6 ottobre 2013

La strage di Lampedusa, l’Europa di Schengen, l’Italia di Alfano

Ancora una volta, di fronte all’ennesima strage del proibizionismo, questa volta di proporzioni agghiaccianti, si prova ad additare come unici responsabili gli “scafisti”. Arrestare qualche povero disgraziato, di solito egli stesso esule o migrante, vale a tacitare le nerissime coscienze dei tanti che concorrono a perpetuare e moltiplicare l’ecatombe mediterranea. Serve ad additare un capro espiatorio per occultare le responsabilità dei decisori europei e dei ceti politici nostrani, di ogni tendenza, che del proibizionismo e della politica dei “respingimenti” hanno fatto un dogma da rispettare ad ogni costo umano.

Solo una quindicina di giorni fa Angelino Alfano, feroce “colomba”, dichiarava che “va potenziata la frontiera europea nel Mediterraneo e il ruolo di Frontex, anche perché in questi flussi si annidano cellule terroristiche”. Ecco la chiave, utile ormai non solo a reprimere ogni dissenso (la vicenda NoTav lo dimostra) ma pure a coprire ogni nefandezza: anche la tranquilla messa in conto che la strategia che esternalizza le frontiere, finanzia i centri di detenzione, pattuglia e respinge, ha sempre più quale effetto “secondario” la morte di bambini e di donne, perfino gestanti.
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2 commenti:

  1. Non è stata una strage,ma un naufragio,quindi un incidente.Se per cortesia cominciate a dare notizie reali e non solo catastrfiste e del tutto false.Grazie

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    1. Gentile "anonimo"
      grazie per averci comunicato la "tua opinione".
      Buona giornata

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