8 settembre 2016

VOTE OFF: Il film censurato

Algeria: il film Vote off censurato agli Incontri di Cinema di Bejaia
Comunicato stampa
Annullata la proiezione del film “VOTE OFF”
L’associazione Project’heurts, organizzatrice dei Rencontres Cinématographiques di Bejaia, annuncia con ramarrico che il film “Vote Off”, realizzato da Fayçal Hammoum e prodotto da ThalaFilms, inizialmente previsto per giovedì 8 settembre 2016 alle ore 17 non ha ottenuto il visto culturale per essere proiettato. Divieto ai sensi della legge nr. 11-03 del 17 febbraio 2011 riguardante la cinematografia, decreto 13-276. L’associazione Project’heurts si vede costretta ad annullare la proiezione del film. 

L’associazione Project’Heurts, attaccata in modo del tutto particolare ai valori della democrazia e della libertà di espressione e di creazione, ha deciso di aprire un dibattito sulla legge cinematografica, sulla libertà d’espressione in Algeria giovedì ore 17, che sarebbe dovuta essere l’ora della proiezione del film “Vote Off”, in presenza del realizzatore e del produttore del film.
Il presidente 
A. Hochiche

Lettera del realizzatore di Vote Off, Fayçal Hammoum

Gentili Signore, Egregi Signori,
Artisti, giornalisti, spettatori, curiosi, cittadini amanti della cultura e amici di tutti i tipi, è con immensa tristezza che mi rivolgo a voi oggi.

Infatti alcuni giorni fa ho ricevuto una chiamata di Abdenour Hochiche, direttore dei Rencontres Cinématographiques di Bejaia il quale mi annuncia alla mia sorpresa che il mio film documentario intitolato “Vote Off”, girato due anni fa ad Algeri durante le ultime elezioni presidenziali e prodotto da Thala Films, non potrà essere proiettato questo giovedì, 8 settembre, in occasione di questi incontri, come previsto inizialmente. Il motivo: il ministero della cultura algerino rifiuta di dare un’autorizzazione di proiezione. Questo documentario che tratta delle elezioni presidenziali è stato l’unico film di tutto il programma a non ottenere questa autorizzazione (la quale introduzione, ricordiamolo, è alquanto recente). Dunque si deve guardare in faccia alla realtà e chiamare le cose per nome: si tratta di un caso flagrante di censura!

Essendo un giovane cineasta come altri sono medici o panettieri e facendo quello che come loro, modestamente, so fare meglio, questo braccio di ferro con il ministero del mio paese e di altre autorità “supreme” della cultura inizia veramente a stancarmi. E sono anche stufo di dover chiedere la grazia per un film condannato a morte dalla censura.
Ma visto che per quanto mi riguarda sono condannato alla speranza, vi parlerò di un film, di una libertà e di un gioventù. Questo film si chiama “VOTE OFF”. Avrebbe anche potuto chiamarsi “C’era una volta un mese di aprile del 2014” oppure “Di che cosa sognano i ragazzi del quartiere”. Prima di tutto si tratta di un film fatto con gli algerini, in Algeria, ovviamente con dei mezzi di produzione modesti, ma un’energia mostruosa.

È un viaggio elettorale o piuttosto una ballata ove dubbio, paura e speranza si sovrappongono. Come un postino, sono andato da porta a porta; ho passato il tempo con degli amici, ne ho incontrati di nuovi; ho captato dei momenti intimi; ho visto questi uomini e queste donne che uscivano di casa per andare a lavorare, sognare, combattere, e ho avuto voglia di riprenderli, di amarli, di accompagnare ogni momento della loro vita e di costruire con loro una storia che alla fine è diventata un film, ma che costituisce anche una parte della nostra memoria collettiva. E questa memoria collettiva la trasmetteremo ai nostri figli.
Al di là dei percorsi individuali dei miei personaggi che costituiscono il nucleo del progetto ho anche prodotto questo film per un motivo molto semplice e senza dubbio anche un po‘ ingenuo: io vogli credere che l’Algeria possa e debba diventare il più democratica possibile. 

Vietare questo film significa vietare l’idea centrale all’origine dello stesso. La credenza in uno stato di diritto ove l’espressione di un’idea non viene vissuta come una minaccia, ma come un’opportunità. 
Vietare questo film, significa vietare innanzitutto tutti i film che vorrebbero affermare dei valori di questo tipo. E significa ammettere,  che vi piaccia o no, che niente cambierà.
I cammini della  libertà non sono sempre facili ed è proprio per questo che non si devono mai perdere di vista. Si può sempre seppellire un film, ma mai la parola e ancora meno il pensiero degli esseri umani.

GRAZIE A TUTTI.
FAYÇAL HAMMOUM
Regista & produttore


Per concessione di Tlaxcala
Data dell'articolo originale: 07/09/2016

1 commento:

  1. Il vecchio caro Cinema di protesta e accensione dei cervelli che non piace ad alcun potere costituito. Spiace sapere che l'Algeria dopo le sue lotte e conquiste democratiche debba essere spenta dalla realtà contemporanea per immagini vere... e che non sono mai una vera sorpresa! Ma cm sempre e ovunque la lotta continua... salut

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