3 maggio 2016

La banca presta la moneta che non ha...

L’insegnamento di Luciano Gallino sulla moneta: «Lo Stato si decida a fare in piccolo quello che le banche private fanno in grande: creare denaro dal nulla»
Una delle radici più profonde e nascoste della crisi è la moneta/debito, come insegna Luciano Gallino (“Il denaro, il debito e la doppia crisi spiegati ai nostri nipoti“, Einaudi, 2015). Il senso del suo insegnamento radicale e controcorrente si può sintetizzare così: la grande maggioranza della moneta che utilizziamo viene creata ex nihilo dalle banche private sotto forma di prestiti, cioè di moneta/debito. Questa è la vera causa dell’esplosione globale dei debiti privati e pubblici che soffocano l’economia.
La moneta bancaria aumenta i debiti e sottrae ricchezza all’economia reale. La moneta dovrebbe invece diventare un bene pubblico, una risorsa messa a disposizione dallo Stato per produrre ricchezza e benessere grazie alla piena occupazione e alla svolta ecologica dell’economia. E’ l’unica via d’uscita dalla crisi.


In continuità con gli studi e le lezioni sulla “moneta endogena” di economisti insigni, come John M. Keynes e Hyman Minsky e, in Italia, Augusto Graziani, Gallino spiega il malefico ingranaggio: «Una banca moderna crea denaro quando concede un credito. La credenza popolare per cui la banca presterebbe ad altri il denaro già depositato da un altro correntista è infondata». 


A sostegno della sua tesi, lo studioso cita la Banca d’Inghilterra: «Generalmente si ritiene che le banche agiscano come intermediari dando prestiti in base ai depositi dei risparmiatori. Ma è falso. Nella realtà dell’economia moderna le banche commerciali sono le vere creatrici del denaro depositato. E’ l’atto di prestare che crea i depositi.


Questo processo è il contrario della sequenza tipicamente descritta nei manuali». Il potere della democrazia e della politica ne è soverchiato. E ricorda già ai primi dell’Ottocento il presidente degli Stati uniti Thomas Jefferson affermava che «le istituzioni bancarie sono più pericolose per le nostre libertà di un esercito in armi. Il potere di emettere denaro dovrebbe essere tolto alle banche e restituito al popolo al quale propriamente appartiene».
La moneta legale, ovvero le banconote stampate dalla banca centrale, sono solo una parte minoritaria del denaro che effettivamente circola nell’economia.
Le banconote con valore legale che ritiriamo dai bancomat, valgono solo per il 5% del denaro che utilizziamo: il 95% del denaro che usiamo per le transazioni (stipendi, investimenti, acquisto casa, auto,ecc) è moneta digitale creata dalle banche.


Le banche hanno in teoria dei vincoli all’offerta di moneta/prestiti (come per esempio la riserva obbligatoria): ma in pratica creano moneta a loro piacimento grazie alla leva monetaria. Per un euro di capitale proprio hanno attività fino a 30-50 euro.
Neppure le banche centrali controllano la massa monetaria circolante: tentano di manovrare il credito grazie al tasso principale di interesse, senza riuscirci. Quando c’è il boom economico e la domanda di denaro è forte, le banche private fanno prestiti, creano denaro in eccesso; quando scoppia la bolla finanziaria, allora ritirano il denaro dall’economia e creano recessione (come avviene nell’eurozona).


La moneta bancaria è pro-ciclica e genera crisi.
Gallino ci spiega che le grandi banche, dagli anni ’80 in poi, hanno creato nuova “falsa moneta” con la loro attività finanziaria. Si sono trasformate in trader e scommettono (mettendo a rischio i soldi dei risparmiatori) in ardite operazioni speculative per ottenere profitti immediati e enormi. Grazie a società-veicolo fuori bilancio le banche internazionali organizzano un immenso sistema bancario-ombra che, a sua volta, crea un gigantesco mercato opaco di titoli finanziari esotici cosiddetti derivati, fuori dai mercati ufficiali e da ogni regola pubblica.


Il peggio è che i derivati – come i futures, le opzioni, i credit default swap – sono diventati “nudi”, ovvero sono delle pure scommesse nelle quali il valore sottostante della merce su cui poggia il valore del derivato non ha alcuna importanza per chi effettua le compravendite.
Il mercato dei derivati scambiati in questo capitalismo casinò è immenso: circa 700 triliardi (cioè migliaia di miliardi) di dollari, ovvero circa dieci volte il Pil mondiale. La moneta privata e sfuggita ad ogni controllo pubblico.


Ma l’alternativa esiste: le banche devono ritornare a rispettare vincoli precisi, i movimenti di capitale e il mercato dei derivati devono essere strettamente disciplinati. La politica deve ritrovare la sovranità sulla finanza. Nella prospettiva indicata da Gallino (e da Positivemoney.org, che Gallino richiama nel suo libro) la moneta dovrebbe essere emessa esclusivamente dallo stato e distribuita ai cittadini e alle imprese in base a decisioni di politica economica prese democraticamente da organi pubblici.


Gallino è stato l’unico grande intellettuale italiano che ha avuto il coraggio di promuovere un progetto innovativo come il fiscal money. La moneta fiscale non è che un titolo pubblico emesso dallo stato, convertibile in euro – come i Bot e i Btp -, valido per “pagare le tasse” dopo due anni, da distribuire gratuitamente (sottolineo: gratuitamente) a cittadini, imprese e amministrazioni pubbliche. La moneta fiscale emessa dallo stato diventerebbe moneta a tutti gli effetti, con valore riconosciuto: infatti il fisco costituisce larga parte (40% circa) dell’economia e un titolo con valore di sconto fiscale è accettato da tutti.


Nella sua prefazione all’eBook edito da Micromega nel 2015, “Per una moneta fiscale gratuita” ha spiegato che si «osa proporre nientemeno che, allo scopo di combattere la disoccupazione e la stagnazione produttiva in corso, lo stato si decida a fare in piccolo qualcosa che le banche private fanno da generazioni in misura immensamente più grande: creare denaro dal nulla».
La moneta fiscale ha tre caratteristiche fondamentali che la rendono alternativa alla moneta bancaria:

  1. è emessa e distribuita dallo Stato e non dalle banche private;
  2. è una moneta nazionale e non una moneta prodotta dalle banche internazionali (come l’euro);
  3. è una moneta-credito (ovvero distribuita gratuitamente) e non una moneta-debito.
Grazie a questo titolo/moneta, lo stato – disintermediando in parte le banche – potrebbe combattere l’austerità dell’euro, rilanciare i consumi, gli investimenti e l’occupazione senza aumentare il debito pubblico (grazie al moltiplicatore keynesiano). Non a caso anche Mediobanca in un suo recente report ha scritto che con la moneta fiscale il Pil crescerebbe del doppio senza squilibrare il bilancio pubblico e la bilancia commerciale.

Enrico Grazzini - http://ilmanifesto.info/

2 commenti:

  1. Possiamo fare UN PRIMO passo per fermare tutto questo, ossia limitare PER LEGGE la creazione di moneta da parte delle banche commerciali:

    PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE IN MATERIA DI CREAZIONE DEL CREDITO E MONETA BANCARIA

    proposta di legge 2016

    I sottoscritti cittadini italiani presentano - ai sensi dell’art. 71, comma secondo della Costituzione - la seguente proposta di legge:

    «DISPOSIZIONE IN MATERIA DI CREAZIONE DEL CREDITO E MONETA BANCARIA»

    Art. 1

    Finalità

    La presente Legge disciplina i modi e le autorità competenti in materia di creazione del credito bancario e della moneta bancaria in ogni sua forma. L’obbiettivo è arrestare il processo di creazione dal nulla del credito bancario e della moneta bancaria per finalità di prestito a cittadini, imprese e enti pubblici.

    Art. 2

    Definizioni

    Si definisce credito bancario la possibilità per gli istituti oggi preposti di concedere a terzi accesso a fondi economici e monetari. Si definisce moneta bancaria la rappresentazione del valore nominale del credito bancario privato in ogni sua forma cartacea, digitale, creditizia, virtuale o di computo creditizio. Si definisce computo creditizio la compensazione virtuale ossia il calcolo di dare e avere di conti correnti o transazioni bancarie e finanziarie, comprese le tratte commerciali.

    Art. 3

    Ambito di applicazione

    Le disposizioni del presente atto si applicano ad ogni istituto di credito, banca, prestatore commerciale o finanziario, istituto finanziario o ente monetario e ogni altro organo erogante credito e moneta di ogni specie e forma, compresa moneta elettronica.

    Art. 4

    Applicazione

    Fermo restando tutte le disposizioni di Legge attualmente vigenti e regolanti il settore bancario e creditizio, si introduce, per l'ente erogatore, la necessità e l'obbligo di avere antecedente al momento dell'erogazione del fondo la piena e totale disponibilità del fondo stesso, rendendo vietata per l’ente erogatore la creazione dal nulla della moneta stessa e rendendo fede alla definizione di “intermediario tra raccolta e impiego" presente in tutti i libri di testo in vigore presso le scuole del settore.
    Art. 5

    Tutela del cittadino

    Il cittadino, gli enti e le imprese potranno usufruire del credito bancario, compresa la c.d. “moneta bancaria”, con normali rapporti intercorrenti con gli attori creditizi operativi sul territorio nazionale, fermo restando il rispetto dei presenti articoli di Legge.

    Art. 6

    Tutela delle imprese

    La presente Legge equipara sul piano industriale la c.d. “l’impresa bancaria” alle altre imprese private, enti pubblici, società individuali e artigiani operanti sul libero mercato, sia dal punto di vista dell’approvvigionamento delle materie prime, dato che attualmente è a costo zero solo per gli istituti creditizi, che per la redditività e i computi finanziari, dato che attualmente il capitale prestato viene distrutto al rateale pagamento dello stesso, figurando i soli interessi come guadagno della banca.

    11.04.2016: proposta elaborata dall'associazione di promozione sociale «PROGRAMMA PER LA RIFORMA MONETARIA ITALIANA» PRIMIT.IT e presente in originale al link: http://goo.gl/v6v7In

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