9 luglio 2010

ASSASSINATI CON IL TELECOMANDO

New York. L’amministrazione Obama si sforza di giustificare i suoi “assassinii selettivi” contro cittadini statunitensi sospettati di terrorismo mentre cresce il dibattito sulla legalità di queste operazioni.

di William Fisher

Non c’è modo di riparare al danno. Un cameraman dell’agenzia di notizie Reuters è stato assassinato da un drone statunitense quando l’operatore della nave ha confuso il cannocchiale del reporter con un lancia granate.

Nonostante questi rischi e il pericolo che rappresentavano gli attacchi per la popolazione civile innocente, le autorità controterroriste del governo di Obama continuano a difendere il diritto di Washington di identificare come obiettivi i cittadini statunitensi considerati come minaccia per catturarli o ucciderli senza un processo.
Il direttore del Centro Nazionale Controterrorista, Micheal Leiter, ha citato come esempio il pericolo che implica il chierico Anwar al- Awlaki, vincolato alla rete radicale islamica Al-Qaeda.

Al-Awlaki, di 39 anni, è nato a Las Cruces, nel sud del New Mexico. E’ un oratore internazionale con doppia cittadinanza, statunitense e yemenita.

Questo leader spirituale ed ex imam avrebbe ispirato con le sue opinioni pericolosi terroristi islamici. Si dice che ai suoi sermoni arrivarono tre degli attaccanti suicidi che hanno perpetrato gli attacchi dell'11 settembre 2001 a New York e Washington.

Leiter non ha detto chiaramente se Al- Awlaki si trovava nella lista degli obiettivi, ma altri alti funzionari di Washigton hanno confermato che effettivamente questo chierico è nel mirino.

Gran parte del dibattito su queste uccisioni extragiudiziali si è concentrata sul fatto che essi violano la Costituzione degli USA, ma esperti insistono sul fatto che si deve anche sottolineare che infrangono le leggi internazionali di guerra.

"Questi assassini politici o selettivi, detti anche esecuzioni extra-giudiziarie sono effettuati per ordine di un governo, e talvolta anche senza conoscenza di questo, fuori da qualsiasi quadro giuridico", ha detto Marjorie Cohn, ex presidente della National Bar Association.
L'esperto ha citato una relazione del 1998 dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, affermando che "le esecuzioni extragiudiziali non possono mai essere giustificate in nessun caso, anche in tempi di guerra".

"L’assassinio premeditato è una grave violazione alla Convenzione di Ginevra", aggiunge il documento.

Cohn ha sostenuto che la situazione si aggrava considerando che gli USA non sono formalmente in una guerra.

Da parte sua, Daphne Eviatar, dell’organizzazione Human Rights First, ha spiegato ad IPS: “Il problema con il programma dei droni del governo è che non ha dato al pubblico l’informazione sufficiente per stabilire se si soddisfano i requisiti legali", ha detto.

“Il fatto che qualcuno sia sospettato di avere legami con Al Qaeda o sostenere Al Qaeda, non lo rende membro di una forza straniera che lotta contro gli Stati Uniti, o qualcuno che partecipa direttamente in ostilità contro gli interessi statunitensi”, aggiunge.

“Mentre gli USA non forniscono informazioni non solo su chi sono gli obiettivi, ma anche sulle prove esistenti per cui quella persona si prende come tale, non potremo sapere se quello che stiamo facendo è legale”.

Nel frattempo, l’avvocato costituzionalista Scott Horton, collaboratore del settimanale Harper’s ha detto a IPS che esistevano due forme “nelle quali il governo potrebbe giustificare l’assassinio extragiuridico di un cittadino statunitense”.

“Una è quando la persona è nell’atto di commettere un delitto che mette a rischio la vita di altri, o può ferirli gravemente, e non c’è un altro modo di fermarlo. L'altra è nel contesto di una guerra”, ha detto.

"L'amministrazione Obama sembra pensare che il secondo caso è applicabile a Al-Awlaki, ma ci sono le prove per dimostrarlo, certamente non sono state presentate al pubblico", ha detto.

E anche se ci fosse tale prova, ha detto, “non hanno spiegato perché semplicemente non lo arrestano e lo portano a rispondere alle accuse basate sui crimini che credono abba commesso, che sembra includano attività terroristiche e forse tradimento”.

“Ovviamente c'è bisogno di spiegare perché questo non funzionerebbe e perché devono lanciare bombe col rischio di uccidere decine di civili innocenti per poter uccidere a Al- Awlaki”, dice Horton.

Il colonnello Morris Davis, ex procuratore capo per i casi di terrorismo del Dipartimento di Difesa, ha richiamato l’attenzione pubblica quando ha affermato che il sistema di giustizia militare era corrotto dalla politica e dall’influenza inappropriata di alti funzionari del Pentagono.

"Il quinto emendamento stabilisce che i cittadini statunitensi non possono essere privati della vita, della libertà o della proprietà senza un giusto processo” ha spiegato a IPS.

“Se la Costituzione vieta al governo di toglierti da casa tua senza un udienza preliminare e senza darti l’opportunità di difenderti, sembra un po’ ironico che possa toglierti la vita con meno formalità e senza processo”, ha aggiunto.

Il professore Francis Boyle, dell’università dell’Illinois, ha serie critiche verso il programma del governo di Obama sui droni.

"Quello che viene proposto qui con Al-Awlaki e altri cittadini statunitensi nella lista ormai apertamente ammessa dalla CIA (Central Intelligence Agency) è un assassinio, un’esecuzione extragiudiziale, una grave violazione del diritto alla vita, ai diritti umani e al quinto emendamento della Costituzione degli USA”, ha detto a IPS.


Tradotto per Voci Dalla Strada da VANESA

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