24 dicembre 2013

GAZA: Le pattuglie israeliane sparano contro i contadini




22.12.2013 “Questa mattina, accompagnando i contadini nel villaggio di Khuza’a. E’ il tempo della semina. Un hummer and una jeep israeliani si sono fermati dietro la barriera di separazione. Un soldato è sceso. Poi gli spari. Noi eravamo a circa 100 metri di distanza dalla barriera di separazione. Eravamo sette internazionali, ci eravamo schierati in fila a protezione dei contadini alle nostre spalle. Due trattori stavano arando la terra. I soldati, non curanti della nostra presenza, hanno iniziato a sparare. Ho gridato che ci trovavamo a 100 metri di distanza
(e quindi rispettando il limite da loro imposto dopo la guerra di novembre), ma i soldati mi hanno potuto solo rispondere offendendomi come donna. Abbiamo dovuto indietreggiare lentamente ed interrompere il lavoro a causa degli spari. Poco dopo abbiamo ripreso il lavoro per una decina di minuti.
Aumentano in questo periodo gli attacchi da terra da parte delle forze israeliane, solo tra venerdi e sabato, un civile ucciso e 7 feriti.
This morning, accompanying the farmers in the village of Khuza’a. It is sowing time. One Israeli hummer and one Israeli jeep stopped behind the fence. A soldier get out of the jeep. We were 7 internationals, we formed a line to protect the farmers behind us. Two tractors were ploughing the land. The soldiers, despite our presence, started shooting. I shouted that we were 100 mt from the fence (and so respecting the limit that they imposed after the November war), but the soldiers could onl answer to me offending me as woman. We had to go back slowly and stop the work because of the shooting. After few time we started to work again for 10 minutes.
Soon the videos we took this morning.



Rosa Schiano, corrispondente da Gaza ci segnala il problema ricorrente dei contadini palestinesi residenti nella striscia di Gaza che per sopravvivere lavorano nei campi e si dedicano in questo periodo alla aratura e seminatura e vengono fatti bersaglio continuamente da colpi di arma da fuoco da parte delle pattuglie israeliane senza alcun motivo. Ci sono stati contadini feriti e qualche vittima delle pallottole israeliane. Questo atteggiamento delle truppe israeliane impedisce anche la minima attività si sussistenza agricola da parte della popolazione palestinese che si trova da anni sottoposta ad un blocco da parte dell’autorità militare israeliana. In questo periodo, particolarmente difficile anche per le condizioni climatiche, sono arrivati il freddo e le piogge intense, risulta interrotta la somministrazione di energia elettrica, il carburante ed anche l’acqua viene razionata. Con il freddo e gli allagamenti ed il mancato funzionamento delle pompe idrovore, senza alcun riscaldamento, con l’acqua arrivata dentro le case, la situazione è divenuta esplosiva tanto che sono stati lanciati diversi appelli per l’emergenza umanitaria ma i media europei, la grande stampa e le TV, non pubblicano le notizie provenienti da Gaza , potrebbero forse disturbare chi ci tiene a descrivere Israele come il “baluardo della democrazia in medio Oriente”. La popolazione manca di cibo, alimenti essenziali,,coperte ed abiti asciutti. Le autorità israeliane mantengono il blocco illegale ed inumano contro questa popolazione di 1.750.000 abitanti che vivono in quello che è stato definito “il più grande campo di concentramento” all’aperto esistente.

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