La telenovela europea si è arricchita di due nuovi episodi nel corso
degli ultimi mesi. Il primo è l’accordo sull’unione bancaria. Il secondo
è l’accordo sul bilancio dell’UE per il periodo 2014-2020. Cosa lega
questi due episodi?
Partiamo dal primo in ordine di tempo. L’accordo sull’unione bancaria
dell’autunno scorso affida alla BCE il potere di supervisione su banche
di dimensione tale da creare rischi sistemici. Due mesi dopo, i paesi
europei stanno adottando normative di regolamentazione più o meno
radicali, ma è soprattutto degna di nota la totale mancanza di
coordinamento.L’accordo del novembre scorso era interessante soprattutto
per quello che non conteneva. La sostanza di un’unione bancaria risiede
soprattutto in un’autorità centrale di risoluzione delle crisi e una
garanzia comune sui depositi. Su entrambe le cose il veto della Germania
era, e rimane, invalicabile. Si profila quindi un’unione bancaria senza
capacità di intervento, e con un’autorità di vigilanza costretta a
vigilare su istituzioni fortemente connesse tra loro, ma soggette a
regole differenti.
L’altro episodio, di oggi, è l’accordo sul bilancio UE per il periodo
2013-2020.
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