7 febbraio 2012

GRECIA: CRISI UMANITARIA SENZA PRECEDENTI

Il discorso che segue è stato pronunciato da Sonia Mitralia – membro del Comitato greco contro il debito e del CADTM internazionale, di fronte alla Commissione sociale dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, tenutasi il 24 gennaio 2012 a Strasburgo sul tema: “Le misure d’austerità: un pericolo per la democrazia e i diritti sociali”. A quasi due anni di distanza dal trattamento d’urto imposto alla Grecia dalla Banca centrale europea, dalla Commissione europea e dal Fondo monetario internazionale, il suo bilancio è catastrofico, rivoltante e disumano.  Di_Sonia Mitralia Σόνια Μητραλιά
Per cominciare, gli stessi ispiratori di queste politiche ora riconoscono esplicitamente non solo il loro patente fallimento, ma anche come le loro ricette fossero fin dall’inizio completamente sbagliate, irrealistiche, inefficaci e anche controproducenti. Eccone una dimostrazione, che riguarda non una questione secondaria ma l’essenza stessa del problema: il debito pubblico greco in quanto tale. Secondo tutti i responsabili del disastro greco, se le loro politiche (di rigore più che draconiano) risultassero efficaci al 100%, cosa del resto assolutamente illusoria, il debito pubblico greco verrebbe riportato nel 2020 al 120% del Pil del paese, e cioè al tasso che registrava… nel 2009, quando è cominciato tutto questo gioco al massacro! Insomma, quello che oggi ci dicono cinicamente è che hanno distrutto un’intera società europea… assolutamente per niente! 
Leggi tutto...

6 commenti:

  1. Alba, mi sento male...anche perchè posso solo scriverti che mi sento male, continuare a scrivere il blog e a fare il mio lavoro al meglio.
    Altro?

    RispondiElimina
  2. Sentirsi impotenti, cara Daniela è una bruttissima sensazione che spesso accomuna molte persone, me inclusa...
    Ti capisco, ma non so cosa aggiungere...
    Un abbraccio

    RispondiElimina
  3. Il debito è ovviamente illegittimo derivando principalmente da un sistema monetario truffaldino e politicamente oligarchico fintodemocratico. E' possibile però per gli individui scegliere di espandere la propria coscienza per un'evoluzione della società. Per troppo tempo gli uomini hanno ignorato, delegando a pochi la conoscenza e l'amministrazione, la rabbia non sarà una soluzione. Scegliere di non ignorare è sempre possibile. Se anche dopo le contemporanee e prossime sollecitazioni, gli individui non vorranno assumere le proprie responsabilità individuali di crescita, allora sarà opportuna una mietitura, per la selezione degli adatti all'evoluzione dell'uomanità.
    I non adatti trapasseranno a schemi di gioco a loro adeguati.

    RispondiElimina
  4. Ciao Alba, ci sentiamo impotenti, tutti, perché siamo tutti separati nonostante comunichiamo con tutti in un click. Internet è peggio della televisione quasi, una rete che ingabbia e separa. Dovremo fare gruppi di ritrovo nelle piazze e discutere, sentirci uniti, un tutto composto da tanti, non so se mi spiego, ma io vedo il mondo che va sempre più in direzione opposta, e ricordo che il mondo è fatto da ognuno di noi.
    Povera grecia, povera italia, povera europa...

    RispondiElimina
  5. La GRECIA OGGI MI FA VENIRE IN MENTE UN LAGER NAZISTA A CIELO APERTO!POSSIBILE CHE NEL 2012 SI DEBBANO VEDERE E SENTIRE QUESTE ATROCITA E NON POTER REAGIRE IN NESSUN MODO?

    RispondiElimina
  6. La colpa è tutta dell' antipolitica. Già 30 anni fa non c'era più fiducia nei partiti.
    E senza partiti, senza organizzazioni permanenti, la gente è impotente. I partiti dovevano certamente essere rinnovati, ma non distrutti. Quando una casa è infestata dai topi, si disinfesta, ma non si rade al suolo. Invece oggi, senza organizzazioni di massa, siamo tutti separati e impotenti.
    La disgregazione sociale, l'egoismo, la manipolazione mediatica, gli uni contro gli altri, il qualunquismo antipolitico e antipartitico ha lasciato i poteri finanziari soli al comando. Con tutta le immanni conseguenze tragiche, di sofferenza e sterminio, che questo comporta. Siamo alla vigilia di un' ecatombe. Ma io non credo, a differenza di altri, che i sopravvissuti potranno rallegrarsi di essere tali. Come disse Remarque nel "Niente di nuovo sul fronte occidentale", "Non sarà migliore la sorte dei sopravvissuti", distrutti nella loro umanità. Lo stesso Primo Levi, come altri suoi compagni di lager, finì per suicidarsi perchè il fardello era troppo pesante.
    Per questo la selezione, a cui alcuni si appellano, non è la soluzione. Sommersi o salvati che si sia, la sofferenza è la stessa.
    Soltanto se si rifiuta la selezione e ci si considera ognuno come parte di tutti ci si può salvare, almeno moralmente. Sul piano concreto, la salvezza ci sarà soltanto se il popolo riuscirà ad organizzarsi politicamente.
    Personalmente, vista la tragicità della situazione, non mi spaventa la morte, ma tutto il resto. (Le Goff: "Tra tutte le paure dell' uomo medievale, la minore è stata quella della morte".

    RispondiElimina

Avvertenze da leggere prima di intervenire sul blog Voci Dalla Strada

Non sono consentiti:
- messaggi pubblicitari
- messaggi con linguaggio offensivo
- messaggi che contengono turpiloquio
- messaggi con contenuto razzista o sessista
- messaggi il cui contenuto costituisce una violazione delle leggi italiane (istigazione a delinquere o alla violenza, diffamazione, ecc.)