13 luglio 2012

"SICILIANI DI TUNISIA"


Dal ritorno da Shousha Camp, il nostro punto fisso è la casa di Fausto Giudice a Tunisi. Un intellettuale eclettico, un giornalista, membro di una rete internazionale di traduttori e che sta creando una casa editrice a Tunisi. Viviamo a casa sua. Sembra abbia avuto mille vite. Laura lo aveva conosciuto in uno dei suoi recenti viaggi in Tunisia. La sua storia, quella della sua famiglia è una storia di emigrazione. I suoi nonni arrivarono dalla Sicilia in Tunisia in barcone.
Con lui registriamo una lunga intervista nel suo soggiorno e che monteremo presto in un trailer, che farà da apri pista al progetto-documentario.
L’incontro con Fausto apre a tante visioni sull’immigrazione e sulla vita.

13 Febbraio 2012
Con Fausto Giudice , la mattina successiva, facciamo un tour nel centro di Tunisi, addentrandoci nel mercato di “Bab el Kadrha”. Poi in auto verso LA Goulette, il porto di Tunisi, simbolo dell’immigrazione siciliana vicino la capitale, oggi molto trasformata da un ammodernamento voluto da Ben Ali. Naturalmente anche qui, nella parte vecchia sono ancora visibili segni della comunità siciliana. Quella che fu un tempo “La Pétite Sicile”.
Gironzolando nella parte più vecchia, un anziano ci viene incontro con un grosso mazzo di foto: quelle de La Goulette antica, abitata e fondata dai siciliani. Qualcosa sa, ma giusto per venderci le foto. Alcune le compriamo. Tutto costa molto poco in questo Paese. Un caffè non supera in media i 30 centesimi.
NEL  POMERIGGIO: giorni prima avevamo fissato un appuntamento con due anziani abitanti di un villaggio rurale italiano, oggi soltanto arabo. Dopo l’espropriazione delle terre nel 1962, Giovanni e Berta vivono a Ben Arous, un comune a pochi chilometri da Tunisi. Arriviamo. Loro ci aspettano. La casa da fuori è diversa dalle altre: ha il tetto spiovente e le tegole. Cosi si distinguevano le case italiane da quelle tunisine.
Entriamo in casa. Entriamo in un’altra epoca. Almeno negli anni ‘50. Quando anche da noi si esauriva un mondo per lasciare il passo ad uno più moderno. Anche all’interno, per quanto alcuni influssi arabi siano presenti, la casa è come quella  delle nostre nonne. C’è un giardino interno. Loro hanno ricreato in miniatura ciò che avevano in passato: la terra. Oggi è un orto di pochi metri quadri, un bel po’ di galline, tante cose affastellate in mezzo.
Sono stati espropriati e non hanno rinunciato a quel mondo, che è loro. Sono nati in Tunisia.
Italiani di Tunisia. Una terra di mezzo.
Tutto ciò emerge dai racconti che filmiamo.
La sera siamo di nuovo a La Goulette a cena con Fausto Giudice e Hamadi, un giornalista che ha lavorato in passato per Liberazione. Ceniamo a LA SPIGOLA, ristorante siculo-tunisino.

Tratto da  Il DIARIO DI LAVORAZIONE di "Kif kif"

Presentato alla VIII edizione del concorso Memorie Migranti, kif kif é stato premiato come miglior video della categoria MASTER con la seguente motivazione:

"Attraverso l'uso della testimonianza diretta che costituisce la voce di un'esperienza individuale e contemporaneamente comunitaria, viene documentata una realtà storica poco conosciuta. 
Il filmato unisce narrazioni e riflessioni. Molto belle le immagini, che evidenziano un ambiente tunisino diverso da quello presente nell'immaginario, consentendo un incontro con il reale e favorendo il superamento di pregiudizi.
Non sono sempre stati i tunisini ad emigrare in Italia, ma anche gli italiani sono stati emigrati in Tunisia.
Per queste motivazioni, la Giuria assegna il premio di MIGLIOR VIDEO per la categoria MASTER al cortometraggio kif kif - siciliani di Tunisia di Enrico Montalbano e Laura Verduci".

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