7 settembre 2015

L'Impero: vacua sostanza e sostanza della rappresentazione

Massacro in Corea, Pablo Picasso
Noi siamo sognatori, utopisti e intimamente poeti...

Noi vorremmo attraversare l'oceano ed arrivare presto alla meta e desideriamo ardentemente che ogni uomo veda riconosciuti i suoi diritti e la sua dignità senza essere calpestato, vilipeso e violentato oppure ingannato e sbeffeggiato...

Noi aneliamo alla pace universale e a una vita che possa essere definita tale, in armonia con la natura che ci circonda e in simbiosi con l'energia che affiora dai pori della terra...

Noi abbiamo sognato, ma hanno colonizzato il sogno e hanno preteso il copyright del nostro immaginario e le distopie descritte dai classici romanzi di fanatascienza si sono inverate forse oltre ogni più fosca previsione...

Tempi difficili si prevedono per la White House: la popolarità del Presidente – il democratico Bill Clinton – sta calando incessantemente a causa di uno scandaletto sessuale e - si sa – il popolo americano è fin troppo rigido e puritano per accettarlo. Per quanto si possa bombardare massicciamente il Panama o l'Iraq – accampando pretesti inficiati da falsità e manipolazione – un Presidente rischia veramente l'impeachment se poi mente per "futili motivi". Sono anche questi i momenti in cui l'Agenzia si muove con la massima libertà e discrezionalità purchè al malcapitato si restituiscano l'onore e il consenso e cosa c'è, appunto, di meglio di una guerra combattuta in nome della libertà e contro l'ennesimo tiranno, il Saddam Hussein d'occasione ? Non una guerra vera con il suo corollario di morte e macerie, bensì virtuale e costruita a tavolino, ma sufficiente a "distrarre" il pubblico americano e a recuperare il consenso perduto, con gli indici di gradimento...


Così il nostro agente della CIA si rivolge al più rinomato e fantasioso produttore di Hollywood – un ebreo americano, of course ! - il quale, entusiasta del compito assegnatogli – gli confeziona una guerra assolutamente farlocca e "rappresentata" combattuta per la liberazione del popolo albanese. C'è un piccolo particolare: è tutto realmente finto e in Albania continuano a dormire sonni tranquilli... La ricostruzione degli scenari da guerra negli studios, l'immagine della solita bimba impaurita, perfino una canzone in stile country e western per celebrare l'eroismo dei marines... Per quanto possa sembrare strano – ma quanto strano ? - l'operazione riesce alla grande, lo scandaletto sessuale viene pressochè dimenticato e la popolarità del Presidente sale alle stelle, però, come sempre succede in questi casi, non tutto fila proprio liscio perchè il fantasioso produttore vorrebbe spifferare ai quattro venti quanto è stato realizzato con cotanto spirito creativo... Tuttavia ogni operazione della CIA è sempre classificata "TOP SECRET" e in questi casi l'Agenzia conosce un solo modo per sbarazzarsi del problema...

Potrebbe essere una storia vera, ma è solo la trama di una commedia satirica diretta dal veterano Barry Levinson e interpretata da due "mostri sacri" della "vecchia Hollywood", Robert De Niro e Dustin Hoffmann... "Sesso e potere" (pessima traduzione italiana dei "Wag the Dog" tratto dal romanzo "American hero" di Larry Beinhart) risale al 1997 e da allora molta acqua è passata sotto i ponti, talmente tanta da rendere questa pellicola molto datata sotto certi aspetti. Il boom della rivoluzione digitale e "internettiana" era appena agli albori e ancora lontano da assumere le proporzioni planetarie che conosciamo mentre le guerre – quelle vere – continuano ad essere combattute sostanzialmente lontano da mdp e teleobiettivi che, ogni tanto, catturano un frammento minuscolo e spesso decontestualizzato dell'orrore bellico. Ciononostante "Wag the Dog" coglieva un aspetto essenziale per comprendere l'odierna epoca della "virtualità" nella quale il popolino viene sistematicamente ingannata grazie a mezzi di manipolazione di massa sempre più sofisticati ed efficaci. La tecnologia dei mass media ha fatto passi da giganti e, con essa, la "guerra psicologica" sostenuta per condizionare le opinioni pubbliche occidentali: non solo è possibile guadagnare consensi significativi a favore di Presidenti o candidati potenzialmente impopolari ed esecrabili, ma grazie ai nuovi strumenti della comunicazione di massa si può preparare il terreno alla partecipazione a conflitti ingiustificabili se non dalla brama di conquista, potere e dalla pura e semplice avidità. Così la guerra diventa "umanitaria", incredibilmente e indiscutibilmente "giusta" come abbiamo ripetutamente assistito in Afganistan – i mujaheddin trasformati in "combattenti per la libertà" antisovietici -, a Panama, in Somalia, in Bosnia, nel Kosovo, in Iraq, in Libia, ecc...

E' una vecchia e sciagurata storia che risale almeno fin dai tempi in cui il consenso di massa è diventato vitale per la legittimazione dei governi occidentali e non solo... Ci siamo dimenticati forse che il Fuhrer giustificò l'invasione della Polonia inventandosi l'incidente – artatamente provocato – nella striscia di Danzica ? Naturalmente gli esempi sono molteplici e non riguardano certo solo la Germania nazista e le potenze dell'Asse. D'altronde il Ministro della Propaganda nazista Goebbels – architetto del consenso di massa del regime hitleriano – trasse grande giovamento dalle lezioni e dagli insegnamenti dello "spin doctor" Edward Bernays, mago delle public relations e delle strategie di marketing, nipote del padre della psicanalisi Sigmund Freud.

Come correttamente è stato rilevato, i settant'anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale sono stati testimoni di questo impetuoso sviluppo della comunicazione di massa che non ha conosciuto eguali nella storia e di cui gli americani sono stati – e rimangono – i veri, autentici maestri. Dalla stampa, radio e televisione fino alla rivoluzione digitale e informatica passando per l'home video... A varie riprese e in diversi contesti storici sono state coniate espressioni come "società dei mass media", società dello spettacolo", "società dell'informazione", "società informatica", ecc... L'industria culturale – che, nelle sue varie branche commercializza e vendi i prodotti destinati a incidere sul costume, sulla mentalità e sull'immaginario collettivo – non solo si è trasformata in una grande impresa capace di fruttare incalcolabili profitti e di attrarre enormi investimenti, ma ha ricevuto le inevitabili attenzioni di coloro che, giornalmente, si occupano di pianificare la "guerra psicologica" al riparo da occhi indiscreti. E i nuovi soldati o psicosoldati – spesso non del tutto consapevoli – vengono reclutati fra giornalisti, opinionisti, anchorman e presentatori televisivi, showmen, pubblicitari, creativi, blogger, produttori, sceneggiatori e registi cinematografici, star della musica leggera e delle discipline sportive più popolari, ecc... Ma cos'hanno in comune queste truppe variegate ed eterogenee – oltre che strapagate -, oltre al successo e alla fama ? Ognuna, secondo le proprie capacità, talento e professionalità, contribuisce a ideare e a realizzare un certo tipo di narrazione che elude i fatti offrendo al pubblico un punto di vista ben preciso... Così la "virtualità" si è fatta sostanza e ha invaso massicciamente il regno della realtà... Così il filtro ha cancellato il rapporto fra noi e il mondo che ci circonda, sostituendosi alla verità...
Se proprio vogliamo coniare i termini più indicati e appropriati per descrivere questo fenomeno potremmo tranquillamente introdurre il concetto di "società della rappresentazione" per cui la pervasiva presenza dei mass media e dello "spettacolo" nelle nostre vite finisce per costituire la più significativa e potente delle nostre esperienze. Se si imponesse un controllo generalizzato e totalizzante sulla "rete" – luogo in cui la maggior parte di noi è connessa e interagisce – la "società della rappresentazione" raggiungerebbe la sua apoteosi.

Anche se la notizia – come accade a tutte le informazioni propalate nell'odierna "società della rappresentazione" – ha esaurito l'attenzione del pubblico in un amen, la storia dei tre marines americani – con l'accompagnamento molto opportuno del turista inglese – che bloccano il terrorista o pseudoterrorista islamista sul treno mi è sembrata così falsa, artefatta e costruita da rammentarmi la vecchia pellicola interpretata da De Niro ed Hoffmann. Senza entrare nel merito di quello che è veramente successo – e su cui è lecito nutrire più di un ragionevole dubbio – questa storia pare essere stata ricavata da qualche – pessimo – copione di una delle numerose pellicole hollywoodiane in cui, immancabilmente, i valorosi ed eroici militari e agenti segreti statunitensi salvano il mondo dal cattivo di turno – Russo ? Cinese ? Arabo ? -. Non si può escludere che, per l'occasione, non sia stato ingaggiato dietro lauto compenso qualche sceneggiatore professionista o un produttore creativo e fantasioso come quello di "Wag the Dog"...

Innanzitutto gli americani sono maestri e professionisti della "rappresentazione" e dello spettacolo: in tutta fretta è stata organizzata una conferenza stampa in cui le autorità francesi hanno rigraziato gli eroici marines per la loro azione, mantenendo l'attenzione sul pericolo rappresentato dall'ISIS e dal terrorismo islamista... Poco importa conoscere quali siano realmente le modalità operative di marines, forze speciali e unità specializzate nella "guerra non convenzionale" – leggi terrorismo – costantemente impegnate in operazioni di "controguerriglia" nei quattro angoli del pianeta... E poco importa quali siano le origini di eserciti o bande islamiste che assumono, di volta in volta, etichette diverse, Al Qaeda, Al Nusra, ISISI e compagnia...

Il pubblico vede, ascolta e recepisce...

Non siamo nel bel mezzo di un terremoto economico e finanziario le cui scosse sismiche non cessano di farsi sentire ogni giorno, l'unica, vera emergenza a cui dedicare energie e risorse è quella del "terrorismo islamista" che minaccia l'Europa... Ben vengano, quindi, la militarizzazione dell'ordine pubblico interno e la securitarizzazione della politica internazionale con tutto ciò che comportano anche in termini di ulteriore rafforzamento delle misure di controllo, sorveglianza e repressione... Ne trarranno giovamento la NATO, il vincolo militare che incatena l'Europa agli States, e la sua versione macroeconomica e commerciale, il TTIP e con la sucurezza affidata ai marines e alla forze speciali americane dormiremo sonni tranquilli !!! Il cocktail diventa veramente esplosivo se si aggiungono i recenti fenomeni migratori che aggiungono benzina sul fuoco e contribuiscono a "costruire" un'immagine piuttosto definita del "Nemico", di colui che minaccia la civiltà occidentale ed euroatlantica – ammesso che ne esista ancora una... -.

La mia impressione – e non solo mia – è che episodi come quello dell'"eroico gesto" dei marines appartengano al campo della tattica e degli strumenti da approntare per il perseguimento di obiettivi ben precisi. A livello più alto e sofisticato si situa presumibilmente una strategia di lungo periodo, una "destabilizzazione per la stabilizzazione" su alta scala, consistente nell'attivare tutte quelle situazioni e dinamiche emergenziali – fino ad una sorta di "stato di guerra" – che indurrebbero gli stati europei – Germania compresa – a rafforzare i propri vincoli con l'alleato statunitense, apparentemente in gradi di offrire il know how di intelligence, tecnologico, scientifico e militare necessario a risolvere le situazioni più delicate per la difesa e la sicurezza. Al contempo i partners europei non potranno far altro che cacciarsi in mezzo alle prossime avventure belliche e poco importa se il Presidente di turno sarà repubblicano o democratico... Inevitabili saranno i riflessi diplomatici, strategici, militari, finanziari ed economici...

Cui prodest ?

Domande retoriche... E intanto i "cervelloni" dell'industria della "rappresentazione", delle multinazionali e delle corporations della cultura, dell'informazione, dei mass media e dello spettacolo si ingegnano a inventare la narrazione di nuovi romanzi che magnifichino l'Impero e i suoi "eroi" da propinare ad un pubblico sempre più smarrito, distratto e annichilito...

La sofisticata evoluzione della "guerra psicologica" ci svela, giorno per giorno, che dietro le maschere "democratiche" e "liberali" si nasconde il "nuovo fascismo" neocapitalistico o, se preferite, una sorta di inedito "tecnofascismo"...

Il nazismo dal volto (dis)umano non incarna forse la più avanzata forma assunta dall'Impero ?

Pensieri in libertà
da HelterSkelter





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