Il 18 giugno 2011, un reparto dell’esercito faceva irruzione in una stazione di servizio carburanti all’ingresso della cittadina di Beit ‘Ummar, nella West Bank, situata a nord di Hebron, ed arrestava un giovane del villaggio che lavorava alla stazione, con l’accusa di avere scagliato pietre. Un suo cugino, Rami Abu Mariah, che si trovava sul posto, interveniva e si rivolgeva al comandante del reparto in armi per tentare di impedire l’arresto. Il comandante, un tenente, lo respingeva brutalmente, caricava la sua arma e sparava direttamente in faccia ad Abu Mariah. Muhammad 'Awwad, un volontario di B'Tselem, che vive nel paese, ha documentato l’incidente attraverso video.
Fonte: B'TSelem
Traduzione per Voci Dalla Strada di Curzio Bettio
Ciao.
RispondiEliminaNel 1982 ero giovanissima e stavo prendendo un treno dalla stazione di Venezia. Era metà settembre, c'era un tempo ancora fresco e leggiadro.
Nel salire a bordo fui adocchiata e adocchiai due splendidi ragazzi (ero con una mia amica).
Alti, mori, abbronzati, ben vestiti, educati.
Ci mettemmo a parlare in inglese perchè non erano nè italiani nè europei.
Erano israeliani, e si vantarono subito di essere aviatori dell'esercito. Avevano pochi anni più di noi (loro sui 25).
Io non resistetti, dovetti pronunciare il nome di Sabra e Chatila e dei morti ammazzati. Era appena successo (Sabra e Chatila due campi di rifugiati palestinesi alla periferia di Beirut - i morti tra gli arabi palestinesi è stimato fino a 3500 tra il 16 e 18 settembre del 1982).
Improvvisamente divenni brutta, cattiva e antipatica.
Si chiusero nel loro scompartimento, tendine luride comprese, e non accettarono più nessun dialogo o semplice vista.
Diventammo invisibili.
Scesero a Milano, veloci e silenziosi e sempre con lo sguardo a terra.
Ho voluto descrivere questo ricordo perchè non riesco a cancellarlo, mi ha sempre dato un senso di panico.