Zeon era salito alla ribalta della cronaca perchè il suo lavoro grafico risalente al 2006-2011 venne giudicato inammisibile, dapprima dai media e poi dalla polizia. Zéon finì in carcere, criminalizzato per la sua critica corrosiva di Israele e la repressione indiscrimanata che applica ininterrottamente a danno dei Palestinesi.
E' davvero curioso che la giustizia francese che riconosce la piena libertà di espressione a Charlie Hebdo, ai suoi attacchi velenosi contro gli arabi e la religione cristiana e musulmana, metteva sotto accusa Zéon che ha come bersaglio il sionismo e la politica espansionista di Tel Aviv. La "libertà d'espressione", evidentemente, è selettiva e differenziata, e varia secondo i casi.
"Ho fatto quei disegni in risposta ai bombardamente di Israele su Gaza" ha detto l'artista ai giudici.




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