7 maggio 2017

Francia: Può la finanza dirigere direttamente lo Stato?

Emmanuel Macron, presidente della Francia
In Francia, ridotto al nocciolo, il gran dilemma è se il Potere Politico debba essere esercitato direttamente dalla Finanza. E se tutti debbano obbligatoriamente subirlo. La questione di fondo riguarda la liceità della permanenza di governi che agiscano come baluardo delle maggioranze sociali contro il potere del denaro, ormai sofferente di elefantiasi.

Putin riunì i nuovi oligarchi russi venuti dal nulla, ossia dalla liquidazione a prezzi simbolici della totalità del patrimonio nazionale. e disse loro con forza: "Voi avete già il potere economico, non potete far vostro anche il potere pubblico. O fate i politici oppure gli uomini d'affari".

L'arroganza delle elites globaliste impone loro di giocare a carte scoperte. Per far propri i governi nazionali, stanno declinando il noleggio -al pari di un taxi per una tratta- di politici disprezzati. Preferiscono lanciare nell'arena direttamente elementi del loro milieu più intimo. Per loro, il governo è meglio avercelo, ad ogni costo. Altri, pur credondo di contrapporsi, non hanno la stessa lucidità o feroce determinazione.

Uno spareggio tra Jean-Luc Melenchon e Marine Lepen avrebbe schiarito profondamente il panorama. Sono  emerse due forze sociali, profonde e radicate, di segno dichiaratamente anti-globalista. Hanno la forza d'urto della metà del popolo francese. Le forze della sovranità e quelle dell'equità sociale sono il nuovo fantasma che agita quelle elites rassegnate alla sudditanza.

Scongiurato questo terrificante scenario, l'indotto mediatico lancia anatemi, ricicla tabù vetusti e formule logore, simili al "non può non vincere la Clinton!". Sulle rive della Senna, invece, resuscitano un originale "antifascismo senza fascisti" Gli sforzi, pertanto, convergono sull'esaltazione dell'unica virtù di un Macron in chiave di "male minore". Questo sospetto minimalismo racchiude varie menzogne.

Sotto accusa non è un fantasmatico "fascismo", ma il retaggio di 30 anni di globalismo, con conseguenze  perniciose nella quotidianità civile. Il bilancio è assai negativo, si invocano barriere di contenzione e mappe per dischiudere i percorsi possibili al "post-neoliberismo"

E poi, si diffonde vieppiù la convinzione che il male assoluto è il globalismo. All'Eliseo può accomodarsi solo uno designato dalla finanza? In nessun caso un sovranista (di nessuna sfumatura)?

In ogni caso, se i fatti smentissero i sondaggi, è scontata una maggiore destabilizzazione con l'applicazione delle molteplici varianti di "rivoluzione colorate", utilizzate persino in casa contro Trump (fino alla sua domesticazione).

E' utile ricordare che i globalisti riconoscono validità solo alle elezioni che vincono. Le altre no.  


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