25 agosto 2011

RIVOLTE CIA: I MOTIVI PER CUI IL REGIME SIRIANO NON CADRA'

Immaginiamo di essere a Hollywood in una conferenza per discutere su una sceneggiatura e che devi lanciare la tua idea usando 10 parole o meno. Si tratta di un film sulla Siria. Uguale al film sull’attacco a Osama Bin Laden di Kathryn Hurt Locker Bigelow, che si presenta come “i buoni eliminano Osama nel Pakistan”, il poema epico siriano potrebbe essere commercializzato come “sunniti e sciiti lottano per la repubblica araba”.
Di Pepe Escobar 
Si, ancora una volta, tutto è finzione: la “mezza luna sciita”, isolare l'Iran e i pregiudizi sunniti contro gli sciiti.
La fanatica Casa di Saud, sunnita wahabi- in un’altra imponente dimostrazione d’ipocrisia e fedele al suo odio verso le repubbliche arabe secolari - ha qualificato il regime Ba’ath controllato da Bashar al-Asad in Siria una “macchina assassina”.
E’ vero, il feroce apparato della sicurezza di Assad non aiuta, dopo aver ucciso più di 2.400 persone da quando è iniziata l’agitazione a marzo. Sono molte di più, per inciso, di quelle che le forze del colonnello Gheddafi uccisero in Libia quando venne approvata la risoluzione 1973 dell’ONU permettendo l’intervento estero. La risposta di Diogenes il Cinico a questa discrepanza di “dove sono le Nazioni Unite” sarebbe che la Siria, a differenza della Libia, non possiede un’enorme ricchezza in petrolio e gas.
 
Il regime di Assad proviene dalle sub-sette sciite alawita. Quindi per la Casa di Saud questo significa che si stanno uccidendo sunniti. E, in più, per mano di un regime allineato con l’Iran che è sciita.
Da qui, la condanna saudita, seguita dai seguaci del Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG), conosciuto anche come Club Controrivoluzionario del Golfo, più l’impotente Lega Araba manipolata dai sauditi. E come colpo finale, la Casa di Saud e la ricchezza del golfo finanziano attivamente la corrente più spregevole delle proteste siriane- la nebulosa musulmana radicalizzata dalla Fratellanza Musulmana, fondamentalista e salafista.
In contrasto, l’unica cosa che i manifestanti pro democrazia in Bahrein hanno ricevuto dalla casa di Saud e dalla CCG è stata l’invasione e una brutale repressione.
E per quanto riguarda l'opportunità turca...

La posizione della Turchia è molto più sfumata. Il governo del Partito della Giustizia e Sviluppo (AKP) è nella sua larga maggioranza sunnita. Concorre per guadagnarsi il pubblico sunnita della regione. Ma l’AKP dovrebbe essere cosciente che almeno un 20% dei turchi sono sciiti dal ramo di alevi e sentono molta empatia verso gli alawiti siriani.

Il ministro degli esteri turco, Ahmet Davutoglu - padre accademico della festeggiata politica di “zero problemi coi nostri vicini”- ha parlato questa settimana per almeno sei ore, faccia a faccia, con Asad a Damasco. Si è mostrato profondamente enigmatico durante la conferenza stampa, dicendo che la repressione del regime di Asad e la soddisfazione delle richieste dei manifestanti erano un “processo”. Asad potrebbe rispondere che ha già iniziato il “processo”, ma queste cose, come le elezioni libere e giuste, richiedono il loro tempo.

Davutoglu ha detto esplicitamente: “come sempre sottolineiamo, il nostro criterio principale è che la forma del processo deve riflettere solo la volontà del popolo siriano”. Al momento, il regime replica che la maggioranza del popolo siriano sembra appoggiare il governo.

Le parole di Davutoglu sembrano anche implicare che non ci siano motivi perché la Turchia interferisca in Siria mentre Damasco è ragionevole, smetta di uccidere persone e introduca riforme (Asad ha ammesso che ci sono stati “errori”). Resta l’impressione che Davutoglu stava contraddicendo il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan che aveva dato impulso apertamente affinché la Turchia dia una “soluzione” alla questione siriana. 
Così Erdogan dimostrebbe all’Arabia Saudita e al Qatar che il modello turco è la strada che il mondo arabo deve seguire, presumendo che i sauditi e quelli del Qatar paghino il conto affinchè Erdogan si presenti come il Grande Liberatore dei Sunniti in Siria, finanziando un’avanzata dell’esercito turco contro le forze di Assad. Questo suona certamente molto più illogico adesso che qualche giorno fa.
Il regime di Assad ha fatto i suoi conti e si è reso conto che non cadrà mentre le manifestazioni non arrivano alla capitale, Damasco, e alla grande città di Aleppo - cioè che mobilitino la classe media urbana. L'apparato della sicurezza siriana rappresenta al meno un 25% della popolazione, teme fortemente i fondamentalisti sunniti. I sunniti secolari, da parte loro, temono un cambiamento di regime che porterebbe ad una presa del potere islamista o al caos. Quindi è giusto argomentare che la maggioranza dei siriani appoggia certamente il suo governo, per quanto inetto e maldestro sia.
Inoltre, il regime di Assad sa che le condizioni non sono maturate per una campagna di bombardamenti da parte della NATO in Siria sul modello libico. Nemmeno ci sarà una votazione per una risoluzione siriana dell’ONU, la Russia e la Cina lo hanno detto chiaramente.
L’Europa si sta sciogliendo ed è difficile che si arruoli in un’altra avventura mal pianificata. Soprattutto dopo l'atroce spettacolo di questi tizi sospetti del consiglio di transizione libico che uccidendo il loro leader militare e liberando apertamente guerre tribali, con il ridicolo tocco aggiuntivo del riconoscimento britannico dei “ribelli” lo stesso giorno che uccidevano e bruciavano il corpo del loro “comandante”.

Non c’è motivo per un ”intervento umanitario” occidentale sotto R2P (responsabilità di proteggere) perché non c’è crisi umanitaria; la Somalia, nei fatti, è la massima crisi umanitaria attuale, cosa che fa temere che Washington possa cercare di “invadere” o almeno di cercare di controllare la Somalia, cruciale dal punto di vista strategico.

Quindi l’idea che il governo di Barack Obama negli USA dica ad Assad di prendere le sue cose e andarsene è un'idea morta prima di nascere per far si che le cose cambino. E se Assad restasse? Lo ucciderà Washington con droni, con il pretesto del R2P? Ok, il Pentagono potrebbe sempre cercare di ucciderlo con un Veicolo di Tecnologia Ipersonica Falcon 2 - il nuovo giocattolo “per rispondere a minacce in tutto il mondo”, nel gergo del Pentagono. Però, oh! C’è un impedimento; il prototipo del velivolo ipersonico è appena sparito sul Pacifico.

Fonte: http://www.iarnoticias.com/2011/noticias/medio_oriente/0149_regimen_sirio_no_cae_18agos2011.html

Scelto e tradotto per Voci Dalla Strada da VANESA

1 commento:

  1. le ragioni mi sembrano un pò superficiali; la ragione principale è che stavolta tutti sanno che la russia e la cina non ripeteranno più l'errore fatto sulla libia stavolta si andrebbe veramente alla guerra planetaria, la pazienza di questi giganti si sta esaurendo. saluti

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