Mentre la terza guerra mondiale non è stata formalmente dichiarata, i
conflitti di tutto il mondo stanno raggiungendo livelli mai visti dal
1944. Naturalmente, per la grande maggioranza di persone in
tutto il mondo, le notizie su questi conflitti sono solo parte della
cronaca quotidiana, ma un'altra quota di essa verte sul caos esistente
nei nostri paesi. Esso è così complesso e confuso che molte persone hanno rinunciato al
tentativo di tentare qualsiasi forma di comprensione profonda, così ho
pensato che sarebbe stato utile offrire dieci spiegazioni di come siamo
riusciti a creare questo caos.
1) Il
mondo, così come esiste oggi, è stato in gran parte plasmato dalle
potenze coloniali, che lo hanno diviso tra di loro, ritagliandosi Stati
senza alcuna considerazione per le realtà etniche, religiose o culturali
esistenti. Questo era particolarmente vero per l'Africa e il mondo
arabo, dove è stato imposto il concetto di stato sui sistemi di tribù e
clan.
Solo per fare alcuni esempi, nessuno dei paesi arabi di oggi
esisteva prima del colonialismo. Siria, Libano, Iraq, i Paesi del Golfo
(tra cui l'Arabia Saudita) erano tutte parti dell'impero ottomano.
Quando questo scomparve con la Prima Guerra Mondiale (come gli imperi
russo, tedesco e austro-ungarico), i vincitori - Gran Bretagna e Francia
- si sedettero a un tavolo e redassero i confini dei paesi che
avrebbero dovuto gestire, come avevano fatto prima con l'Africa. Quindi,
mai guardare a quei paesi come equivalenti a paesi con una storia di
identità nazionale.
2) Dopo la fine dell'era
coloniale, era inevitabile che per mantenere questi paesi artificiali in
vita ed evitare la loro disintegrazione, sarebbero stati necessari
uomini forti per coprire il vuoto lasciato dalle potenze coloniali. Le
regole della democrazia sono stati utilizzate solo per raggiungere il
potere, con pochissime eccezioni. La primavera araba ha effettivamente
spazzato via dittatori e autocrati, solo per sostituirli con caos e
fazioni in guerra (come in Libia) o con un nuovo autocrate, come in
Egitto.
Il caso della Jugoslavia è istruttivo. Dopo la seconda
guerra mondiale, il maresciallo Tito smantellò il Regno di Jugoslavia e
creò la Repubblica socialista Federale di Jugoslavia. Ma noi tutti
sappiamo che la Jugoslavia non sopravvisse alla morte del suo uomo
forte.
La lezione è che senza creare un processo molto partecipativo e
unificante dei cittadini, con una forte società civile, le identità
locali giocheranno sempre il ruolo più decisivo. Quindi ci vorrà tempo
prima che molti dei nuovi paesi saranno considerati paesi reali privi di
conflitti interni.
3) Dalla Seconda Guerra
Mondiale, l’ingerenza delle potenze coloniali e delle super-potenze nel
processo di consolidamento dei nuovi paesi è stato un ottimo esempio di
disastro causato dall'uomo.
Prendete il caso dell'Iraq. Quando gli
Stati Uniti hanno assunto l'amministrazione del paese nel 2003, dopo
l'invasione, il generale Jay Garner fu nominato Direttore dell’Ufficio
per la Ricostruzione e l’Assistenza Umanitaria ed ha resistito solo un
mese, in quanto considerato troppo è durato solo un mese, perché era
considerato troppo aperto nei confronti dei punti di vista locali.
Garner
fu sostituito da un diplomatico, Jan Bremmer, che ne ha preso il posto
dopo un briefing di due ore con il Segretario di Stato, Condoleeza Rice.
Egli ha proceduto immediatamente a sciogliere l'esercito (creando così
250.000 disoccupati) e a licenziare chiunque nell'amministrazione fosse
un membro del partito Ba'ath, il partito di Saddam Hussein. Ciò
destabilizzò il paese, e il caos odierno un risultato diretto di questa
decisione.
L'attuale primo ministro iracheno, Nouri al-Maliki, che
Washington sta cercando di rimuovere in quanto lo ritiene causa della
polarizzazione tra sciiti e sunniti, era il candidato americano
preferito. Così è stato per il Presidente dell'Afghanistan, Hamid
Karzai, che ora è violentemente anti-americano. Questa è una tradizione
[consolidata] che risale al primo intervento degli Stati Uniti in
Vietnam, dove Washington portò al potere Ngo Dihn Dien, che si ribellò
ai dettami statunitensi finché non venne assassinato.
Non c'è spazio
qui per fornire esempi di errori simili (anche se meno importanti)
compiuti da altre potenze occidentali. Il punto è che tutti i leader
installati da potenze esterne non durano a lungo e portano instabilità.
4)
Siamo tutti testimoni del fatto che la lotta religiosa e l’Islam
estremista siano una minaccia crescente e inquietante. Pochi fanno
qualche sforzo per capire perché migliaia di giovani siano disposti a
farsi saltare in aria. Esiste una correlazione evidente tra la mancanza
di prospettive di sviluppo/occupazione e l’inquietudine religiosa. Nei
paesi musulmani dell'Asia (gli Arabi Musulmani rappresentano meno del 20
per cento delle popolazioni Musulmane di tutto il mondo), l'estremismo a
malapena esiste.
E pochi si rendono conto del fatto che la lotta
tra sciiti e sunniti sia finanziata da paesi come l'Arabia Saudita, il
Qatar e l’Iran. Quei rami dell’Islam hanno convissuto fianco a fianco
per secoli e ora stanno combattendo una guerra per procura, come accade
per esempio in Siria. L'Arabia Saudita ha finanziato i Salafiti (la
forma puritana dell'Islam) in tutto il mondo e ha fornito quasi due
miliardi di dollari per il nuovo autocrate egiziano, Abdel Fattah
el-Sisi, perché sta combattendo la Fratellanza Musulmana, che predica la
fine dei re e sceicchi e il potere per il popolo. Anche quella in Iraq
sta diventando una guerra per procura tra l'Arabia Saudita, il difensore
dei Sunniti, e l'Iran, difensore degli Sciiti.
Così, quando si
considerano queste guerre di religione, occorre sempre guardare chi c'è
dietro di esse. Le religioni di solito diventano bellicose solo se
vengono usate. Basti guardare la storia europea, in cui le guerre di
religione sono state inventate dai re e combattute dalla gente.
Naturalmente, una volta che il genio è uscito dalla bottiglia, ci vorrà
molto tempo per rimettercelo. Quindi questo problema ci accompagnerà per
un bel po'di tempo.
5) La fine della Guerra
Fredda ha scongelato [nel senso di sbloccato NdT] il mondo, che era
stato tenuto stabile dall'equilibrio tra le due superpotenze. I
tentativi di creare alleanze regionali o internazionali per portare
stabilità sono sempre stati ostacolati dagli interessi nazionali. Il
miglior esempio è l'Europa. Mentre tutti parlavano di Crimea, di Ucraina
e di Vladimir Putin (reso paranoico dall’accerchiamento occidentale,
strategia seguita dall’amministrazione di George Bush Jr. in poi) e di
come costringerlo ad ascoltare Stati Uniti ed Europa, le imprese europee
hanno continuato il commercio, a dispetto dello sbandierato embargo. E
ora, l'Austria ha silenziosamente [anche nel senso di tranquillamente
NdT] firmato un accordo con la Russia per aderire al South Stream, un
gasdotto che porterà il gas russo verso l'Europa – alla faccia della
sedicente unità di un'Europa cui è stato chiesto a gran voce di ridurre
la propria dipendenza energetica dalla Russia.
Un mondo multipolare è
in divenire, ma resta da capire quanto stabile. In Asia, Cina e
Giappone stanno aumentando i loro investimenti militari, alla pari dei
paesi circostanti. E mentre i conflitti locali, come quelli in Siria, in
Iraq e in Sudan, non stanno degenerando in un conflitto più allargato,
ciò si verificherebbe senza dubbio in Asia.
6)
In un mondo sempre più diviso da una recrudescenza degli interessi
nazionali, l'idea stessa di una governance condivisa sta perdendo forza,
e non solo in Europa. Le Nazioni Unite hanno sono diventate marginali
come arena in cui raggiungere consenso e legittimità. I due motori della
globalizzazione - il commercio e la finanza - non fanno parte delle
Nazioni Unite, che rimangono bloccate su temi come sviluppo, pace,
diritti umani, ambiente, istruzione e così via. Sebbene questi temi
siano cruciali per un mondo vivibile, non sono visti come tali da chi è
al potere. Conclusione: le Nazioni Unite stanno diventando irrilevanti.
7)
Allo stesso tempo, anche valori e idee considerati universali, come la
cooperazione, l'aiuto reciproco, la giustizia sociale e la pace
internazionale vista come un paradigma totalizzante stanno diventando
irrilevanti. Il presidente francese Francois Hollande incontra il
presidente degli Stati Uniti Barack Obama, non per discutere di come
fermare il genocidio in Sudan o il sequestro di bambini in Nigeria, ma
per chiedergli di intervenire con il suo Ministro della Giustizia per
ridurre un'ammenda gigante comminata a una banca francese, la
BNP-Paribas, per attività fraudolente. L’incombente problema del
controllo del clima era in gran parte assente nell'ultima riunione del
G7, per non parlare del disarmo nucleare... eppure questi sono le due
principali minacce per il pianeta!
8) Dopo il
colonialismo e i regimi totalitari, la frase chiave dopo la seconda
guerra mondiale fu "l'attuazione della democrazia" [spesso diventata
“esportazione della democrazia” NdT]. Ma dopo la fine della Guerra
Fredda, la democrazia fu data per scontata. In effetti, negli ultimi
venti anni, la formula della democrazia rappresentativa sta perdendo il
suo fascino. Il pragmatismo ha portato alla perdita della visione a
lungo termine, e la politica è diventata sempre più semplice
amministrazione.
I cittadini si sentono sempre meno legati ai
partiti, che sono sostanzialmente diventati egocentrici e autonomi. Gli
affari internazionali non sono considerati strumenti del potere da parte
di partiti, e le decisioni vengono prese senza la partecipazione [del
popolo, a differenza di quanto imporrebbe l’uso della democrazia NdT].
Ciò porta a scelte che spesso non rappresentano i sentimenti e le
priorità dei cittadini.
Il modo in cui il piano di salvataggio di
Cipro dalla crisi finanziaria di qualche anno fa è stato trattato in
seno alla Commissione Europea è stata ampiamente riconosciuto come un
esempio lampante di mancanza di trasparenza. Poche persone certamente
fanno più errori rispetto a molte...
9) Un
elemento assai importante del caos è stata la crescita di ciò che i suoi
sostenitori, soprattutto nel mondo finanziario, chiamano la "nuova
economia" - un'economia che contempla la disoccupazione permanente, la
mancanza di investimenti sociali, una riduzione delle imposte per i
grandi capitali, la marginalizzazione dei sindacati e una riduzione del
ruolo dello Stato come regolatore e garante della giustizia sociale. Le
disuguaglianze stanno raggiungendo livelli senza precedenti. Le 85
persone più ricche del mondo possiedono la stessa ricchezza di 2,5
miliardi di persone.
10) Tutto ciò ha un suo
corollario. Non è un caso che tutti i media mainstream in tutti i paesi
abbiano la stessa lettura, visione del mondo. L’informazione oggi ha
sostanzialmente eliminato analisi e processo, per concentrarsi sugli
eventi. La loro capacità di seguire il caos mondiale è minima, e essi si
limitano a ripetere ciò che afferma chi si trova al potere. È assai
istruttivo vedere come i mezzi di comunicazione siano molto analitici
per quel che riguarda gli affari nazionali e molto superficiali per ciò
che concerne le questioni internazionali. I media dipendono in gran
parte da tre agenzie di stampa internazionali, che rappresentano il
mondo occidentale e dei suoi interessi. Avete letto qualcosa, su
qualsiasi giornale, in merito all'accordo del gas tra l'Austria e la
Russia?
In ultima analisi, vi lascio con un ultimo punto: non siate mai
soddisfatti di ciò che si legge sui giornali, cercate costantemente di
ottenere ulteriori e opposti punti di vista attraverso la Rete. Ciò vi
aiuterà a guardare il mondo con i vostri occhi, e non con gli occhi di
qualcun altro che probabilmente è parte del sistema che ha creato questo
caos. Non siate gregge [nel testo “non andate con la marea NdT]...
cercate l'altra faccia della luna. E se vi dicono che conoscono le cose,
bene, basta che guardiate i risultati. Quindi, siate voi stessi e, se
commetterete un errore, almeno sarà un vostro errore.
Fonte: IPS News
Tradotto da Comedonchisciotte.org
Visto su TLAXCALA
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