28 marzo 2017

Israele ama le guerre

Non c'è altro modo per leggere il rapporto del Controllore dello Stato di Israele, sulla guerra a Gaza nel 2014 e non vi è conclusione più importante da trarre.
Israele ama le guerre. Ne ha bisogno. Non fa nulla per impedirle, e a volte le provoca. Non c'è altro modo per leggere la relazione del Controllore di Stato sulla guerra di Gaza nel 2014 e non vi è una conclusione più importante da trarre.
Tutto il resto - i tunnel, il Consiglio Nazionale di sicurezza, il gabinetto e i servizi di intelligence - sono fesserie, niente di più che degli sforzi per distrarci dalla cosa principale. La cosa principale è che Israele vuole la guerra. Ha respinto tutte le alternative, senza nemmeno discuterne, senza mostrare per esse alcun interesse, per soddisfare il suo desiderio.

Israele ha voluto le guerre anche in passato. Dalla guerra del 1948, tutte le sue guerre avrebbero potuto essere evitate. Erano chiaramente guerre volute, anche se la maggior parte non avrà avuto alcuna utilità e alcune di esse hanno anche causato danni irreparabili. Molto semplicemente, Israele le ha innescate. 
A volte le guerre sono state imposte, ma, anche in questo caso, avrebbero potuto essere evitate, come quella del 1973. Alcune di queste guerre hanno messo fine alla carriera di chi le ha attivate, eppure di volta in volta Israele sceglie sempre la guerra come la prima opzione. E' certamente possibile trovare una spiegazione razionale del fenomeno, ma il fatto è che ogni volta che Israele va in guerra, riceve il sostegno ampio, automatico e indiscriminato dell'opinione pubblica e dei media. Quindi non è che il governo e l'esercito amano la guerra. Tutto Israele ama la guerra.

La cosa è dimostrata dal fatto che le commissioni d'inchiesta pubblicano rapporti quasi identici dopo ogni guerra - la Relazione sulla guerra di Gaza è quasi un plagio del rapporto della Commission Vinogradov dopo la seconda guerra del Libano nel 2006. ("La guerra è stata dichiarata in fretta e in modo irresponsabile"). Quando nulla si impara e tutto si dimentica,  è chiaro che qualcosa di forte spinge Israele verso la guerra.

E' quasi lo stesso modo in cui è accaduto nel periodo estivo di "Operazione margine di protezione", quando non c'era assolutamente alcun motivo per iniziare questa guerra. Ed è così che accadrà nella prossima guerra che si nasconde all'orizzonte. Che peccato che l'"allarme rosso" di martedì, nel sud, era un falso allarme. Era quasi un'opportunità per sferrare un colpo sproporzionato su Gaza, nel modo così apprezzato dal ministro della Difesa Avigdor Liemerman e Israele; era il tipo di incidente ideale per portare Israele in una nuova guerra.

Il suo scenario è già manifesto, i suoi sostenitori entusiasti non perdono nessuna occasione per incitare e la sua storia è simile a quella della guerra coperta dai rapporti del Controllore di Stato. Anche la prossima guerra sarà oggetto di un rapporto. Voi ed io la prossima guerra, e il prossimo rapporto.

E' ragionevole supporre che la prossima guerra scoppierà a Gaza. La sua giustificazione è già pronta. L'orrore dei tunnel, che è stato gonfiato nelle proporzioni grottesche di una guerra nucleare globale, è stato creato per questo scopo. Strumenti di combattimento primitivi sono sufficienti per creare l'alibi perfetto per la guerra. E, come nella precedente operazione, "Operazione margine di protezione", nessuno si prende il tempo per chiedere: Che dire di Gaza in tre anni da oggi, non sarà più abitabile per l'uomo? Come ci aspettiamo che risponda alla luce del pericolo esistenziale affrontato dai suoi abitanti? Perché tanta fretta? Abbiamo tempo. Nel frattempo, si può distruggere Gaza una o due volte.

Gaza vizia Israele con guerre di lusso. Non c'è nulla che Israele ama più di una guerra contro un esercito inesistente, nei confronti di persone che non hanno la minima copertura aerea, senza armatura e senza artiglieria, solo un esercito di piedi nudi e tunnel, che permettono ad Israele di impegnarsi in storie grandiose di eroismo e di dolore. Bombardamenti israeliani contro indifesi, che per un motivo o un altro, chiamano guerra, con perdite minime per Israele e massime per i Palestinesi - E' così che ci piacciono le nostre guerre.

Il Controllore di Stato ha osservato che il governo non aveva discusso alternative alla guerra. Avrebbe dovuto essere un grido che riecheggia da un capo all'altro del paese, ma è stato inghiottito dal nonsense dei tunnel. Ogni bambino a Gaza sa che esiste tale alternativa, che se Gaza si apre al mondo, sarà diverso. Tuttavia, per questo sono necessari leader israeliani coraggiosi, ma non ce ne sono. Masse di israeliani sono necessarie per dire un "no" inequivocabile alle guerre - ma non ci sono nemmeno quelle. Perché? Perché Israele ama le guerre

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