Diego Armando Maradona, la stella del calcio che una volta ha detto “l’ingiustizia mi indigna” e ha sostenuto la difesa dei diritti umani in Myanmar (Birmania) e si è congratulato con la presidente delle Nonne della Piazza di Maggio quando ha ritrovato il suo nipotino, utilizza nuovamente la sua immagine per giustificare l’occupazione del Sahara Occidentale, ove dal 1975 avvengono centinaia di sparizioni forzate.
Per il secondo anno consecutivo Maradona si recherà a El Aaiún per partecipare alla celebrazione dell’anniversario della “Marcia verde”, con la quale il Marocco ha iniziato la sua invasione del Sahara Occidentale che la Spagna ha abbandonato senza procedere alla sua decolonizzazione. L’idolo argentino del calcio parteciperà ad una partita d'esibizione organizzata dalla Federazione calcistica reale del Marocco e la sua presenza servirà al regime marocchino per proclamare la propria sovranità sul Sahara occidentale, riconosciuta da nessun paese.
La presenza di Maradona nella vecchia colonia spagnola ove numerosi casi di tortura sono stati riportati dalle organizzazioni internazionali dei diritti umani come Amnesty International, Human Rights Watch, il Centro Robert F. Kennedy e la Rete Euromed si contrappone a certe sue performance precedenti.