VALSUSA: DEVASTAZIONE E SACCHEGGIO
Le pecorelle sono diventate  lupi. Ore di cariche, lacrimogeni e idranti contro i No Tav, e poi una  caccia all'uomo nei vicoli e nei bar. Vetrine spaccate e auto devastate.  Corriere e Repubblica preparano e sostengono l'escalation. Una valle  occupata, devastata e saccheggiata. 
Di                                          Marco Santopadre
Contropiano “È trascorsa senza incidenti la notte in Valsusa” dicono  stamattina le agenzie di stampa. Ma ieri sulla Torino-Bardonecchia per  ore è stata battaglia. L’ordine alle forze di occupazione era di  rimuovere le barricate a Chianocco a ogni costo. Un assalto ripetuto da  parte di centinaia di Poliziotti e Carabinieri bardati di tutto punto  che però ha faticato parecchio a vincere la resistenza di alcune  centinaia di No Tav rimasti fino a tarda sera a prendersi le botte, i  calci, le manganellate e a respirare i gas lacrimogeni (il cui uso la  Questura di Torino continua contro ogni evidenza a negare). Contro il  blocco sulla A32 i militari hanno lanciato le ruspe, e contro i  manifestanti sdraiati a terra sono stati sparati getti di acqua a  pressione dagli idranti. Quando dopo ore di cariche il blocco era stato  rimosso i manifestanti si sono sdraiati a terra, esercitando quella  resistenza passiva che oggi i quotidiani definiscono ‘violenza’ e  ‘assalto’. 
I No Tav, compresi gli anziani manifestanti sono stati  trascinati via dai celerini senza tanti complimenti. Neanche chi si era  allontanato dall’epicentro dell’assalto è scampato alle botte, visto che  i militari e i poliziotti hanno scatenato una incredibile caccia  all’uomo nelle vie di Chianocco. Ma i quotidiani oggi non hanno visto le  vetrine sfondate dagli uomini in divisa e il terrore sparso tra gli  abitanti del piccolo centro.
Una escalation che era stata opportunamente preparata durante la  giornata da una sfilza di dichiarazioni bipartisan da parte di esponenti  politici mentre i siti di Repubblica e Corriere montavano i casi dei reporter picchiati dai No Tav, dell’intolleranza di Perino nei confronti di una intervista-provocazione dei conduttori de La Zanzara e delle ‘offese’ del giovane attivista No Tav contro un Carabiniere  senza volto (e senza codice di identificazione). Un clima che ha  opportunamente preparato l’opinione pubblica all’assalto contro i  manifestanti che hanno tentato di difendere il loro blocco come hanno  potuto, ma che alla fine hanno dovuto cedere sotto i colpi di quelle che  alcuni media definiscono giustamente ‘falangi’ di celerini. 
D’altronde  la Ministra Cancellieri aveva avvertito: si al dialogo, ma sulla Tav non  si torna indietro.
Pesantissimo il bilancio a fine giornata: cinque i manifestanti  fermati di cui quattro rilasciati, mentre un ragazzo di 32 anni è stato  arrestato per resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale. La  Digos della Questura di Torino avverte che sta analizzando filmati e  foto per identificare e denunciare altri manifestanti. Decine di  attivisti sono stati picchiati selvaggiamente: teste spaccate, arti  fratturati, contusioni.
Ma curate le ferite – almeno quelle inferte sul corpo – i No Tav  hanno realizzato durante la notte una improvvisata assemblea, lanciando  una nuova mobilitazione. “Alle 18 blocchiamo tutto” è l’indicazione  dentro e fuori la Val di Susa. Centinaia di manifestanti, appena  cacciati dall'autostrada a Chianocco, si sono ritrovati nel salone del  centro polivalente di Bussoleno per decidere come rispondere al blitz.  Il Movimento No Tav accusa la Questura di Torino «di cariche  violentissime, caccia all'uomo, vetrate dei bar distrutti per un  rastrellamento di antica memoria, macchine parcheggiate vandalizzate e  altro»
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