8 luglio 2015

"Grexit": Quale sarà lo scenario per l'economia globale?

Nessuno può prevedere esattamente come sarà lo scenario peggiore per l'economia globale, ma potrebbe diventare molto scomodo nei mercati mondiali. La rivista americana Foreign Policy ha analizzato quale prospettiva ci attende in questa situazione e ritiene che i rischi più evidenti sono nella zona euro a causa della Grecia, e in Cina.
"Se la Grecia subirà un "default" e, alla fine abbandonerà l'Euro, l'invulnerabilità della moneta sparirà", secondo Daniel Altman, economista di 'Foreign Policy'. In questo caso, gli investitori saranno costretti a considerare che anche altri paesi potrebbero lasciare la zona euro, e il Portogallo potrebbe essere il prossimo sulla lista, evidenzia Altman. "E crescerà notevolmente l'incertezza circa il valore dell'euro. Se la composizione della zona euro è imprevedibile, non c'è modo di sapere quanto dovrebbe costare l'euro o i titoli in euro", osserva l'economista. La tendenza delle banche centrali per creare riserve in euro come un contrappeso al dollaro si è già invertita, ma con l''Grexit' potrebbe precipitare.
Tuttavia, l'uscita della Grecia dalla zona euro potrebbe aggiungere valore all'euro, perché i paesi più deboli in termini di posizioni di bilancio servono solo a diluire la forza di Germania, Francia ed altri pilastri dell'euro, spiega. Tuttavia, l'apprezzamento dell'euro potrebbe danneggiare le esportazioni di questi paesi, erodendo la bassa crescita economica che hanno ottenuto.
Quanto a Pechino, se lo spaventoso crollo della cosiddetta 'bolla' del mercato azionario avrà luogo, come si pronosticano i 'cino-scettici', le conseguenze saranno devastanti, non solo per la ricchezza nazionale della Cina egli  incentivi privati ​​locali, ma per i mercati globali. Un contagio dei problemi della Grecia verso i paesi meno solventi verrà ingrandito.
Non solo sono molte istituzioni finanziarie che hanno investito in attività cinesi perderanno una parte considerevole dei loro portafogli, ma gli investitori cinesi devono vendere i loro beni all'estero, per coprire le perdite che subirebbero in tal caso: i maggiori mercati cadranno, dice Altman.
Ancora più importante, è il fatto che la domanda della Cina per le importazioni diminuirà, evidenzia l'economista. E dobbiamo tenere presente che Australia, Hong Kong, Mongolia, Turkmenistan e una dozzina di paesi sub-sahariani, le due Coree, l'Oman e il Cile destinano almeno un quarto delle loro esportazioni verso la Cina. "Una crisi fiscale e/o monetaria in questi paesi andrebbe a destabilizzare ulteriormente le regioni che già soffrono di conflitti di confine e sarebbe una minaccia da parte di gruppi estremisti [...]. Il potenziale di violenza in Medio Oriente e Nord Africa continua a crescere", avverte l'economista.
"Quando queste aree si infiammano, il prezzo del petrolio sale, così come i costi per la sicurezza e di assicurazione per il commercio globale. Di conseguenza, l'economia globale potrebbe sperimentare un ulteriore freno mentre i mercati finanziari vacillano", dice Altman.

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