4 agosto 2010

IPOCRISIA E BOMBE A GRAPPOLO

I PRINCIPALI PRODUTTORI SI RIFIUTANO DI FIRMARE: Da questa domenica è vietata la produzione, conservazione e l’uso delle bombe a grappolo. Gli USA, Israele, Russia, Cina e Brasile sono i più grandi produttori, ma si sono rifiutati di firmare  l'impegno. Però i primi quattro hanno votato sanzioni contro l’Iran e, gli Stati Uniti sganciarono la bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki. Tutti loro sono produttori di energia nucleare. Inoltre sono tutti produttori di energia nucleare.

Nel momento in cui si assiste alla discussione globale sulle armi o l’energia nucleare, si impongono sanzioni all’Iran e si minaccia la Corea del Nord, dagli USA l’Unione Europea e le Nazioni Unite, assistiamo ancora una volta all’ipocrisia dei grandi fabbricanti d’armi, potenti (tanto) che hanno perfino due, tre, o addirittura quattro discorsi diversi sullo stesso argomento. 


Due anni dopo la sua adozione, entra in vigore la convenzione che vieta questi esplosivi, lanciati generalmente da aerei e che al loro interno contengono centinaia ed anche migliaia di mini-bombe che possono uccidere in un raggio di 15 metri.
L’aspetto più contestato delle bombe a grappolo è che in molti casi queste piccole bombe- della misura di una bibita in lattina- non esplodono e si mantengono attive per più di 40 anni.

Per questo sono altamente pericolose per la popolazione civile anche dopo molto tempo che il conflitto bellico è finito.
Inoltre sono solite avere un colore brillante, che risulta attrattivo per i bambini. 

Le potenze non hanno firmato

Il Trattato internazionale è stato firmato da 108 paesi, dei quali 34 lo hanno ratificato.
Ma, importanti potenze militari non hanno neanche voluto ratificare la convenzione dato che considerano legittimo l'uso di queste armi.
Tra i paesi che si sono mantenuti al margine ci sono i maggiori produttori di bombe a grappolo, come gli USA, la Russia e la Cina, oltre ad altre nazioni coinvolte in conflitti aperti o latenti come il Pakistan, l’India ed Israele.

In quanto al panorama latino americano, è tra i maggiori produttori di bombe a grappolo che si è rifiutato di firmare.
Per i gruppi che lottano per il divieto di questi artefatti, si tratta del trattato umanitario e del disarmo del decennio.

Thomas Nash, coordinatore della Coalizione contro le Armi a grappolo- che raccoglie più di 300 organizzazioni non governative- ha detto alla BBC che “è una vittoria dei valori umanitari di fronte ad un’arma crudele ed ingiusta”. 

“Armamento aberrante” 

Da parte sua, il segretario generale delle Nazioni Unite (ONU) Ban Ki-moon, ha detto che l’entrata in vigore del trattato "sottolinea non solo la repulsione collettiva di questo tipo di armi ripugnanti, ma anche il potere di cooperazione tra governi , società civile e le Nazioni Unite per cambiare atteggiamenti e politiche in relazione alle minacce che affronta l’umanità”.

Di fronte alla mancanza di dati sulla produzione in Russia e in Cina, il principale produttore ed esportatore mondiale di questo tipo di bombe sono gli USA, con una quantità comprovata di 800 milioni. 

Israele è uno dei paesi con il maggior numero di questi esplosivi immagazzinati, anche se non si conosce la quantità. Il Regno Unito e la Germania contano con circa 50 milioni di bombe a grappolo ciascuno, ma hanno ratificato il trattato e si sono impegnate a distruggerle.

Secondo la Coalizione contro le Bombe a Grappolo questi esplosivi hanno ferito e causato la morte dal 1965 a più di 100.000 persone, un terzo dei quali bambini.



La compagna per richiedere il divieto di questo tipo di bombe cominciò nel 2006 dopo la guerra tra Israele ed Hezbollah nel Libano dove queste bombe hanno causato numerosi morti.
“Nell’ultima guerra del Libano sono stati usati 6 tipi diversi di bombe a grappolo, e 4 di essi sono stati acquistati da Israele e Stati Uniti”, ha segnalato Nash.
BBC/InSurGente


Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di VANESA

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