24 ottobre 2011

ISLANDA: STATO D'ECCEZIONE?

“Sovrano è chi decide lo stato di eccezione”, scrive Carl Schmitt. Applicando tale enunciato all’isolato caso islandese emerge che il governo di Reykjavik è titolare di reale sovranità, specialmente in relazione alla ricetta adottata per superare il totale dissesto finanziario che aveva provocato il fallimento nazionale del 2008.
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Durante i periodi di crisi “la normatività – afferma Schmitt – è impotente” e dal momento che nel caso specifico tale “normatività” è eminentemente rappresentata dal Fondo Monetario Internazionale essa è stata sospesa dal governo islandese, che ha abbandonato la tutela dei creditori esteri – inesaustamente raccomandata dal Fondo – per il bene della comunità islandese.
Qualcosa di affine era accaduto durante la Repubblica di Weimar, quando il popolo tedesco richiese l’apertura di uno stato d’eccezione che soppiantasse un ordinamento giuridico finalizzato esclusivamente ad arricchire le grandi oligarchie finanziarie e ad alimentare un circuito falsato di corruzione funzionale al mantenimento di alcuni privilegi di determinati strati sociali a scapito della comunità.

Si tratta quindi di un raro atto di audacia politica, specialmente in relazione alla stagnante realtà europea.
Al momento del crac il debito pubblico accumulato da ogni cittadino islandese ammontava a circa 500.000 euro (a fronte di una popolazione composta da 320.000 persone circa), le principali banche nazionali erano fallite nel giro di poche settimane, l’inflazione aveva superato la soglia del 18% e la recessione aveva toccato la doppia cifra percentuale.

Il debito greco lambisce il 150% del Prodotto Interno Lordo, quello islandese raggiunse nel 2008 il 1.100%.
I primi a fornire assistenza al governo di Reykjavik impegnato a raccogliere le macerie finanziare cui era stata ridotta la nazione furono gli inviati del Fondo Monetario Internazionale, che impartirono direttive affini a quelle attualmente adottate dall’Unione Europea per “salvare” la Grecia; tagli delle pensioni, erosione del Welfare, privatizzazione dei beni statali.
Stessa cosa era accaduta in Argentina.

Buenos Aires aveva iniziato nel lontano 1989 a seguire pedissequamente le indicazioni del Fondo Monetario Internazionale, privatizzando l’intero patrimonio pubblico (petrolio, acqua, ferrovie, telecomunicazioni, poste, autostrade, elettricità, miniere, compagnie aeree), liberalizzando il commercio estero, riducendo stipendi e pensioni, eliminando il controllo dei cambi e tagliando il personale per contenere il debito pubblico.

La Costituzione venne modificata per fissare la parità tra peso e dollaro onde evitare che moneta potesse essere svalutata.
Parte dei proventi ottenuti per mezzo della dismissione dell’immenso patrimonio pubblico fu dilapidata dalla corrotta e inefficiente classe politica argentina e ciò che restava non fu sufficiente nemmeno a estinguere gli 8 miliardi di dollari di debito pubblico.

Nonostante il debito pubblico del paese crebbe esponenzialmente fino a lambire l’incredibile soglia di 132 miliardi di dollari nell’arco di pochi mesi, il Ministro dell’Economia Domingo Cavallo, molto vicino al Fondo Monetario Internazionale e pianificatore di tutte le manovre finanziarie argentine, fu nominato “eroe liberale dell’anno” dal New York Times.

La ricetta dell’”eroe liberale dell’anno” provocò una recessione economica che si protrasse ininterrottamente per quattro lunghi anni, portando al fallimento nazionale proclamato nel dicembre del 2001.
La lezione argentina è stata evidentemente imparata dall’Islanda, che ha scelto di ignorare i precetti del Fondo Monetario Internazionale svalutando la moneta, trasferendo i risparmi della popolazione sui conti correnti delle tre banche nazionali e congelando i fondi dei creditori stranieri depositati negli istituti di credito in fase di liquidazione.

Sullo sfondo di un’Eurozona che sforna manovre finanziarie “lacrime e sangue” imponendo enormi privazioni alla popolazione, si staglia quindi l’eccezione rappresentata dall’Islanda, che ha ridotto l’inflazione al 5% e che il prossimo anno riuscirà, secondo le stime, a incrementare il proprio Prodotto Interno Lordo del 2,8% rigettando le direttive del Fondo Monetario Internazionale.

4 commenti:

  1. Ebbene confesso, sono una larva che fa il suo lavoro ogni giorno per mantenere la famiglia come milioni di larve del popolo italiano, del resto . Non sono impegnato ideologicamente , però mi diverto a irridere i fumatori di oppio senza correre alla sezione per giocare a carte . Anche io faccio qualcosa : mantengo la famigghia !! però l’unica cosa che desidererei come larva, è vedere un pò di giustizia sociale per le contrade della terra e dell ‘italia ,nulla di più .
    Vedere che 150 intellettualoidi si sono radunati senza concludere nulla, ma per aggiungere confusione a confusione ,accontentadosi di scrivere qualche formuletta magica, suscita tutta la mia ilarità e commozione . Non c’era bisogno di un raduno ; su tutti i forum si dicono quelle cose . ….non c’è da muoversi dalla sedia per queste cose, a mio parere .
    Vedere poi che questi intellettuali si radunano senza capire che è il sistema che va cambiato e non è questione di formulette economiche , mi da un certo senso di sconforto nella specie umana . Possibile che miliardi e miliardi di anni di evoluzione nella scimmia umana non abbia portato a dei progressi, a dei risultati soddisfacenti ? Fare lì elenco delle belle cose da fare senza che ci siamo i presupposti per farne almeno una sola con questo sistema ,non capirlo mi fa capire lo spessore del raduno e il grado di alienazione ideologica . Questo è il mio giudizio. Si, perché non arrivare, poi , al dunque con la ragione o con la mente, significa distaccarsi dalla realtà e continuare ad assumere stupefacenti .

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Gentile "anonimo" avere degli ideali non pregiudica il fatto di lavorare e mantenere una famiglia.
    Tutti lavoriamo.
    Ha scritto molte belle parole sul "sistema" ma non hai espresso nessuna idea per cambiarlo, forse gli "intellettuaolidi" non ne sono capaci, ma almeno (per coscienza e per i loro figli) ci provano.

    Come vedi non ho censurato il tuo commento, però devi sapere che ognuno ha le sue idee (che possono essere confrontate e discusse) ma non è che chi non la pensa come te fa uso di stupefacenti, oppio ecc.

    Ti invito a moderare il linguaggio, nel caso in futuro volessi onorarci ancora della tua saggezza.

    Un caro saluto
    Alba

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  4. Ciao Alba,
    bisogna cambiare questo sistema obsoleto o tra un po' ci tocca emigrare in Islanda, (che freddo!) qui ormai sono quasi tutti metaforicamente drogati, ipnotizzati e servi.
    Chi sarà il nostro eroe liberale dell'anno?!?
    Saluti

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