17 novembre 2017

Un calcolo matematico, una pizza e un microscopio

Che la medicina non sia una scienza esatta pare essere cosa troppo ardua da comprendere, nonostante sia dimostrato dagli stessi manuali di medicina e ammesso anche da qualche medico onesto – pochi che sono – rimasto in circolazione. Siamo però fiduciosi che almeno si conosca un altro detto storico, così suonante: la matematica non è un’opinione. Rimarcato questo inconfutabile dato di fatto (2+2, ad esempio, fa’ sempre 4) accingiamoci a fare un piccolo giochino matematico di semplici calcoli.
I genitori cosiddetti “no-vax”, “free-vax” o tutto ciò che vi pare, aumentano a dismisura in Italia; certamente la legge 119/2017 ha dato una mano a rendere presente un bacino di genitori dissidenti molto più ampio. L’obbligo, la coercizione indiscriminata, hanno mosso le coscienza anche di coloro i quali non avevano ben chiaro l’attentato alla famiglia che minuziosamente si andava preparando. I numeri salgono, le forze crescono. Anche questo rientra integralmente nei calcoli matematici: più si è, più si è forti – a meno che non si tratti di una forza retta da tanti sprovveduti.
La domanda diventa molto semplice: cosa vogliamo fare e cosa speriamo, noi, per i nostri figli?
Chiunque pensi che le manifestazioni di ogni sorta possano abbattere una legge che è stata voluta a livello internazionale – l’Italia fungendo da banca per la sperimentazione dei vaccini – e non certo da un Ministro qualunque, passa come illuso. Né una Corte, né una marcia su Roma fermeranno questa legge: possiamo starne certi visto che gli accordi stanno a monte. L’industria del farmaco ci ha scelti, e noi dobbiamo obbedire in quanto fedelissimi all’europeismo mondialista che l’America ci chiede su ordine delle biobanche.
Siamo la valvola di sfogo di Washington, dove la Sig.ra Lorenzin, insieme al neo-promosso Raniero Guerra, hanno siglato il pattaccio: vaccini ed esperimenti su bambini e anziani per poi chiudere il resto della popolazione con la morsa del cosiddetto “sandwich”.
Nulla per cui sperare, dunque. Piuttosto, se si vuole ottenere veramente qualcosa quantomeno per avvalersi di una certa autodeterminazione, è bene condurre la battaglia sul piano informativo e, soprattutto, sul piano scientifico. Ma di quella scienza che si collega al realismo: è vero solo ciò che è, in quanto è e per quel che è. Ergo: se un vaccino è inquinato, ed un microscopio lo dimostra, vuol dire che quel vaccino possiede per sua stessa composizione una percentuale di rischio al quale espone tutte le persone a cui verrà inoculato.
Scienza, coscienza, informazione priva di sentimentalismo o appartenenza associativa e politica. Questi sono i requisiti per combattere la buona battaglia.
Se vogliamo difendere i nostri figli dobbiamo impegnarci in questo, anzitutto aiutando chi ci può aiutare. I dottori Gatti e Montanari non conducono le loro ricerche per se stessi – che di vaccini non penso abbiano oramai bisogno – ma su richiesta di tutti coloro che, continuamente e senza sosta, si chiedono cosa devono fare con i propri figli. Lo fanno anzitutto per i bambini, per tutti quei bambini che sono vittime di folli scelte ( in questo caso obblighi ) degli adulti. Partendo dal presupposto che questo tipo di sostegno non può mancare – pena la poca credibilità – proviamo e passiamo ora a fare il nostro giochino.
Una pizza a settimana, al giorno d’oggi, non tutti possono permettersi di mangiarla. Tuttavia più o meno tutti possono ancora permettersi di mangiarsela una volta al mese. Mettiamo che si trovi una pizzeria dove una pizza accompagnata da una buona birra costi il totale di 10 euro.
Altro esempio prima di tornare alla pizza: il fumo è un vizio, e anche il più povero degli operai, con famiglia a carico e tasse da pagare in continuazione, non si priverebbe mai di tale vizio ma troverebbe sempre il modo con cui pagarselo. Mettiamo pure che sia un vizio moderato, un vizio da due pacchetti di sigarette al mese. Ebbene, questi due pacchetti al mese dell’operaio no-vax gli costerebbero 10 euro.
Ad una manifestazione per “la libera scelta” come quella di Pesaro si parlava di 40.000 persone presenti (!!!). Anche in questo caso mettiamo che i numeri fossero stati arrotondati un po’ troppo per eccesso, e ipotizziamo quindi un 10.000 persone in meno: ci risulta 30.000.
Ora, se 30.000 persone ( e forse avremmo numeri anche più alti visto che comunque non tutti i potenziali “no-vax”, “free-vax”, ecc. saranno potuti essere presenti a Pesaro ) rinunciassero – per un solo mese!!! – ad una pizza o ai due pacchetti di sigarette, devolvendo quei 10 euro alla scienza, garantendo l’acquisto di un microscopio capace di dimostrare la verità sui vaccini, sull’inquinamento e su tante altre cose, sapete quale cifra raggiungeremmo, sempre secondo un semplice calcolo matematico? Ve lo dico io: 300.000 euro.
E sapete se lo facessimo di nuovo, pur alternando i mesi per non privarci troppo della pizza e del tabacco, cosa succederebbe? Che con 20 euro a testa dilazionati in tre mesi avremmo raccolto 600.000 euro puliti. Uguale: microscopio, spese di installazione, mantenimento e avvio delle ricerche quotidiane da parte dei due scienziati.
Di cosa stiamo parlando?
Cosa stiamo aspettando? Chi si lamenta senza fare nulla, perde ipso facto il diritto di lamentarsi. Mangi la pizza, e fumi pure le sigarette, ma smetta di lamentarsi.
A noi “la libera scelta”.

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