L’esplosione di un oleodotto della Petroleos Mexicanos (PEMEX) a San Martin Texmelucan, a Puebla, è un’ulteriore prova della lotta che lo Stato messicano mantiene per sostenersi. L’incendio, che è costato la vita ad una ventina di persone, può essere dovuto, secondo la versione ufficiale “ad una possibile presa clandestina”, cioè, ad un furto di combustibile, che si spiegherebbe sia per la scarsità della popolazione che come l'unico possibile intervento della potente criminalità organizzata.
L'America Latina è stata nel XX secolo una zona di sconvolgimenti politici. Era, e continua ad essere, la regione più diseguale del mondo, e le rivoluzioni ed i colpi di stato si sono susseguiti, dal Messico fino al Nicaragua sandista, attraverso la Cuba della rivoluzione catrista. Ma, all' inizio del XXI secolo, lo scenario è ben diverso.
All’inizio del secolo, quando il mondo focalizzava la sua attenzione in Medio Oriente, dall’Iraq all’Afghanistan a causa del terrorismo internazionale, l'America Latina figurava sulla cartina geografica come il continente dimenticato. Per fortuna per i latino-americani, la regione era al di fuori del terrorismo, l’economia, o gli indici economici, erano migliorati notevolmente e la Cina, la superpotenza emergente, cominciava ad investire in cambio di materie prime.
L’America Latina, dunque, sembrava essere uscita dal buco nero, tra le altre cose perché la democrazia era stata stabilita e i golpisti sembravano essere passati alla storia.
L’America Latina, però, ha gravi problemi da risolvere.
Il Messico, un paese cruciale, insieme al Brasile, nel subcontinente, è un caso che illustra i problemi latino americani. Due esempi: secondo il giornale El Financiero, a Chihuahua e Michoacan una parte importante della società preferisce convivere con i narcotrafficanti di fronte all’incapacità delle autorità comunali e statali. E nelle frontiere del Guatemala, chi domina lo scenario sono i narcotrafficanti ed i contrabbandieri.
La democrazia è malata di favoritismi e populismo. Il crimine organizzato- cominciando dal narcotraffico- è la grande sfida. Le migrazioni stanno annunciando il conflitto tra quelli che hanno a malapena e quelli che non hanno niente. E lo Stato si mostra debole.
In sintesi, e secondo quanto è trasceso dalle filtrazioni dei documenti del Dipartimento di Stato, l’Amministrazione Obama dubita della capacità dello Stato messicano di imporsi nella guerra contro il narcotraffico, data la corruzione esistente. Lo "Stato", dal Messico fino all’Argentina, è stato sfidato.
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