10 marzo 2012

FESF e MES contro i Popoli d'Europa

In reazione alla crisi greca e di fronte al rischio rappresentato dal contagio delle crisi del debito sovrano, gli Stati membri dell’Eurozona, invece di aggredire il problema alle sue radici, nel maggio 2010 hanno istituito con grande urgenza il Fondo europeo di stabilità finanziaria(FESF). Costituito in Lussemburgo, questo Fondo temporaneo (era previsto che doveva vedere la sua fine nel luglio 2013) [1], è stato concepito per rassicurare i mercati finanziari. Il Fondo ha come obiettivo quello di assicurare la stabilità finanziaria dell’Eurozona, fornendo l’aiuto di urgenza a quei paesi della zona euro in preda a difficoltà finanziarie.
Di Damien Millet, Éric Toussaint e François Sana
CADTM
In buona sostanza, il FESF può fornire capitali freschi ai paesi che si rivolgono al Fondo per ottenere aiuto. Inoltre, ha la possibilità di acquistare i nuovi titoli del debito pubblico emessi sul mercato primario, a condizione che il paese in oggetto metta in opera un programma di austerità molto rigoroso e severo, che fa ricordare il sapore amaro della “salsa Fondo Monetario Internazionale” servita ai paesi del terzo mondo dopo gli anni ’80. [2]
Il FESF può anche intervenire sul mercato secondario, cosa che gli permette di alleggerire del carico le banche che possiedono titoli del debito pubblico dei paesi “a rischio”.

Come si finanzia il FESF? Il Fondo emette obbligazioni che sono garantite dagli Stati membri dell’Eurozona in proporzione della loro partecipazione al capitale della Banca Centrale Europea. Sulla carta, inizialmente la sua capacità di intervento consisteva in 250 miliardi di euro, poi si è arrivati ai 440 miliardi di euro, prima di arrivare ai 1.000 miliardi di euro, il 27 ottobre 2011.
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