28 giugno 2011

EUROPA: Colpo di Stato silenzioso a Bruxelles

Il 19 giugno 2010, un giorno dopo che il Consiglio europeo aveva adottato il pacchetto sulla Governance Economica Europea, il presidente della Commissione, José Manuel Durão Barroso, durante una conferenza presso l’Università Europea di Firenze, ha assegnato la qualifica di “rivoluzione silenziosa e graduale” alle misure di controllo e di disciplina economica e finanziaria imposte agli Stati membri. Barroso affermava: “A volte in Europa sono i piccoli passi ad essere i più importanti. 

Per favore, leggete con attenzione le conclusioni del Consiglio europeo di ieri. Quella che è in atto è una rivoluzione silenziosa, una rivoluzione silenziosa in termini di una governance economica più forte, comunque da applicarsi con gradualità. Gli Stati membri hanno accettato, e spero che abbiano compreso con correttezza, di delegare importanti poteri alle istituzioni europee relativi al monitoraggio [economico] e ad un controllo molto più severo delle finanze pubbliche. Questo è successo ieri. Naturalmente, hanno accettato il principio. Ora tocca a noi legiferare!”
José Manuel Durão BarrosoIl presidente della Commissione faceva riferimento allo svolgersi del cosiddetto Semestre Europeo, vale a dire, al programma di controllo nazionale che impone agli Stati di sottoporre i loro programmi economici, incluse le linee generali dei loro bilanci nazionali, al giudizio preventivo della Commissione europea e del Consiglio di Europa, prima di presentarli al dibattito presso i rispettivi parlamenti.
Il meccanismo neoliberista europeo, che ha ricevuto impulso dai popolari, socialdemocratici e liberali, ha prodotto e viene sostenuto da tre Patti: il Patto di Stabilità e Crescita, il Patto di Riforma Strutturale e il Patto per l’Euro, con la volontà da parte della Commissione e del Consiglio di imporli alla cittadinanza europea rappresentata dai parlamenti nazionali.
Il carattere obbligatorio del fatto che i governi siano costretti a presentare le loro proposte economiche a queste istituzioni europee prima che ai parlamenti nazionali costituisce, contrariamente alle opinioni di Durão Barroso, un vero e proprio colpo di Stato silenzioso di Bruxelles contro le sovranità nazionali, attraverso la previa presentazione dei cosiddetti Programmi Nazionali di Riforma, sviluppo della Strategia Europa 2020, a sua volta continuazione della fallimentare Strategia di Lisbona (previsione di una crescita annuale del 3% e creazione di 20 milioni di nuovi posti di lavoro nel gennaio del 2010).
Da Bruxelles, questo colpo di Stato pretende di smantellare lo stato sociale europeo e di uniformare i criteri per aggredire i salari (flessibilità dei lavoratori, distruzione dei contratti collettivi), ridurre drasticamente la funzione pubblica tanto nel personale quanto nelle retribuzioni, ritardare l’età pensionistica, privatizzare il sistema della previdenza sociale e portare a conclusione il processo di smantellamento progressivo dei servizi pubblici.
La cosiddetta Governance Economica Europea (la concretizzazione dei tre Patti) si contrappone ad un effettivo Governo Democratico dell’Economia, imprescindibile nel rinnovamento della costruzione europea per conseguire la coesione sociale, territoriale e il benessere sociale delle persone.
Non è un caso che venga rigettata la necessità di portare avanti un governo democratico dell’economia europea, perché questo implicherebbe mettere in movimento un’architettura politica completamente differente e definire un orientamento economico progettato da e per i cittadini europei sulla base del controllo esclusivo delle sovranità nazionali ed europea.
L’attuale struttura politica europea invita ogni volta di più i cittadini a prendere le distanze dalle istituzioni, in quanto questi si rendono conto che il peggioramento delle loro condizioni di vita è dovuto precisamente a questa pioggia acida provocata dal Consenso di Bruxelles (una replica del Consenso di Washington, fondato sui principi della privatizzazione, del deregolamento nelle assunzioni e del non-intervento pubblico nel campo dell’economia).
Il Consenso di Bruxelles si preoccupa esclusivamente di garantire la libera circolazione delle merci e l’accumulazione dei grandi capitali e dei grandi patrimoni, aggredendo i salari e il benessere dei cittadini in Europa.
Il pugno di ferro che pretende di imporre questi aggiustamenti strutturali provoca, da una parte, la reazione sindacale europea con scioperi generali, e l’invito a coordinare azioni di carattere europeo, come indicato dal Manifesto di Atene della Conferenza europea dei Sindacati; e per altra parte, l’indignazione e la ribellione di coloro che non si rassegnano ad essere solo spettatori del retrocedere delle lancette dell’orologio della Storia.
L’europeismo militante deve reclamare ed esigere la necessità di sottomettere a referendum in tutta l’Unione Europea queste… riforme e misure di aggiustamento che prevaricano le sovranità nazionali, in modo che siano i popoli europei ad approvare o non approvare questa deriva antisociale, e di conseguenza antieuropea.
Il popolo dell’Islanda ha deciso in un referendum che non avrebbe pagato per le irresponsabilità e gli errori dei suoi banchieri, così come ha deciso di lasciare in panchina l’ex primo ministro conservatore Geir H. Haarde, accusato di negligenza davanti alla crisi che ha condotto l’Islanda alla bancarotta.
Quando prevale la democrazia e i popoli si esprimono, è possibile mettere le cose al loro posto. Di fronte al colpo di Stato silenzioso contro le conquiste sociali europee, è indispensabile che si tenga un referendum!
Di Willy Meyer
Traduzione di Curzio Bettio per TLAXCALA

3 commenti:

  1. i capitalisti europei sono uniti,
    i lavoratori no. Da questo nasce
    la dittatura europea, peggiore forse dei progetti europei di Hitler....

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  2. Bello il cerchio europeo con il
    teschio al centro.
    Ma io al posto delle stelle ci
    vedo tante piccole svastiche naziste, tutte in cerchio......

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  3. Oh mio Dio O__O anch'io sospetavo in un colpo di stato, ma non di questa portata. Ma come possiamo fare? I cittadini hanno paura e anche per la svizzera, siamo l'unico stato "libero". Ma per quanto durerà? ç__ç

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