26 giugno 2012

ISLANDA... LA CRISI CONTINUA

Alla vigilia delle elezioni presidenziali in Islanda, il prossimo 30 giugno,  persistono molti degli stessi problemi economici che hanno afflitto il paese negli ultimi tre anni. Nel gennaio 2009, il governo islandese divenne la prima vittima politica della crisi economica globale. 
Di Jason Netek
A crisis continues in Iceland
Islandia… y la crisis continúa

Per quasi 20 anni, il Partito (conservatore) dell'Indipendenza aveva dominato la scena politica e costantemente riorientato l'economia della piccola nazione verso un settore finanziario sempre più deregolamentato. Prima della crisi del 2008, l'Islanda era uno dei paesi più ricchi del mondo grazie al suo settore bancario gonfiato, con debiti pari a 10 volte il prodotto interno lordo.

Nella misura in cui si è sviluppata la crisi nell'autunno del 2008, la valuta nazionale d'Islanda, la corona, è crollata e le tre maggiori banche sono fallite. L'inflazione galoppante e la rapida crescita della disoccupazione ha creato una situazione politicamente insostenibile.

Prima della caduta, mezzo milione di inglesi e olandesi avevano depositi nelle super-deregolamentate banche islandesi. I governi della Gran Bretagna e Paesi Bassi pagarono il conto dei risparmi perduti, e il Fondo Monetario Internazionale (FMI) costrinse l'Islanda a firmare un accordo in cui s'impegnava a pagare tutti i creditori con gli interessi, in cambio di un prestito per un salvataggio di emergenza.
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