Il capitalismo oggi esistente è radicalmente incompatibile con la democrazia. Vi è il “capitalismo” e poi c’è il “capitalismo reale”.
Di Noam Chomsky
Il termine
“capitalismo” è comunemente usato riferendosi al sistema economico
degli USA, che prevede considerevoli interventi dello Stato, i quali
vanno dai sussidi per l’innovazione creativa alla politica assicurativa
“too-big-to-fail” (troppo-grandi-per-fallire, ndr) del governo per le
banche. Il sistema è altamente monopolizzato e ciò limita ulteriormente la
dipendenza dal mercato, in modo crescente: negli ultimi 20 anni la
quota dei profitti delle 200 imprese più importanti è aumentata
enormemente, riporta l’accademico Robert W. McChesney nel suo nuovo
libro Digital disconnect. In questo momento “capitalismo” è un termine comunemente usato per
descrivere sistemi nei quali non ci sono capitalisti; per esempio il
conglomerato-cooperativa Mondragón nella regione basca in Spagna, o le
imprese-cooperative che si espandono nel nord dell’Ohio, spesso con il
sostegno conservatore – entrambe esaminate in un’importante ricerca
dell’accademico Gar Alperovitz.
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il problema ,è molto semplice ,lo sviluppo così com'è oggi nelle società occidentali è finito, forse potrà andare avanti per inerzia , ancora qualche anno, non lustro anno, ma si può tranquillamente dire che così come lo abbiamo concepito è finito. facciamo solo una ipotesi, che la popolazione di India e Cina, volessero una bicicletta a testa, perché no tutto sommato si tratta solo di una bicicletta, ma lo sapete quanto acciaio , e gomma ci vorrebbe ,calcolate il peso di una bicicletta , per oltre tre miliardi ,lo immaginate voi cosa succederebbe solo l'impatto per l'inquinamento ,ma lasciamo perdere ,noi abbiamo la facoltà di ritornare indietro riavvolgere il nastro , è l'unica via possibile. guardate che non è pessimismo è la pura e semplice realtà.
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