3 febbraio 2011

SUDAN: La cruda realtà dietro la promessa di un futuro

Le foto che accompagnano questo articolo
sono dei campi di rifugiati in Chad
a pochi km dal confine con il Darfur, Sudan.
Gli ultimi avvenimenti nel Sudan, invitano ad una profonda riflessione sulla storia della violazione dei popoli africani ad opera dell’uomo bianco. Nei miei anni di servizio, ho trascorso due dei quasi 3 anni e mezzo in Africa nel Sudan e in Zaire, due paesi che conosco meglio del cortile di casa mia.
Daniel Estulin
http://www.danielestulin.com/

L’Africa è la frontiera finale di questa battaglia per la sopravvivenza. Gli USA, la Cina, e la Francia sono dentro totalmente nelle operazioni segrete nel Sahara Occidentale, il Sudan, Ruanda, il Congo, Burundi, Angola, Chad, Etiopia, Somalia ed Eritrea. Se sovrapponiamo le cartine dei conflitti bellici con le cartine delle riserve naturali strategiche del continente africano, verifichiamo che s' incastrano perfettamente. Coincidenza forse? Per niente. Tra i tanti paesi africani ricchi in risorse, il Sudan dispone delle maggiori riserve naturali ancora da sfruttare. Non c’è da meravigliarsi che il Sudan si sia trasformato nell’epicentro della guerra senza quartiere nel continente nero.
Il Sudan è il paese più grande dell'Africa. Con una superficie di 2,5 milioni di km quadrati, compete con l’Europa Occidentale in quanto ad estensione. Dal punto di vista geografico si trova strategicamente collocato nel Mar Rosso, proprio a sud dell’Egitto, e confina con altri sette paesi africani: Eritrea, Etiopia, Uganda, la Rep.Democratica del Congo, la Rep. Centroafricana, il Chad, Libia e Egitto. Il Sudan ha un immenso potenziale bellico a causa delle rivalità regionali esistenti. Nonostante abbia solo 35 milioni di abitanti, il Sudan possiede una delle popolazioni più variegate del pianeta dal punto di vista etnico. Esistono più di 400 gruppi etnici con una loro lingua o dialetto. L’arabo è l’unica lingua che condividono.

Il referendum a gennaio 2011, rappresenta una grave minaccia non solo per il Sudan, ma per l’intero continente africano.
Dividere i paesi è stata da sempre la politica del Bilderberg e dell’Impero Britannico. Il motivo è facile da capire- eliminare la sovranità nazionale e l’identità nazionale.Divide et impera” è una delle strategie ad ampio spettro usato anche da Israele, un altro paese con molto interesse sull’Africa. Israele molto tempo fa ha adottato una strategia che chiamano “tirare dalle estremità per dopo tagliarle”. Questa politica consiste nel tendere ponti a gruppi minoritari in vari paesi, toglierli dal contesto nazionalista e “stimolarli” a rendersi indipendenti.

Per chiarire, i semi dell’attuale conflitto nel Sudan sono stai piantati nel XIX secolo come conseguenza della politica coloniale britannica. Questa politica si basava su un paese che attaccava un altro contro il suo stesso interesse. Un esempio perfetto di questa politica è il Darfur, dove stiamo vedendo come hanno diviso le regioni in tribu di micro-identità, basate sulle differenze etniche, religiose e geografiche. Altri esempi di questa politica genocida sono il Ruanda, Nigeria e Kenya.

Il gioco imposto dai britannici è puramente psicologico: difendere ad ogni costo la loro pseudo cultura basata nella teorica etnicità tribale. In questo modo i popoli africani si auto distruggono dall'interno. Quando un gruppo sociale, è trattato come animali, che è il caso dell’Africa sub sahariana e la gente semplicemente lotta per sopravvivere in condizioni sub umane ad un genocidio imposto da fuori, risulta molto più facile da manipolare che riconoscere la faccia del vero nemico. A questo gioca l’impero.

L’Impero Britannico non ha mai rispettato la sovranità di nessun paese africano perché gli oligarchi non vedono gli africani come degli esseri umani. Il modo di trattarli è semplicemente quello degli animali allo zoo. Con il sostegno dei mass media, le campagne pubblicitarie attraverso la CNN, BBC , FOX, ecc, si rende il tutto molto più facile da digerire, e promuovere. 

Di fatto, in questo momento, la crisi del Sudan segue un modello talmente visto che quasi è diventato quasi una rutine. Come si articola la campagna della propaganda nei mass media? Facile: Saturazione di interviste da qualche regione in crisi, chiamate di emergenza per aiutare la ritrasmissione nei mass media elettronici, fotografie di rifugiati mostrate in tv, testimonianze raccapriccianti di violazioni “di massa”, che sicuramente sono progettate sia per provocare che per suscitare rabbia, evocazioni di accuse sul genocidio in Ruanda, esigenze sulle misure che devono essere prese ("Come possiamo stare a guardare?", ecc), articoli nei principali mass media che esigono il ritorno dell’epoca del benevolo imperialismo, e  finalmente, l’annuncio che si sta pianificando un intervento.

Lo scenario sull’intervento si copia-incolla facilmente da eventi storici del passato.  Inutile dire che tutto è fatto con il cuore, grazie a quel grande e buon cuore che gli Stati Uniti hanno. Primo: creare instabilità e caos, che dia l’impressione che gli arabi si scontrano con gli africani (quella gente è da sempre che si uccide tra di loro). Secondo: iniziare una campagna nei mass media che colpisca l’opinione pubblica sull’aumento dell’instabilità, come se fosse un puntatore laser. Terzo: provocare l’opinione pubblica e scatenare la rabbia tra la popolazione occidentale altamente manipolata che, quasi letteralmente, crederà a qualsiasi cosa. 
Quarto: assicurarsi che il diavolo- questa volta la milizia Janjaweed- appaia a cavallo. Questo ultimo punto mette in evidenza gli argomenti rigidi e continui sulla lotta tra il bene ed il male.- 
Quinto: trasformare il nemico nel “demonio” (leggasi: gli schifosi arabi) ed i loro soci (le aziende petrolifere cinesi ed i servizi segreti russi).
Sesto: far avanzare i soldati cristiani ed i loro eserciti “umanitari”, e “voilà! È nato un movimento.
Settimo: continuare ad erodere il potere del nemico colpendo la sua credibilità. 
Ottavo: sotto gli standard dell’approvazione morale e con il totale appoggio dell'opinione pubblica occidentale molto preoccupata, far crollare le forze del male (dell’Islam e delòl’Oriente) e installare un governo benevolo, pacifico e a favore della democrazia. Infine: porre fine alle sanzioni, che non sono necessarie, e fornire uno “sviluppo” molto necessario, ad un altro paese sottosviluppato.
Ed ecco lì: un’altra missione “civilizzatrice” per conquistare quelle orde di arabi barbari, e quei africani tribali, malati di AIDS, analfabeti e indifesi che muoiono di fame.
Ma, la realtà del conflitto nel Sudan è un altro. L’attuale conflitto nel Sudan è stato creato un secolo fa e dato legittimamente attraverso le leggi sulle tasse imposte dagli inglesi nel 1922 e 1925, come ad esempio “Passport & Ordinance Act” che ha vietato l’integrazione tra la parte nord e sud del paese: i due creati dai britannici, fino al punto che se qualcuno del nord del Sudan viaggiava nel sud del Sudan lo si riteneva un atto criminale.
Quella creazione di due Sudan da parte dell’impero britannico è la causa diretta del referendum di adesso. La campagna attuale dell’Impero è la seguente: togliere di mezzo al presidente Omar al-Bashir perché le vere intenzioni di quella combriccola di degenerati è di balcanizzare il paese, un Sudan con risorse naturali di grande valore come il petrolio e il coltan, e creare quattro paesi piccoli e assolutamente dipendenti dalle potenze esterne come l’ONU, USA, NATO e le ONG, tutte controllate da nazioni occidentali: il Sudan del Sud, Darfur indipendente e due stati confinanti con l’Eritrea e l’Etiopia. Le conseguenze della balcanizzazione del Sudan ci porterebbe ad una nuova guerra nel corno d’Africa tra il Sudan, l’Eritrea, Etipia, Kenya, Uganda, Chad, Congo e Zaire.

Tradotto e segnalato per Voci Dalla Strada da VANESA

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3 commenti:

  1. Avevo dei dubbi su Estulin, ma questo articolo così chiaro sui problemi dell' Africa me lo rende più interessante. Mi colpisce che dica chiaramente che gli oligarchi europei abbiano sempre considerato gli africani come gli animali negli zoo. Io aggiungo, da parte mia, che sono pure contrario agli zoo. Credo proprio che questo articolo sia molto importante.

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. E' incredibile come le élites sappiano sempre che mossa fare.
    In occidente cercano di annullare e cancellare gli stati-nazione, cercando di creare un'unico superstato governato da un governo unico....e magari "mondiale" per controllare la popolazione, mentre altrove smantellano e dividono in mille pezzi le nazioni, in altre ancora più piccole, allo scopo di appropriarsi di esse un pezzo alla volta.

    Credo che in questo senso anche noi occidentali siamo visti come animali dello zoo.

    "I militari sono degli animali ignoranti, stupide pedine da utilizzare in politica estera"
    (Henry Kissinger)

    ...ma credo che questo valga anche per ogni cittadino "occidentale" che si lascia manipolare dai media e dalla propaganda di questi criminali.

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