5 febbraio 2011

IL "GRANDE GIOCO" DI BARAK OBAMA

Il grande gioco proposto dal governo Obama per il mondo post Iraq e Afghanistan, punta nella stessa direzione di quello avvenuto negli anni 70, ma con la segnaletica cambiata. Adesso si tratta di una proposta di alleanza strategica con la Russia, che bloccherebbe l’espansione cinese in Asia, anche se coinvolge anche qualche tipo di appoggio o “invito” allo sviluppo del capitalismo russo, bloccato dalla sua eccessiva inclinazione al “primario- esportatore”. 
di José Luis Fiori
Sinpermiso.info
Il progetto di Obama può rivoluzionare la geopolitica mondiale, ma può essere anche infelice- tra le altre cose- a causa delle elezioni presidenziali che si terranno negli USA e in Russia nel 2012.
Negli ultimi mesi del 2010, il presidente Barack Obama ha preso decisioni e ottenuto vittorie internazionali che potrebbero radicalmente cambiare la geopolitica mondiale del XXI secolo. Grazie all’intervento diretto del presidente nordamericano nella riunione della NATO, a Lisbona, nello scorso novembre, è riuscito a far approvare un “Nuovo Concetto Strategico” che definisce le linee guida nell’organizzazione dei prossimi 10 anni, che prevede con possibilità di ritirare l’esercito dall’Afghanistan nel 2014, e con la decisione di installare un nuovo sistema di difesa anti missili dell’Europa e degli USA, con il possibile coinvolgimento della Russia e della Turchia, nonostante la resistenza del governo turco a cooperare con i paesi che stanno ostacolando l’entrata nell’UE.

Questa parziale vittoria del governo di Obama, si è aggiunta all’approvazione da parte del Congresso nord americano, a dicembre, dell’accordo bilaterale per il controllo delle armi atomiche, che aveva firmato con il presidente Dimitri Medvedev, nel mese di aprile, e che fu ratificato dal parlamento russo pochi giorni dopo l’approvazione del Senato degli USA. Queste iniziative seppelliscono definitivamente il progetto di Bush di installare uno scudo missilistico sul confine occidentale della Russia, e approfondiscono le relazioni tra le due maggiori potenze atomiche mondiali, togliendo autorevolezza alla mobilitazione anti-russa dei paesi dell’Europa centrale, promossa e con la leadership della Polonia e della Svezia.

In questo stesso periodo, in Medio Oriente, il presidente Obama ha aumentato la sua pressione contro l’installazione di nuove colonie israeliane sul territorio palestinese, ed ha diminuito l’intensità retorica della disputa atomica con l’Iran, segnalando in maniera discreta la disposizione per un nuovo tipo di sistemazione regionale, come era visibile con l’accordo politico che ha permesso la formazione di un nuovo governo iracheno del premier Nuri al Maliki, con l’intervento dell’Iran e con l’appoggio degli Stati Uniti, nonostante il fatto che Maliki non fosse il candidato preferito dei nordamericani. E probabilmente, la crisi attuale del governo libanese avrà una soluzione pacifica e duratura solo se include, di nuovo, un aggiustamento di posizioni e di interessi tra gli Stati Uniti e l'Iran, sia pure informale e non dichiarato. 

Queste vittorie e decisioni del governo Obama, stanno puntando ad una politica internazionale degli USA, di avvicinamento alla Russia e di accordo negoziato delle crisi, sopraposte, del Medio Oriente e dell’Asia centrale. Nel caso di avvicinamento alla Russia, gli USA contano sull’appoggio della Germania, indipendentemente dalle resistenze e divergenze senza fine dell’UE, e se avesse successo potrà ridisegnare la cartina geopolitica dell’Europa moderna. Nella nuova alleanza, la Russia collaborerebbe con la stabilizzazione dell’Asia Centrale ed occuperebbe un posto di rilievo nella silenziosa negoziazione, che è già in corso, che comprende l’Iran e la Turchia, al di sopra delle alleanze tradizionali degli Stati Uniti, nella regione, in vista della costruzione di un nuovo equilibrio di potere in Medio Oriente. In compenso, la Russia avrebbe l’appoggio nordamericano per riprendere la sua “zona d’influenza” e ricostruire la sua egemonia nei territori persi dopo la Guerra Fredda, senza armi e sul cammino del mercato e delle pressioni diplomatiche, come già sta avvenendo in questo momento.

Questa nuova strategia è audace e rischiosa, ma non è originale. All’auge del loro potere, dopo la Seconda Guerra Mondiale, gli USA persero il controllo dell’Europa Centrale a favore dell’URSS, persero subito il controllo della Cina con la rivoluzione comunista di Mao Tse Tung, e furono obbligati ad un armistizio poco glorioso, nella guerra in Corea. Come conseguenza, gli USA dovettero cambiare strategia immediatamente dopo la guerra, e trasformarono la Germania e il Giappone nei due pezzi economici centrali dell’alleanza sulla quale hanno sostenuto la loro posizione durante la Guerra Fredda. Due decenni dopo, in piena epoca d’oro del “capitalismo keynesiano”, gli Stati Uniti furono sconfitti in Vietnam, Laos e Cambogia e persero il controllo militare nel sud est asiatico. E nuovamente cambiarono la loro politica internazionale costruendo un’alleanza strategica con la Cina, che divise il mondo socialista, indebolì l’URSS e ridisegnò la  politica della fine del XX secolo.

Da questo punto di vista, il grande gioco proposto da Obama per il mondo post-Iraq e Afghanistan, punta nella stessa direzione del 1970, ma con la segnaletica cambiata. Adesso si tratta di una proposta di alleanza strategica con la Russia, che bloccherebbe l’espansione cinese in Asia, anche se coinvolge anche qualche tipo di appoggio o “invito” allo sviluppo del capitalismo russo, bloccato dalla sua eccessiva inclinazione al “primario- esportatore”.
Roosevelt ha concepito un’alleanza simile con l’URSS nel 1945, ma la sua proposta fu dissolta dalla sua morte e dalla strategia disegnata da Churchill e Truman, che portò alla Guerra Fredda.
Adesso il progetto di Obama può rivoluzionare la geopolitica mondiale, ma può essere anche infelice- tra le altre cose- a causa delle elezioni presidenziali che si terranno negli USA e in Russia nel 2012.
Traduzione per Voci dalla Strada a cura di VANESA

3 commenti:

  1. molto interessante. Anche i fatti nord africani potrebbero avere una deriva di questo tipo.

    mumble mumble...

    Ti ho inserita nei preferiti leggo sempre molto volentieri

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  2. Quanto vorrei che ciò si dice nell'articolo fosse veritiero.

    Ma lo é veramente od é solo una delle tante interpretazioni, spesso frutto di fantasia, di commentatore politico?

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  3. @yuma
    Credo anch'io che sia sempre un collegamento nelle situazioni politiche internazionali, anche perchè lo zampino Usa è ovunque.
    Grazie per la tua attenzione

    @luigiza
    Purtroppo Obama è un burattino c ome lo erano i suoi predecessori...fatta eccezione pèer quelli eliminati (proprio per questo).

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