi hanno individuato per ogni nazione 11 indicatori di benessere (relativi a nutrizione, sanità, reddito, accesso a energia, educazione, misure di sostegno sociale, uguaglianza, livello democratico, lavoro, aspettativa di vita in buona salute e soddisfazione del proprio livello di vita) e li hanno correlati con sette indicatori biofisici (dalle emissioni di CO2 al consumo di biomassa, di fertilizzanti, ecc.) che esprimono la pressione pro capite sull'ambiente di ciascun paese per assicurare il proprio livello di vita.

L'analisi dei dati ha mostrato che nessun paese ha buone prestazioni sia dal punto di vista ambientale che da quello sociale. In generale, maggiore è il numero di indicatori sociali soddisfatti, maggiore è il numero di indicatori biofisici che non soddisfano la soglia della sostenibilità, e viceversa.

Per esempio, gli Stati Uniti raggiungono la soglia associata a una vita soddisfacente in 9 degli 11 indicatori sociali, ma superano il limite pro capite di consumo delle risorse per tutti e 7 gli indicatori biofisici. Al contrario, i paesi che usano le risorse a un livello sostenibile, come lo Sri Lanka, non riescono a soddisfare i bisogni fondamentali del loro popolo. Unica eccezione a questo quadro desolante è il Vietnam, che riesce a raggiungere la "sufficienza" in sei indicatori sociali violando un solo limite biofisico. (L'Italia soddisfa sei indicatori sociali violando cinque indicatori ambientali.)

Il centro di Ho Chi Minh City. Il Vietnam è il paese che attualmente soddisfa il maggior numero di esigenze sociali infrangendo il numero minimo di indicatori di sostenibilità ambientale. (© hemis / AGF)
"Se si vuole che tutti possano condurre una buona vita entro i limiti del pianeta, i sistemi di approvvigionamento delle risorse devono essere radicalmente ristrutturati per consentire di soddisfare i bisogni di base con un livello di utilizzo delle risorse molto inferiore all'attuale", ha detto Julia Steinberger, coautrice dello studio. "Sono necessari cambiamenti radicali. Si tratta di andare oltre la ricerca della crescita economica nei paesi ricchi, passare rapidamente dai combustibili fossili alle energie rinnovabili e ridurre in modo significativo le disuguaglianze."

Fonte: http://www.lescienze.it/

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