9 aprile 2013

L’ ITALIA FARÀ LA FINE DELLA GRECIA!

In questi giorni ho ricevuto parecchie mail che mi chiedevano di commentare l’articolo apparso sul blog di Beppe Grillo che reiterava il rischio per l’Italia di fare una fine, questa volta a medio termine come la . Grillo segue i suggerimenti dei suoi consiglieri economici e si vede….sic! Se utilizziamo il lungo termine forse riesce meglio soprattutto considerando che per Keynes nel lungo termine siamo tutti morti e così si mettono in pace anche gli ansiosi e i paranoici.
Che dire oggi nel partito unico trasversale del ” occhio che faremo la fine della Grecia ” ci sono un po’ tutti, dagli economisti grillini come la mitica  Napoleoni quella che devevamo fallire ieri agli economisti caccia grillini come Seminerio , dallo stesso Grillo a Monti, da tizio a caio sino a raggiungere sempronio.
Che volete che vi dica ma lasciamoli sfogare, devono pur scrivere o parlare di qualcosa, non importa cosa.
Sembrano tanti papa o patrigni che avvertono ignari bambini dell’ arrivo dell’uomo nero.

Non starò qui ad annoiarvi per raccontarvi per l’ennesima volta cosa ci differenzia dalla Grecia, lo sapete da soli o meglio lo sanno solo coloro che usano il buon senso e non vivono di leggende metropolitane.
Visto che ogni giorno circa il 30 % dei visitatori sono new entry vi lascio un paio di link in italiano e inglese Fiscal Sustainability Report 2012 – European Commission – Europa scritto suppongo dai servizi segreti telebani e altri due scritti da un pericoloso demagogo e populista italiano  ITALIAMAI RISCHIATO IL FALLIMENTO!icebergfinanza   ITALIAMAI RISCHIATO DI FALLIRE IN VERSIONE CHART ...
Io cerco di sintetizzare con questo grafico poi fate un po’ voi se volete incominciare a costruire rifugi antiatomici o fare scorta di carriole e proiettili, mentre bloccano la circolazione dei capitali e la possibilità di respirare l’aria .
L’altra ipotesi di crisi è quella greca e Scienza risponde così alla domanda L’Italia come la Grecia? “Molto maggiori invece le affinità con la situazione greca prima dell’insolvenza. Senza indulgere nel catastrofismo, è innegabile che l’attuale cocktail sia venefico. Esso è composto da un altissimo  (appare vicino il 130% rispetto al PIL ed è una brutta percentuale), una crisi economica e una classe politica non all’altezza della situazione, per non dire peggio. Una fine come la Grecia non è certo prossima, ma a medio termine non si può escludere. Di fatto non la escludono i mercati finanziari. Cosa significa infatti uno spread di 300-350 punti ovvero un rendimento dei titoli di stato italiani superiore del 3-3,5% a quelli tedeschi? In qualche modo significa attribuire anche più del 3% di probabilità all’insolvenza dello stato italiano – ipotizza Scienza -. È pura edulcorazione servile sostenere che lo spread dipenda invece dalla diversa liquidità o volatilità dei titoli italiani. Balle! Dipende dal maggior rischio percepito di default. … scrive Scienza.
Maggior rischio percepito di default ma certo ecco la soluzione non ci avevo pensato.

Comprendo che le luci della ribalta sono piacevoli ma io cercherei di scendere dalla giostra o dal circo delle previsioni e delle profezie, mettendosi a studiare e  magari incominciando a seguire e ascoltare i due massimi esperti di debito sovrano mondiale…

Carmen Reinhart, l’economista del Peterson Institute che ha scritto con Kenneth Rogoff il best-seller This time is different e ha appena prodotto, con lo stesso coautore, A decade of debt, è uno dei massimi esperti di debito sovrano. E la sua prognosi per l’area dell’euro, in un’intervista al Sole 24 ore, è dichiaratamente pessimista. Anche se non vede all’orizzonte una rottura dell’euro («non andrebbe a vantaggio di nessuno») e nemmeno una ristrutturazione del debito italiano o spagnolo. (…) L’economista di origine cubana è convinta invece che Italia e Spagna possano farcela senza ricorrere a una ristrutturazione del debito Per l’Italia, in particolare l’alto «non è un fatto nuovo, mentre il settore privato non soffre di un alto indebitamento, come altrove». (…) di Alessandro Merli – Il Sole 24 Ore – leggi su http://24o.it/pGJt7

Davos, 25 gen – L ’Italia, … “e’ un Paese ‘too big too fail’”, cioe’ troppo grande per  fallire. Cosi’ , ex-capo economista dell’Fmi e ora  professore ad Harvard, esprime il suo giudizio sugli sviluppi nell’area euro. (…) ”E’ chiaro che avremo bisogno di ristrutturazioni in e Portogallo, probabilmente anche in Irlanda – dove potrebbe bastare la ristrutturazione del debito delle banche – e anche probabilmente in Spagna, se si include il debito del settore privato, le grandi banche”, ha detto Rogoff, aggiungendo che l’Italia ”e’ un caso borderline, dove potrebbe verificarsi solo un problema di liquidita”’.
Se non vi piace continuate a seguire i pifferai magici, menestrelli dell’ultima ora, la fine del mondo è dietro l’angolo, statene certo faremo la fine della Grecia.
A proposito siete pronti per due giornate di fuochi artificiali nel mercato azionario sopra il nostro Paese dopo l’antipasto con il future BTP che ha messo a segno in una settimana la più esplosiva performance settimanale degli ultimi anni…

Per chi volesse sostenere liberamente il nostro viaggio è disponibile MACHIAVELLI 2013 UN ANNO DOUBLE FACE un post da non perdere sulle prospettive geopolitiche, macroeconomiche e tecniche di un anno che si preannuncia decisamente DOUBLE FACE!

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