Mentre l'UE scivola verso un sistema dittatoriale, le voci dissidenti  rimangono minoritarie ma riscuotono maggior attenzione. I professori  Wilhelm Hankel in Germania e Paolo Savona in Italia sono due rare  eccezioni nella professione economica per aver denunciato la follia di  aver creato una moneta sovrannazionale senza un governo dietro di essa. 
Il 17 agosto il prof. Hankel è stato invitato a partecipare ad una discussione sugli Eurobond alla stazione radio Deutschlandfunk.  Egli ha colto l'occasione per esporre agli ascoltatori quanto è  avvenuto all'udienza della Corte Costituzionale, dove i giudici hanno  implicitamente respinto le motivazioni di "emergenza" per giustificare  l'aumento dei poteri dell'UE. 
In un articolo pubblicato il 20 agosto sulla Junge Freiheit,  Hankel ha ammonito che le politiche UE e in particolare gli Eurobond  porteranno a esplosioni sociali anche in Germania. Questi moniti hanno  sicuramente impressionato i lettori nel momento in cui a Berlino, dalla  metà di agosto, vengono bruciate automobili ogni notte, in un evidente  atto di emulazione dei disordini di Londra da parte di gruppi anarchici. 
"L'Euro non può essere salvato né dai tete-a-tete confidenziali" tra  Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, "né da una nuova Wunderwaffe chiamata  'eurobonds'", scrive Hankel. "Come possono i politici credere seriamente  che il super-indebitamento può essere perennemente curato con debiti a  buon mercato? Come possono presumere gli esperti, dopo l'amara  esperienza della crisi finanziaria e bancaria, che ci sia un mercato ¬in  grado di assorbire carta (senza valore) sostenuta solo da titoli  spazzatura di stati europei minacciati di insolvenza, accontentandosi di  tassi 'tedeschi'? Chiunque compri quella carta può farci subito una  croce sopra". 
L'unione dei trasferimenti non solo ucciderà l'euro, scrive Hankel, ma  "aprirà la porta a disordini sociali e a rivolte giovanili come a  Londra, Atene o Madrid (…) L'Europa deve decidere se affondare nel  doppio pericolo del denaro e della società instabile con politici  incompetenti – o se debba cercare politici che impediscano entrambi i  pericoli con una moneta stabile". 
In Italia, mentre l'intera classe politica è ossessionata dalla psicosi  di obbedire alla BCE per evitare che i mercati puniscano il paese, il  prof. Paolo Savona, capo del fondo interbancario di garanzia dei  depositi, sembra aver mantenuto il sangue freddo. Il 18 agosto, Savona  ha scritto su Il Foglio che l'Italia ha bisogno di un Piano B – per l'uscita dall'euro – nel caso che il Piano A fallisca. 
"Tempo addietro – scrive Savona – fui criticato perché proposi di  elaborare per tempo – e insisto che queste cose vanno preparate prima e  non sanate dopo affannosamente – un Piano A, composto dalle decisioni da  prendere per stare nell'euro, e un Piano B, composto dalle scelte da  fare per uscirne ordinatamente. Ho sempre sperato che il paese avesse un  Piano A solido e condiviso, ma ho anche sempre avuto il timore che alla  fine avremmo dovuto ricorrere al Piano B, perché gli accordi europei  muovono in direzione contraria allo sviluppo. Meglio affrontare una  crisi pilotata con tutti gli strumenti a disposizione – ivi inclusa la  creazione monetaria, i tassi dell'interesse e il cambio – piuttosto che  essere oggetto di commissariamento europeo, che non ha tutti i crismi  della solidarietà democratica". 
Le politiche imposte dalla UE e dalla BCE per pareggiare il bilancio  "sono deflazionistiche, ossia fanno cadere la crescita, aggravando il  problema". L'origine del problema è stato il fare affidamento sul  capitalismo per prendere decisioni, "un compito che spetta ai consessi  democratici". Le agenzie di rating e le grandi banche globali "impongono  la loro volontà ai governi, i quali finiscono con il seguirne le  indicazioni. Fine della democrazia: i ricchi più ricchi e i poveri più  poveri". 
In precedenza, l'ex ministro Giuseppe Guarino unico costituzionalista  italiano ad opporsi al Trattato di Lisbona, ha denunciato sul Corriere della Sera il fatto che nel ventennio seguito all'accordo di Maastricht, la politica di bilancio europea è fallita. In un'intervista al Corriere della Sera  il 15 agosto, Guarino ha bocciato l'ultima manovra del governo. "Questa  misure fiaccano consumi già modesti, congelano lo sviluppo, L'Italia  non può crescere solo con le esportazioni, una frazione di quella  frazione del PIL che è l'industria". 
In Italia, negli anni Ottanta, "il debito pubblico cresceva, ma era in  mano agli italiani che reimpiegavano in patria gli interessi ricevuti. E  anche l'economia cresceva. Oggi metà del debito pubblico è in mani  estere". Se il costo di rifinanziamento del debito è superiore o pari  alla crescita del PIL, questo causa una fuoriuscita di capitali  costante. 
"Italia, Francia e Germania si sono sviluppate per oltre 30 anni grazie  al Trattato di Roma, che non liberalizza i mercati finanziari ma  stabilisce la concorrenza tra i produttori di merci nel mercato  comunitario. L'aggettivo conta. Si dice comunitario perché lascia agli  Stati le decisioni senza effetti transfrontalieri. L'Italia della CEE è  la stessa delle Partecipazioni statali. Con il Trattato di Maastricht il  mercato comunitario diventa unico e interno, salta la libertà  d'iniziativa dei governi in patria e si sdoganano i flussi dei capitali  dentro il mercato unico e tra questo e il resto del mondo. Di per sé non  sarebbe un errore, ma lo diventa se chi liberalizza si lega le mani con  schemi fissi in un mondo nel quale tutti gli altri – dagli USA alla  Cina – si tengono le mani libere". 
L'aver stabilito i vincoli di deficit e bilancio "ci hanno reso  ingessati e prevedibili, esponendo la moneta unica alla speculazione". 
Ovviamente condivido quanto appena letto.In particolare la parte che dice che è impossibile mantenere una legittimazione sociale con questo tipo di trattato Europeo dettato dagli interessi finanziari .E' chiaro che se ad avere la sovranitò nazionale sono le grandi banche d'affari senza che i popoli europei possano autodeterminarsi il banco è destinato a saltare.Purtroppo la mia personale esasperazione deriva dalla costatazione che non esistano ancora forze politiche sia nazionali che europee che abbiano coscienza di questo enorme piano truffaldino.
RispondiEliminaPrometeo
Ciao Alba.
RispondiEliminaConcordo con i contenuti dell'articolo e con Prometeo.
Con i contenuti perchè siamo immersi nella melassa della imposizione neoliberista del concetto di DEBITO PUBBLICO senza però avere sovranità monetaria come negli anni ottanta e se proseguiremo verso al strada degli EUROBOND diventeremo schiavi completi di forse esterne (franco germano anglo americane).
La domanda è: che scuola di economia hanno seguito i nostri governanti?
Tremonti il tagliatore lineare di sanità e scuola sa cosa dice o lo dice perchè ha un microchip che glielo impone?
Poi l'unica cosa su cui non posso più concordare dato che mi occupo di ambiente e di sostenibilità è IL CONCETTO DI CRESCITA.
Crescita di cosa?
Inquinamento?
Popolazione?
Il Pianeta è governato da Leggi che non prevedono MAI la crescita indiscriminata dei pensatori economisti.
Sarebbe il caso di coniugare definitivamente la nostra weltangschauung con le leggi del pianeta.
Sennò spariremo tutti, economisti e non, neoliberisti e non.
La coscienza è di tipo olistico.
E concordo drammaticamente con Prometeo: le forze poltiiche sono incompetenti in tutto il Mondo occidentale, e forse questo è un primo segnale della vittoria sugli Stati democratici da parte del lavorio neoliberista.
Un conto è la realpolitik un conto e non capirci una beneamata cippa....
Carissimi Daniela e Prometeo...
RispondiEliminaOvviamente sono d'accordo con entrambi...
Che scuola di economia hanno seguito i nostri politici?
Nessuna scuola, eseguono solo gli ordini impartiti dall'alto...
I politici sono i camerieri dei banchieri...Ezra Pound Docet!
Carissima Alba i politici sono il "cortiletto" del VERO POTERE e quindi sono addestrati a dovere.
RispondiEliminaIn caso contrario sono idioti a 360° che pisciano controvento per interessi immediati e particolari.
Almeno sperare che abbiano frequentato le organzizazioni/università colonizzate dai neoliberisti li rendeva almeno CATTIVI e NON IMBECILLI ocme invece sembra...
DUMAS diceva di preferire i CATTIVI AGLI IMBECILLI PERCHE' QUELLI OGNI TANTO SI RIPOSANO...
:D !!!
RispondiEliminaQuell'aforismo di Dumas è uno dei miei preferiti!
;)
Adesso i "signori" politici vanno a ritoccare ancora le pensioni eppure il modo per recuperare un bel gruzzolo ci sarebbe, dovrebbero copiare l'inghilterra andando in svizzera a chiedere quali personaggi hanno i depositi in tal paese, ma non credo lo metteranno mai in pratita perchè i signorotti quali Bosso e compagni mi fanno pensare che abbiano anche loro il conto svizzero.
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