La regola del debito si considera violata se non si rispettano tre condizioni poste in successione.
La prima
analisi riguarda la riduzione media del rapporto debito-Pil nell'anno di
valutazione e nei due anni precedenti (backward looking rule).
La seconda si
riferisce alla riduzione del rapporto nell'anno di valutazione e nei due
successivi in base alle previsioni della Commissione europea (forward
looking rule).
La terza
analizza l'evoluzione del debito nella versione backward-looking tenendo
conto, però, di quale impatto abbia avuto il ciclo economico.
Solo se tutte e
tre le versioni della regola non sono rispettate, la Commissione può
aprire una procedura di infrazione. Può, non deve, perché il Fiscal
compact richiede di valutare anche tutta una serie di 'fattori
rilevanti'.
QUANDO SCATTA IL FISCAL COMPACT?
Il Trattato è
già in vigore. Per gli Stati membri sottoposti a procedura di deficit
eccessivo è previsto un triennio di transizione. Ne deriva che
per l'Italia, uscita dalla procedura di deficit eccessivo nel 2013 in
base ai dati del 2012, la prima valutazione sulla regola del debito
avverrà nel 2015. Nel corso del
triennio di transizione deve essere garantita una convergenza al valore
di riferimento più favorevole fra i tre previsti dal Fiscal compact:
benckmark backward looking; benchmark forward looking; benchmark
backward looking corretto per il ciclo economico.
L'Italia deve
quindi identificare, per ogni anno del triennio di transizione, una
"traiettoria di aggiustamento fiscale minima e di tipo lineare" (Mlsa
secondo l'acronimo in inglese) che permetta di rispettare la regola del
debito al 2015.
L'ITALIA È IN LINEA CON IL FISCAL COMPACT?
La risposta
del Tesoro arriverà con il nuovo Documento di economia e finanza (Def),
che va presentato in Parlamento entro il 10 aprile.
Tuttavia,
qualcosa si può dire già ora. Nel vecchio Def il ministero dell'Economia
ha calcolato che il benchmark del debito nella configurazione backward
looking fosse pari al 124,1% del Pil nel 2015.
Per lo stesso anno la Commissione europea stima invece un rapporto al 132,4%, superiore di oltre 8 punti.
L'Italia sembrerebbe quindi violare la prima delle tre condizioni stabilite dal Fiscal compact.
Bruxelles non
fornisce analisi e previsioni che permettano di capire se l'Italia sia
in linea con la forward looking rule e la backward looking rule corretta
per il ciclo. Mostra però di avere dei dubbi.
È da metà novembre, infatti, che la Commissione lamenta un'insufficiente correzione del saldo strutturale.
Nelle
previsioni d'inverno la Commissione europea dice che l'Italia chiuderà
il 2014 e il 2015 con un disavanzo strutturale superiore al mezzo punto
di Pil che delimita il pareggio di bilancio, l'altro parametro sancito
dal Fiscal compact.
Il governo
deve "garantire di essere in linea con la regola del debito", ha detto
giovedì 13 marzo il commissario agli Affari economici e monetari, Olli
Rehn, attraverso il suo portavoce Simon O'Connor.
I FATTORI RILEVANTI
L'Italia ha altre carte da giocare nel confronto con la Commissione europea.
Nel caso in
cui l'andamento del rapporto debito/Pil non rispetti la regola del
ventesimo, la Commissione è chiamata a redigere un rapporto su un certo
insieme di 'fattori rilevanti' prima di aprire la procedura di
infrazione.
L'elenco
comprende: l'andamento della posizione debitoria a medio termine, la
struttura per scadenze e i titoli di Stato emessi in valuta diversa
dall'euro; le operazioni di aggiustamento stock-flussi del debito; le
riserve accantonate e l'attivo del bilancio pubblico; la dimensione
delle garanzie pubbliche, specie quelle legate al settore finanziario;
le passività, sia esplicite che implicite, connesse con l'invecchiamento
della popolazione e quindi l'evoluzione della spesa pensionistica; il
livello del debito privato, nella misura in cui rappresenti una
passività implicita potenziale per il settore pubblico.
Nel caso in
cui la violazione del criterio del debito sia esclusivamente dovuta ai
fattori rilevanti (anche nel corso del cosiddetto periodo di
transizione) è escluso che lo Stato entri in procedura di infrazione.
I SOSTEGNI AI PAESI IN CRISI
Tra i fattori
rilevanti c'è anche il contributo finanziario ai fondi salva Stati
europei Efsf ed Esm e i prestiti bilaterali alla Grecia.
Una voce che pesa sul debito pubblico italiano per più di 55 miliardi, o quasi 4 punti, secondo gli ultimi dati di Bankitalia.
Il governo punta molto su questa voce per evitare censure dall'Europa.
La Commissione ribatte che, nel chiedere misure aggiuntive, ha già tenuto conto del contributo italiano ai Paesi in crisi.Fonte: Reuters
V., anche :
RispondiEliminaChi ha scritto il Fiscal Compact - Matteo Bernabè
matteobernabe.info › BernaBLOG › Attivismo
29/lug/2012 - Adesso vediamo chi ha scritto veramente il Fiscal Compact.
Si tratta dei governi degli Stati europei? Ovviamente no.
I veri autori del Fiscal ...