Nelle ultime settimane i media
privati inglesi hanno accresciuto la propria campagna contro la
rivoluzione venezuelana, diffondendo una quantità di menzogne e di
pregiudizi a proposito della salute del presidente Hugo Chavez, della
politica e degli aspetti legali relativi al suo giuramento per il nuovo
mandato e alla gestione della situazione da parte del governo
venezuelano. I media, spesso prendendo
l’imboccata direttamente dall’opposizione venezuelana di destra, stanno
sfruttando un momento triste per il popolo venezuelano.
Di Tamara Pearson e Ewan Robertson
Venezuelanalysis.com
La giornalista
Mariclem Stelling, di Media Observatory [Osservatorio mediatico],
parlando alla televisione pubblica VTV,
ha definito la situazione “un misto di soddisfazione, ironia e
necrofilia … un tentativo di rimuoverlo [Chavez] dal suo ruolo
politico.”
“Stanno fabbricando le notizie in conformità agli interessi economici e politici cui rispondono”, ha affermato.
Qui Venezuelanalysis.com smonta le cinque principali bugie attualmente diffuse dai media privati.
1) Il governo venezuelano è reticente a proposito della salute di Chavez
Questa accusa è stata mossa dai
media internazionali da quando Chavez ha informato per la prima volta
del suo cancro, nel giugno del 2011. La critica, da parte dei media
privati, alla “reticenza” del governo ha proposito della sua condizione
si è intensificata con l’avvicinarsi della data del giuramento,
riflettendo in parte un’opposizione venezuelana sempre più insofferente,
ansiosa di dettagli da poter utilizzare a proprio vantaggio.
Fonti dei mass media descrivono la condizione medica di Chavez come un “mistero”, con canali quali il Los Angeles Times
che descrivono le informazioni governative sul recupero post-operatorio
di Chavez come “aggiornamenti medici sporadici e scarsamente
dettagliati”. Canali come l’inglese BBC e
altri australiani hanno raccolto la richiesta dell’opposizione
venezuelana che il governo dica la “verità” sulla salute di Chavez,
implicando che il governo stia celando informazioni o stia puramente
mentendo.
La tesi che il governo
venezuelano stia celando dei segreti alimenta le argomentazioni che la
maggior parte dei media utilizza in relazione alla rivoluzione
bolivarista, descrivendo recentemente il governo come “despoti” (Chicago Tribune) e “populisti autocrati” (Washington Post).
Altri media hanno proposto la propria versione dello stato di salute di Chavez, con l’ ABC spagnola
che si è spinta molto in là nel descrivere persino i movimenti del suo
intestino e nel riferire che è in coma, e con la multinazionale Terra
che, scambiando per realtà i propri desideri, ha informato che Chavez è
già morto.
Questi canali mediatici hanno solo una fonte “anonima” per i loro
articoli; apparentemente dispongono in qualche modo di un infiltrato (o
di una “fonte d’intelligence”, come la chiamano) nell’equipe medica
cubana di Chavez.
Il governo, in realtà, ha diffuso
28 dichiarazioni che hanno aggiornato il pubblico sulle condizioni di
Chavez dopo la sua operazione l’11 dicembre, una media di una al giorno.
Queste dichiarazioni sono disponibili nel testo completo su Internet e
sono anche lette dal ministro delle comunicazioni Ernesto Villegas su
tutte le televisioni e radio pubbliche venezuelane.
Nell’ultima dichiarazione,
diffusa ieri, Villegas ha affermato che le condizioni di Chavez restano
“stazionarie” rispetto al rapporto precedente, in cui il pubblico è
stato informato che egli ha una “insufficienza” respiratoria a causa di
un’infezione polmonare.
E’ vero, comunque, che al di là
di citare la localizzazione generale del cancro, la regione pelvica, il
governo non ha rivelato l’esatto tipo di cancro di cui soffre Chavez, né
l’esatta natura dell’operazione che ha subito l’11 dicembre. Ciò
probabilmente per motivi di riservatezza.
Quando gli è stata posta direttamente una domanda sull’argomento in una recente intervista,
Jorge Rodriguez, un medico e figura chiave del Partito Socialista Unito
del Venezuela di Chavez (PSUV), ha dichiarato: “Farò l’esempio della
signora Hilary Clinton, che ha avuto un attacco vascolare cerebrale. Ci
sono tre fattori che influenzano questi casi: la parte del cervello in
cui si verifica, la dimensione della zona colpita e se si è prodotta
un’emorragia o un’ostruzione. Bene, non ho visto alcun medico serio e
onesto chiedere in quale zona ha subito la lesione. E penso sia bene che
non sia stato chiesto, perché la signora ha diritto alla riservatezza.
Non ho visto Ramon Guillermo Aveledo (segretario esecutivo della
coalizione d’opposizione MUD) chiedere di sapere se il suo attacco abbia
colpito i lobi frontali nel qual caso, naturalmente, le non potrebbe
continuare a impartire le istruzioni che impartisce normalmente.”
Naturalmente quando i media
internazionali hanno informato sulla posizione dell’opposizione
venezuelana riguardo alla condizione medica di Chavez, hanno
invariabilmente evitato di citare il fatto che l’approccio
dell’opposizione ha molto meno a che fare con una crociata per la verità
e più a che fare con la speranza di creare una crisi politica e
costituzionale in proposito. Fanno credere che il governo venezuelano
sia deliberatamente fuorviante e manipolatorio nell’informare, ma non
puntano mai il dito sui leader occidentali, come George Bush o Barack
Obama per non aver informato sulle esatte località delle loro frequenti,
lunghe e lussuose vacanze, per esempio.
2) E’ incostituzionale se Chavez non presta il giuramento per la carica il 10 gennaio
Questa è un’altra bugia che copia una pagina direttamente dal copione dell’opposizione. La maggior parte dei leader dell’opposizione, e persino la Chiesa Cattolica
venezuelana, sta sostenendo che se Chavez non è in grado di giurare
ufficialmente da presidente il 10 gennaio allora perderà il suo status
di presidente del Venezuela. Affermano che in tal caso Chavez dovrebbe
essere dichiarato “permanentemente assente” e il capo del parlamento
nazionale, Diosdado Cabello, dovrebbe assumere la presidenza e indire
nuove elezioni. L’opposizione afferma anche che la cerimonia di
giuramento non può essere rimandata e che se Chavez continua da
presidente dopo il 10 gennaio si tratterebbe di una “flagrante
violazione della Costituzione”. La loro strategia consiste
nell’utilizzare la loro interpretazione della Costituzione al fine di
tentare di deporre Chavez sulla base di un aspetto tecnico, mentre il
presidente eletto si trova a Cuba a lottare per riaversi dall’intervento
chirurgico.
I canali dei media privati si
sono aggrappati a questa tesi e hanno disinformato a proposito della
Costituzione venezuelana. In un articolo molto fuorviante, il Washington Post ha
affermato che un ritardo della cerimonia d’insediamento di Chavez
sarebbe “uno strappo all’ambigua formulazione della Costituzione”.
Commenti simili sono stati formulai in altri canali statunitensi, con il
Time che
ha sostenuto che la Costituzione del Venezuela è “una mappa nebulosa
che potrebbe mettere la nazione più ricca di petrolio dell’emisfero
occidentale in un precario limbo governativo quest’anno.” La Reuters ha
sostenuto che il governo venezuelano sta “violando la Costituzione” e
che il paese sarà “lasciato in un vuoto di potere”, e la BBC, che ha
conservato un tono più riservato, continua a rappresentare le
interpretazioni della Costituzione come un confuso dibattito tra il governo e l’opposizione.
Tuttavia la Costituzione del
Venezuela è chiara sull’argomento. Le condizioni in base alle quali un
presidente può essere dichiarato permanentemente assente e devono essere
indette nuove elezioni sono previste dall’articolo 233 e sono: “morte,
dimissioni, destituzione decretata dalla Corte Suprema, incapacità
fisica o mentale certificata da un comitato medico designato dalla Corte
Suprema con l’approvazione del Parlamento, abbandono del posto [o]
revoca popolare del mandato.”
Attualmente la condizione di
Chavez è quella di “assente dal territorio nazionale”, una condizione
che è autorizzata dal parlamento. Essa potrebbe essere alla fine
dichiarata un’”assenza temporanea” dalla presidenza, che è autorizzata
dal parlamento per un periodo di novanta giorni e può essere prorogata
per ulteriori novanta giorni, come previsto dagli articoli 234 e 235
della Costituzione.
Quello che l’opposizione sta
cercando di fare è utilizzare l’articolo 231 della Costituzione, che
descrive l’insediamento presidenziale, per sostenere la deposizione di
Chavez. L’articolo afferma che il presidente eletto “assumerà il proprio
mandato il 10 gennaio del primo anno del proprio periodo
costituzionale, mediante una cerimonia di giuramento di fronte al
Parlamento.” L’opposizione afferma che l’incapacità di Chavez di
presenziare alla cerimonia significa che non ha assunto il suo mandato e
che dovrebbe essere dichiarata la sua “assenza permanente”. Tuttavia,
come citato in precedenza, non essere in grado di presenziare alla
cerimonia di insediamento non è considerato un motivo di “assenza
permanente” nella Costituzione venezuelana, il che lascia l’opposizione
venezuelana senza una base costituzionale su cui reggersi.
La situazione, piuttosto, è
trattata dalla seconda metà dell’articolo 231, che afferma: “Se per
qualsiasi motivo sopravveniente il presidente non può assumere la carico
davanti al Parlamento, lo farà di fronte alla Corte Suprema.” Non è
specificata alcuna data.
Il costituzionalista venezuelano
Harman Escarra, un sostenitore dell’opposizione che ha contribuito a
redigere la Costituzione del 1999, ha spiegato in un’intervista al
quotidiano venezuelano Ciudad CCS, che
costituzionalmente, anche se il presidente non può partecipare alla
cerimonia del 10 gennaio, comincia comunque il mandato presidenziale,
compresi il mandato costituzionale del consiglio di stato, del
vicepresidente e dei ministri del governo. In quanto tale egli ha
affermato che in Venezuela “non c’è un vuoto di potere”.
Il costituzionalista ha
ulteriormente spiegato che sia secondo la lettera sia secondo lo spirito
dell’articolo 231 della Costituzione, “il Presidente, dal punto di
vista della sovranità, è il Presidente. Non c’è altro e il mandato della
maggioranza popolare non può essere rovesciato per il problema di una
data in un certo momento, perché violerebbe un sacro principio contenuto
nell’articolo cinque della Costituzione, che afferma che il potere
risiede nella sovranità del popolo.”
Perciò è sbagliato da parte dei
media internazionali affermare che il Venezuela sta entrando in una
situazione costituzionalmente ambigua in cui non sono chiari lo status
del presidente o il successivo passaggio costituzionale. Inoltre, è non
solo fuorviante, bensì pericoloso dipingere erroneamente gli alleati di
Chavez come nel tentativo di sovvertire la Costituzione per restare al
potere, quando l’opposizione sta tentando di mettere in discussione la
legittimità costituzionale del governo per provocare una crisi politica e
deporre Chavez da presidente. L’opposizione non è la voce democratica
“critica” e “priva di pregiudizi” che i media privati dipingono. Una
rappresentazione simile mostra un certo livello di ipocrisia, poiché si
può star certi che se il presidente degli Stati Uniti o il primo
ministro britannico non fossero in grado di presenziare a una
particolare cerimonia d’insediamento per motivi di salute, tali canali
non comincerebbero a gettare dubbi sulla loro legittimità, come stanno
attualmente facendo con Chavez.
3) Se dovessero essere
indette le elezioni, potrebbero non essere “corrette”, e il leader
dell’opposizione Henrique Caprile ha buone probabilità di vincere
Questo terzo mito va ad
aggiungersi agli altri due per creare l’impressione che la rivoluzione
bolivarista non sia democratica. E’ declamato dalla maggior parte dei
media privati, ma specialmente dai media statunitensi, che segnalano
raramente le condizioni del tutto scorrette in cui sono tenute le
elezioni nel loro paese.
Il Washington Post ha
affermato che se Chavez dovesse morire e fossero indette nuove
elezioni, “il circolo interno di Chavez … potrebbe pensare di rimandare
le elezioni o di annullarle.”
“E’ per questo che la prima
responsabilità degli Stati Uniti e dei vicini del Venezuela, come il
Brasile, dovrebbe essere di insistere che le elezioni presidenziali
siano tenute e siano libere e oneste”, ha affermato il WP suggerendo addirittura che “i seguaci di Chavez o i leader dell’esercito” potrebbero “tentare un colpo di stato.”
Il Dipartimento di Stato USA ha hanno chiesto che qualsiasi elezione in Venezuela debba essere “libera e trasparente” e il Chicago Tribune,
in un articolo, ha affermato: “A ottobre, Chavez ha sconfitto il suo
primo serio sfidante, Henrique Capriles, pur essendo troppo malato per
partecipare alla campagna … Troppo malato per tenere discorsi, ha
comprato voti attraverso acrobazie politiche, come assegnare
gratuitamente una casa costruita dal governo al suo trimilionesimo
seguace su Twitter.”
L’affermazione del Chicago Tribune è
una bugia; Chavez ha partecipato a una delle due grandi manifestazioni
in tutto il paese nel mese precedente le elezioni presidenziali,
compresa una a Merida cui sono stati presenti gli autori di questo
articolo, e ha adempiuto i suoi doveri di presidente. E naturalmente non
c’è alcuna base o necessità per queste richieste di elezioni “oneste”.
Nessuno dei media privati ricorderà ai propri lettori le 16 elezioni
tenute negli ultimi 14 anni, che l’81% dei venezuelani ha
volontariamente partecipato al voto nelle elezioni presidenziali di
ottobre, che il Venezuela sta costruendo la democrazia partecipativa
attraverso i suoi consigli comunitari e che i venezuelani hanno accesso a
cure mediche e istruzione completamente gratuite e diffusamente
disponibili e persino agli alloggi sovvenzionati, condizioni
fondamentali necessarie perché sia praticata la democrazia.
Il Washington Post ha
sostenuto che il governo venezuelano “teme” le elezioni libere perché
“un voto corretto darebbe la vittoria al leader dell’opposizione
Henrique Capriles, che ha perso alle elezioni presidenziali di ottobre
ma è più popolare di Maduro.” Questa è una pia illusione, un altro
esempio del fatto che i media scambiano per realtà i propri desideri.
L’opposizione non ha ricevuto più voti del PSUV al governo nelle recenti
elezioni regionali del 16 dicembre, nonostante l’assenza di Chavez.
L’opposizione è debole, divisa, delusa dopo 14 anni di elezioni perse
una dietro l’altra (eccettuato il referendum costituzionale del 2007),
non ha alcuna presenza tra la gente e non ha un programma o una causa
intorno a cui unirsi, a parte la brama di potere.
4) E’ in arrivo una scissione nella dirigenza chavista tra Maduro e Cabello
Questa è un’altra idea
sbandierata dall’opposizione venezuelana e propagandata dai media
internazionali. L’idea, o la speranza, è che se dovesse accadere il
peggio e Chavez dovesse morire, lo chavismo finirebbe immediatamente
diviso al suo interno e andrebbe a pezzi. In particolare si sostiene che
il presidente del parlamento, Diosdado Cabello, cercherebbe di
appropriarsi della candidatura presidenziale del PSUV dal vicepresidente
Nicolas Maduro. Alcune figure dell’opposizione sembra incoraggiare
attivamente ciò, con la parlamentare d’opposizione Maria Corina Machado
che pretende che Diosdado Cabello assuma il potere il 10 gennaio e che esistano “sfiducia” e “paura” tra Cabello e Maduro.
Accodandosi, sempre sostenuti da
vaghi “analisti” o “osservatori”, i media internazionali hanno informato
il pubblico di “una potenziale frattura all’interno dello chavismo tra
la fazione più socialista di Maduro e quella del più pragmatico Cabello”
(TIME) oppure “Cabello esercita un potere considerevole e di pensa abbia proprie ambizioni politiche” (BBC)
e che “la morte o le dimissioni di Chavez potrebbero scatenare una
lotta per il potere all’interno del partito tra Maduro, Cabello, il
fratello di Chavez, Adan, e governatori degli stati” (LA Times).
Tali commenti sono stati
stroncati da Maduro, Cabello e altri leader dello chavismo, che
sottolineano tutti l’unità di correnti diverse all’interno del movimento
bolivarista nell’attuale difficile situazione. In realtà è molto
improbabile uno scenario di diretto accaparramento del potere da parte
di Cabello o di qualsiasi altra figura all’interno dello chavismo del
ruolo di successore, nel caso Chavez non possa assumere il suo mandato
presidenziale. Appena prima che Chavez volasse a Cuba per l’intervento
chirurgico a dicembre, ha dichiarato alla nazione che “se uno scenario
simile dovesse verificarsi, vi chiedo dal profondo del cuore di eleggere
Nicolas Maduro a presidente costituzionale della repubblica.” Chavez ha
un sostegno e un rispetto così forti tra i suoi seguaci che sarebbe
quasi impensabile per un altro leader dello chavismo andare contro
l’espresso desiderio di Chavez che Maduro sia il suo successore.
Qualsiasi tentativo di usurpare la leadership di Maduro e la sua
candidatura a nuove elezioni presidenziali sarebbe un suicidio politico.
5) Senza Chavez la rivoluzione è finita
La maggior parte dei media
privati ha gettato sottilmente dubbi sul fatto che la rivoluzione
continui senza Chavez, suggerendo che la dirigenza crollerà, che il
Venezuela è già in un “caos” e in un “disastro economico”, che il
Venezuela sta vivendo oggi una “crisi” politica e che il processo
rivoluzionario non potrà sopravvivere senza Chavez. Il Chicago Tribune ha
affermato che “chiunque finisca per governare il Venezuela presiederà
sul disastro che Chavez ha fatto di una nazione prospera e promettente” e
che ci sono ora “un’elevata disoccupazione, un’inflazione record e una
criminalità rampante”. Questo, nonostante il fatto che il Venezuela ha
concluso il 2012 con un’inflazione del 19,9%, la più bassa da anni, e
con una disoccupazione inferiore a quella degli Stati Uniti.
I media stanno ignorando che il
paese se l’è cavata bene in quest’ultimo mese senza Chavez, che la
dirigenza del PSUV ha conquistato 20 dei 23 stati alle elezioni
regionali di dicembre, senza la presenza di Chavez, che non c’è crisi
qui; le scuole sono ricominciate normalmente, le cliniche del barrio adentro sono
aperte, la gente lavora, fa la spesa, torna dalle vacanze di Natale
come al solito. Non ci sono acquisti generati dal panico, niente razzie,
niente malcontento politico.
Cosa più importante, i media
stanno ignorando, stanno rendendo invisibile il più grande fattore in
gioco: il popolo del Venezuela. Chavez non è soltanto una persona, un
leader; egli rappresenta un progetto politico di sovranità economica e
culturale, di unità latinoamericana, di libertà dall’interventismo
statunitense, di rispetto dei diritti fondamentali e di democrazia
partecipativa. La maggioranza dei venezuelani ha mostrato sostegno a
tale progetto affluendo costantemente in massa al voto, anche nelle
elezioni in cui Chavez non era candidato, con percentuali di affluenza
in crescita in generale ogni anno. Nella maggior parte degli altri paesi
la gente si sarebbe stancata e a questo punto avrebbe ignorato così
tante elezioni. I venezuelani hanno marciato a migliaia e milioni nel
paese, costantemente, non soltanto a sostegno di un candidato
elettorale, ma marciando per i diritti dei lavoratori il Primo Maggio,
così come per altre cause, come i diritti degli omosessuali, la difesa
dei giornalisti dai violenti attacchi dell’opposizione, a sostegno di
varie leggi, e altro. Sono stati i venezuelani, in massa, che hanno
contribuito a rovesciare il colpo di stato contro Chavez nel 2002.
La lista delle conquiste degli
ultimi quattordici anni è lunga. Per citarne solo alcune:
alfabetizzazione totale, istruzione universitaria gratuita e
diffusamente disponibile, centri di assistenza sanitaria gratuita nella
maggior parte delle comunità, computer gratuiti per gli scolari delle
elementari, pasti gratuiti per gli scolari delle elementari, cibo
sovvenzionato, libri sovvenzionati, accresciuta cultura nelle strade e
di arte nelle strade, una gamma di nuove infrastrutture pubbliche, come
linee ferroviarie e tram, leggi a sostegno dei diritti dei disabili,
delle donne e così via, agricoltura urbana assistita dal governo,
comunità istituzionalizzate e sindacalizzazione dei lavoratori, quasi
1.000 centri internet gratuiti, programmi musicali gratuiti, pensioni
per gli anziani e molto altro. Questi grandi cambiamenti non possono
essere rovesciati rapidamente e il popolo del Venezuela ha ogni motivo
per impedire che lo siano.
Inoltre, negli ultimi 14 anni i
venezuelani si sono risvegliati. Leggono e conoscono le loro leggi;
tutti, anche i sostenitori dell’opposizione passano ore ogni giorno a
discutere di politica e di economia. L’apatia esiste ancora ma è molto
diminuita. Ci sono una consapevolezza e una profondità politiche che non
possono essere spente nel giro di una notte.
Anche se è vero che dopo Chavez
ci saranno probabilmente burocrazia, corruzione, riformismo e alcuni
dissensi interni, questi problemi esistevano anche con lui come leader.
Ogni cambiamento della situazione politica è un’occasione per far
emergere questi problemi e affrontarli.
I membri del movimento bolivarista sono combattenti, e sono qui per restarci.
Traduzione di Giuseppe Volpe per © 2013 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.0
Disastri? Il PIB del 2o12 aumetanto del 5,5%, e lo
RispondiEliminaconfermano anche vati organismi internazionali. Di quanto e cresciuta l'economia in Italia? E in Germania o negli USA?
Vendere la pelle dell'orso prima di averlo ammazzato....tipico degli oracoli falliti.
Ad ogni modo, emerge un dato sicuro, cioe che con i voti non ce la fanno a cacciare Chavez. Aspettano che lo faccia il buon dio ma....rischiano di dover aspettare ancora un bel po...
Se poi contano sulle divisioni interne, vuol dire proprio che....opposizione e deboluccia parecchio...