26 luglio 2011

Quando Solone diede la libertà e cancellò i debiti privati

Quella dei greci con il debito è una storia che va avanti da 27 secoli. Già nel VI secolo avanti Cristo i cittadini ateniesi erano alle prese con denari presi in prestito che non sapevano come ripagare. Al punto che molti di loro finivano ridotti in schiavitù per l'impossibilità di assolvere alle proprie obbligazioni.
Se non ci fosse stato Solone, forse, non sarebbe nata neppure la democrazia che dopotutto ha bisogno di un certo numero di uomini liberi per funzionare. E che fece Solone riformando il sistema legislativo ateniese nel VI secolo?
Semplice, abrogò i debiti.
Di Riccardo Sabbatini 
Il Sole 24 Ore 

O meglio decretò che la libertà personale di un cittadino non poteva essere utilizzata come garanzia - come collateral, diremmo oggi - per concedere un credito. Fu chiamata seisachtheia (lo scuotimento dei pesi). Come frutti maturi da un albero i debiti vennero giù liberando da quell'onere chi ne sopportava il peso. «Fu una decisione epocale - ricorda lo storico Luciano Canfora di cui sta per uscire in libreria Il mondo di Atene (edizioni Laterza) – Alle prese con una grave crisi, Solone, nei fatti, evitò una guerra civile».

Il tema della cancellazione dei debiti - sottolinea ancora Canfora - è ricorrente nell'antichità. «Vi hanno fatto ricorso tutti i riformatori, quanti professavano idee democratiche. Ve n'è un cenno anche nell'invocazione a "rimettere i debiti" contenuta nel Padre Nostro. Dopotutto si tratta di un modo per redistribuire il reddito».

Una patrimoniale negativa, si potrebbe dire. Associato alla seisachtheia c'è anche il sospetto di un insider trading. Si narra che Solone avesse riferito in anticipo i contenuti del suo provvedimento a una cerchia di amici i quali si precipitarono a comprare terre a debito, sicuri di non doverlo mai rimborsare. Ne parla Aristotele nella Costituzione degli ateniensi, giudicandola una maldicenza messa in giro dai rentier greci colpiti duro dal grande riformatore.
Tra le misure di Solone che si prestano ad alcune analogie con i tempi presenti, c'è anche la svalutazione della moneta. Il valore della dracma fu nei fatti abbassato di oltre il 25 per cento. Al deprezzamento si giunse emettendo 100 nuove dracme che avevano un peso equivalente (la misura del valore) a 73 vecchie monete. Ma a quel tempo i legislatori ateniesi avevano la massima autonomia monetaria. All'orizzonte ancora non c'era l'euro.

Infine anche il rapporto difficile che i greci hanno con le tasse ha origini lontane. È ancora Canfora a ricordare un episodio del passato, la "strage di Efeso" nel primo secolo avanti Cristo. Quando i cittadini della città greca dell'Asia Minore si ribellarono al potere di Roma e in un solo giorno uccisero 10mila pubblicani romani, gli esattori del tempo. Pur senza queste efferatezze, 25 secoli più tardi la storia sembra ripertersi, anche se alle prese con la crisi ellenica i governanti europei - in prima fila il cancelliere tedesco Angela Merkel – sembrano ispirarsi a un altro illustre legislatore greco, Dracone. «Certo - commenta divertito Canfora - un franco colloquio con Solone farebbe del bene alla Merker». 

2 commenti:

  1. Anche nell'epoca precristiana, la nazione d'Israele aveva un disposto normativo che impediva ai suoi cittadini di cadere in estrema povertà. Tra cui la restituzione dei beni e la liberazione dalla schiavitù dopo cinquanta anni (giubileo), il prestare a un connazionale nel bisogno senza chiedere interessi.

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  2. Marx disse che in 6000 anni di storia la proprietà privata è sopravvissuta soltanto perchè è stata violata. Nel caso della riforma di Solone egli affermò che ad essere sacrificata fu la proprietà dei creditori, a vantaggio di quella dei debitori.
    Se la proprietà privata non ci fosse non ci sarebbe bisogno di sacrificare nessuno.

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