15 luglio 2015

Grecia: Prime riflessioni dopo la dichiarazione del vertice europeo

Nelle ore e nei giorni a venire, mi siederò in Parlamento per esaminare le normative del recente accordo del vertice europeo sulla Grecia. Sono anche ansioso di sentire dal vivo i miei compagni Alexis Tsipras e Euclides Tsakalotos, che ne hanno viste di tutti i colori in questi giorni. Fino ad allora, mi riservo il giudizio sulle normative future. Nel frattempo, ecco alcune riflessioni impressionistiche sollevate dall'accordo.
  • Un nuovo trattato di Versailles ossessiona l'Europa - ho usato questa espressione nella primavera del 2010 per descrivere il primo "salvataggio" che si stava preparando in quel momento. Se questa allegoria era pertinente allora, purtroppo, lo è ancora di più oggi. 
  • Mai prima di allora l'UE aveva preso una decisione che minasse in una maniera così fondamentale il progetto di integrazione europea. I leader europei, trattando Alexis Tsipras e il nostro governo come hanno fatto, hanno inferto un colpo decisivo al progetto europeo.
  • Il progetto di integrazione europea è stato infatti, ferito mortalmente in questi giorni. E come dice giustamente Paul Krugman, qualunque cosa si pensi di Syriza, o della Grecia, non sono i Greci o Syriza che hanno ucciso il sogno di un'Europa democratica e unita.
  • Molto tempo fa, nel 1971, Nick Kaldor, il famoso economista di Cambridge, aveva avvertito che forgiare un'unione monetaria prima di un'unione politica non era possibile e avrebbe portato non solo al fallimento dell'unione monetaria, ma anche alla decostruzione del progetto politico europeo. Più tardi, nel 1999, il sociologo tedesco-britannico Ralf Dahrendorf ha anche avvertito che l'unione economica e monetaria avrebbe diviso piuttosto che unire l'Europa. In tutti questi anni ho sperato che si sbagliassero. Ora, i poteri in essere a Bruxelles, Berlino e Francoforte hanno cospirato per dare loro ragione.
  • La dichiarazione del Vertice europeo di ieri mattina, può essere letta come un documento che mette nero su bianco la resa incondizionata della Grecia. E' stato concepito come una dichiarazione attestante che la Grecia accetta di diventare un vassallo dell'Eurogruppo. 
  • La dichiarazione del Vertice europeo di ieri mattina non ha nulla a che fare con l'economia  né con qualsiasi preoccupazione per il tipo di programma di riforme in grado di sollevare la Grecia dal suo pantano. Si tratta semplicemente di una manifestazione della politica di umiliazione in atto. Anche se si aborra il nostro governo, tutti devono rendersi conto che l'elenco dei requisiti dell'Eurogruppo è lontano anni luce dalla decenza e dalla ragione.

  • La dichiarazione del Vertice europeo di ieri mattina  proclama un totale annullamento della sovranità nazionale, senza mettere al suo posto un corpo politico sovranazionale, pan-europeo, sovrano. Gli europei, e anche quelli che non si preoccupano della Grecia, dovrebbero stare attenti. 
  • I media spendono molte energie sulla questione se il Parlamento greco adotterà l'accordo di capitolazione, e in particolare se i parlamentari, come me, righeranno dritto e voteranno in favore di queste misure. Io non credo che questa sia la questione più interessante. La questione cruciale è: l'economia greca ha qualche possibilità di recuperare in queste condizioni? Questa è la domanda che mi preoccuperà durante le sessioni parlamentari a venire nelle prossime ore e giorni. La più grande fonte di preoccupazione è che anche una resa totale da parte nostra determinerebbe un aggravamento di questa crisi senza fine. 
  • Aprile 1967
    Il recente Vertice europeo infatti non è altro che il culmine di un colpo di stato. Nel 1967, sono stati utilizzati i carri armati delle potenze straniere per porre fine alla democrazia greca. Nella mia intervista con Philip Adams, su  Latenightlive di ABC Radio (Australia), ho affermato che nel 2015 c'è stato un altro colpo di stato, messo in scena da parte di potenze straniere che hanno utilizzano al posto dei carri armati, le banche della Grecia. Forse, la principale  differenza economica è che mentre nel 1967 la proprietà pubblica della Grecia non è stata presa di mira, nel 2015 i poteri dietro il colpo di Stato hanno chiesto la consegna di tutti i rimanenti beni pubblici, in modo che possano essere utilizzati per pagare il nostro debito insostenibile, impossibile da pagare.
Yanis Varoufakis Γιάνης Βαρουφάκης 14/07/2015

Traduzione per TLAXCALA di Alba Canelli

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