21 gennaio 2012

I FALSIFICATORI DI NOTIZIE

Chi manipola certe immagini drammatiche su YouTube?
Il “rumore” è sempre stato solito avere una cattiva reputazione. Nelle opere di Shakespeare si presupponeva che i “rumori”, le dicerie, avessero il significato di abili bugie e servissero alla diffusione di resoconti seppur dettagliati, ma falsi, di vittorie e sconfitte. Nessun giornalista potrebbe credibilmente parlare di massacri, torture e arresti di massa, citando solo “forti rumori”, come prove uniche dei suoi rapporti.
I membri della redazione, a qualunque giornale, televisione o stazione radio lavorasse il giornalista, scuoterebbero la testa increduli in presenza di fonti tanto vaghe e incerte, e quasi certamente si rifiuterebbero di seguirlo.
Ma supponiamo che il nostro giornalista eliminasse il termine “rumore”, diceria, il sentito dire, e lo sostituisse con “YouTube” o “blogger”, come fonte d’informazioni. Allora, secondo esperienze recenti, i redattori non scuoterebbero più la testa, magari si congratulerebbero con il/la collega per l’uso giudizioso e opportuno di Internet.

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