6 giugno 2017

Il dovere di ascoltare chi chiede "vaccini liberi"

Vaccinazioni
'Quando migliaia e migliaia di persone, madri, padri, bambini, nonni e nonne, scendono in piazza in così tante città italiane, prima di giudicare c'è una cosa da fare: ascoltare'
Quando migliaia e migliaia di persone, madri, padri, bambini, nonni e nonne, scendono in piazza in così tante città italiane, prima di giudicare c'è una cosa da fare: ascoltare. E questo compito spetta in primo luogo al governo. Che sicuramente ha il dovere di assumersi responsabilità e di prendere decisioni che possono apparire impopolari ad una parte degli italiani. Ma così come avviene per tutte le questioni di interesse collettivo, non si comprende perché non si possa fare anche e soprattutto sui problemi più delicati, che coinvolgono milioni di famiglie. Come appunto sono i vaccini, un "tema" ultra sensibile.

Ascoltare non vuol dire condividere. Non c'è alcun pericolo di "contagio" nel sentire cosa dicono questi cittadini, anche se, e senza dubbio, sono una minoranza, perché oltre il 90 per cento degli italiani è convintamente favorevole alle vaccinazioni. E siccome siamo in un momento cruciale per le scelte nazionali di politica vaccinale - il passaggio del decreto a legge - a maggior ragione il ministero della Salute dovrebbe incontrare i "free-vaxx". I quali, peraltro, giustamente protestano con chi li definisce contrari ai vaccini.


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Da tempo sostengo che questa è una semplificazione, superficiale, escludente, che fa molto comodo a chi neanche lontanamente vuole sentire le ragioni dei genitori che protestano. Ma le madri, i padri oggi in piazza, amano i loro figli né più né meno dei genitori vaccinisti convinti. Però hanno qualche apprensione, qualche paura in più, perché magari i figli di loro amici sono rimasti danneggiati dai vaccini. In questi casi non basta dire "non abbiate paura", "i vaccini si fanno e basta", "i danni sono rarissimi". Bisogna compiere un passo più. Senza salire in cattedra per dire "con voi non ci parlo".

La necessità del confronto è fondamentale soprattutto adesso che si sta determinando una svolta forte nella politica vaccinale nazionale. Perché il decreto - sul quale ho già scritto e non mi dilungo - impone di eseguire 12 vaccini obbligatori. Ora a parte che metà Europa non ha obblighi, questa accelerata verso una profilassi totale, mette l'Italia praticamente al primo posto nel mondo per la quantità di vaccinazioni obbligatorie. E siccome nessuno ha spiegato le ragioni di questo improvviso - e secondo me improvvido - salto in avanti, si ha il dovere di sentire la voce dei cittadini.

Di solito chi governa è pronto ad ascoltare chi conta, come i partiti, i sindacati, le istituzioni..E gli italiani che si auto difendono non hanno alcun diritto? Possono esprimersi solo attraverso la Rete oppure con le manifestazioni di piazza?

Alle migliaia di persone che protestano, anche rumorosamente, non si può e non si deve sbattere la porta in faccia. Un simile comportamento sarebbe sbagliato e farebbe inasprire gli animi inutilmente. Come è sbagliato trattare questi cittadini da disinformati, anti vaxx, creduloni, complottisti, propagatori di bufale...Anche perché non stiamo parlando di ignoranti bensì di persone molto spesso acculturate.

A proposito di bufale, le bombe carta delle ultime ore non erano tali. Meglio così. Ma non erano fake news le minacce che sono, come ho già scritto, inaccettabili. Non c'è dubbio che qualcuno cerchi sempre di soffiare sul fuoco. E i comitati free-vaxx hanno preso chiaramente le distanze dai gesti violenti. L'augurio è che la situazione non si inasprisca. Per evitarlo serve l'impegno del governo, dei partiti, delle istituzioni sanitarie (talvolta arroccate in modo miope e indisponibili ad ogni discussione), di chi fa informazione (e spesso disinformazione), degli stessi free-vaxx. D'altronde stiamo parlando o no del più importante intervento di salute pubblica?

di Guglielmo Pepe
Fonte: Repubblica.it

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