Il 5 stelle Alessandro Di Battista è durissimo: “Non siamo contro
Israele ma contro le politiche del suo governo”, spiega. “Stiamo con i
deboli, oggi con i palestinesi”. Via l’ambasciatore dunque e parole più
nette dal governo, che per ora “in politica estera è stato debolissimo”
E’ il cinquestelle terzomondista, Alessandro Di Battista. “Di politica interna non voglio parlare”
dice all’Espresso, prima di rievocare i suoi viaggi e elencare i suoi
rapporti internazionali, soprattutto nel sudamerica. Delle bombe che
cadono su Gaza, però, parla: “Quello che sta portando avanti Israele è
un genocidio” dice senza mezze misure, riprendendo “le parole di tanti leader internazionali”, tra cui “Ortega e Morales, con cui abbiamo molti rapporti di lavoro”.
E siccome “fanno bene a parlare di genocidio”, Alessandro Di Battista
annuncia che i deputati 5 stelle della commissione esteri presenteranno
una risoluzione per il richiamo dell’ambasciatore italiano in Israele, “un atto simbolico dovuto”.
Non teme le accuse, Di Battista: “Chi parla di antisemitismo dovrebbe
capire che l’unica cosa a fare il gioco degli antisemiti sono le azioni
del governo israeliano”. Di Battista sa che “Israele non è il suo
governo”, così come “la Palestina non è Hamas”.
Via l’ambasciatore e parole più nette dal governo, che per ora “in politica estera è stato debolissimo”, “inesistente”, “peggio del governo Berlusconi”. “Renzi tace”, accusa Di Battista, che poi, sull’idea di nominare Mogherini in Europa,
aggiunge: “Mi chiedo perché in tanti spingano per mandarla in un posto
prestigioso sì, ma poco rilevante”. Forse per liberare un posto qui in
Italia? “Diciamo che avrebbe avuto molto più senso, e questo noi abbiamo
chiesto, ricoprire posti chiave su altre tematiche, magari economiche e
con portafoglio”.
Di Battista, su Gaza il Movimento ha già lanciato le sue sette
proposte. Si va dai blocchi commerciali e delle commesse militari con
Israele, alla revisione degli accordi internazionali. Oggi lei ne
aggiunge un altro.
“Non io, ma il Movimento 5 stelle. Presenteremo in commissione una
risoluzione per chiedere che il governo richiami, come atto simbolico ma
dovuto, l’ambasciatore da Israele”.
Difficile.
“Dovrebbero farlo, così come si dovrebbe ridiscutere il diritto di veto
nel consiglio di sicurezza dell’Onu, e fanno bene a chiederlo i leader
degli stati dell’America latina come Rafael Correa, Daniel Ortega e Evo
Morales. Gli stessi che parlano giustamente di genocidio, rispetto
all’azione di Israele a Gaza”.
Giustamentre secondo lei.
“No, giustamente secondo noi. E secondo la definizione che di genocidio
danno le Nazioni Unite. Siamo davanti a un’invasione, a una segregazione
che dura da molti anni, con il popolo palestinese chiuso come fosse in
una prigione, senza terreni da coltivare, con l’embargo”.
L’accusa di essere contro lo stato d’Israele è dietro l’angolo.
“E’ un’accusa infondata, mi creda. E sciocca. Perché solo uno sciocco
può confondere la critica anche dura al governo di Israele, alla sua
politica estera con l’odio verso lo stato di Israele o con
l’antisemitismo. Vuol dire ignorare il fatto che nella stessa politica
israeliana c’è chi si oppone alle attuali strategie del governo. Quello
che bisogna semmai dire è che sono le azioni del governo israeliano la
benzina gettata sul fuoco degli antisemiti nel mondo. Perché il
terrorismo non si distrugge certo con la violenza, anzi. La violenza
genera odio e l’odio ingrassa il terrorismo”.
Si parla di difesa, rispetto a un lancio di missili da Gaza.
“Noi vorremo parlare con Hamas per chiedere che anche loro cessino il
lancio di missili. Non devono dare il pretesto a Israele. Ma poi il
Movimento 5 stelle sta con i più deboli e quindi, in questo caso, con i
palestinesi”.
Nel Movimento non la pensano tutti come lei. Il consigliere
torinese Vittorio Bertola scrive che le proposte “partorite da Di
Battista e dai nostri parlamentari sembrano uscite da un gruppo di
studenti del liceo durante una okkupazione”. Così, con due k.
“Ha una sua idea, sono contento, è normale. La posizione del gruppo
parlamentare è però condivisa e ci siamo arrivati dopo averne discusso
con molti esperti. Non è un’improvvisata studentesca”.
Senta, il ministro Mogherini ha dato disponibilità per riferire
in commissione affari esteri, la prossima settimana. Voi volevate un
passaggio in aula.
“Mi sembra il minimo. Converrete che è curioso che il medioriente
esploda, con conflitti in Egitto, un califfato in Iraq, l’invasione a
Gaza e il governo italiano non ne discuta con il parlamento. Anche la
presidente Boldrini, che sui temi è molto attiva, l’ha invitata a
riferire in aula. Ma il governo Renzi in politica estera è debolissimo.
Sembrerà strano, ma anche il pessimo governo Berlusconi faceva meglio”.
E’ inutile che le chieda se l’idea della nomina europea per Mogherini la soddisfi.
“Guardi, penso che Mogherini abbia dimostrato anche troppo polso e
autonomia e forse è per questo che la propongono per quell’incarico”.
Dice che vogliono liberare un posto in Italia?
“Mi chiedo solo perché in tanti spingano per mandarla in un posto prestigioso sì, ma poco rilevante”.
Ma voi avreste avuto una proposta alternativa, pronta, per quell’incarico?
“Se ne occupano i colleghi europarlamentari. Io dico solo che come
Movimento avremmo preferito che l’Italia facesse una battaglia per un
posto in una commissione più importante, con portafoglio, con competenze
su tematiche economiche”
Ancora Bertola, il vostro consigliere a Torino, dice che invece,
banalmente, “non siete pronti a ricoprire incarichi così importanti”.
“Stiamo crescendo, studiando. Anche a livello di relazioni
internazionali, di rapporti. E studiando abbiamo già dimostrato di
arrivare a intuire alcune cose. Le faccio l’esempio della mia collega
Marta Grande che è stata uccisa dai media per aver denunciato in aula
una foto di violenze in Ucraina che però non era una foto reale…”
Una gaffe niente male, converrà?
“D’accordo. Ma poi nessuno ha scritto che lei, nell’ultima audizione con
la Mogherini in commissione aveva suggerito una no fly zone
sull’Ucraina. Non so se il ministro non si sia fatta carico dell’istanza
o se non si sia potuto far nulla per altre ragioni, ma era un
intuizione che dimostra una certa capacità”.
Fonte: http://espresso.repubblica.it/
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