3 maggio 2015

La legge Acerbo-Italicum

"Benito Renzi"
Il 21 luglio 1923, dopo nove mesi di governo, Benito Mussolini ottiene dalla Camera il voto di fiducia sulla riforma elettorale, legge Acerbo, che superando il sistema proporzionale del 1919 ed introducendo un maggioritario che attribuisce 2/3 dei deputati alla lista di maggioranza relativa che superi il 25% dei voti espressi, sancisce il suicidio dell’assemblea rappresentativa e l’inizio della rapida fascistizzazione delle istituzioni. Il 28 aprile 2015, dopo quattordici mesi di governo, Matteo Renzi impone al Parlamento il voto di fiducia sulla riforma elettorale, legge Italicum, che assegna il 55% dei parlamentari alla lista che superi il 40% dei voti espressi al primo turno oppure vinca il ballottaggio, abbinandola ad una riforma del Senato che abolisce il bicameralismo perfetto. Le analogie tra i due iter sono impressionati e lasciano supporre che dietro l’azione politica del premier ci sia Michael Ledeen, l’ambiguo intellettuale diviso tra studi sul fascismo e servizi segreti.
La Legge Acerbo, all’insegna della Gran Loggia d’Italia degli A.L.A.M.
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