13 maggio 2010

LA RELIGIONE DEL "MERCATO"


Quasi tutti i leaders politici, sia della sinistra tradizionale o di destra, sia del Sud o del Nord, confessano una vera devozione per il mercato, ed in modo particolare per i mercati finanziari. 
In realtà bisognerebbe dire che hanno creato una vera religione del mercato. Ogni giorno, in tutte le case del mondo che hanno la TV o internet, si celebra una messa dedicata al dio Mercato durante la diffusione dell’evoluzione delle quotazioni in Borsa e dei mercati finanziari. Il dio Mercato invia i suoi segnali attraverso il giornalista finanziario della tv o della stampa scritta. Questo non succede solo nei paesi più industrializzati ma anche nella maggior parte del pianeta. A Shangai o a Dakar, a Rio de Janeiro o a Tombuctu, si può sapere quali sono i “segnali inviati dai mercati”.
In ogni parte, i governi hanno portato a termine privatizzazioni ed hanno creato l’illusione che la popolazione potrebbe partecipare direttamente ai riti del mercato (attraverso l’acquisto di azioni) e che come contropartita ne avrebbe beneficiato se interpretava correttamente i segnali inviati dal dio Mercato. In realtà, la piccola percentuale della popolazione lavoratrice che ha acquistato azioni non ha il minimo peso sulle tendenze del mercato.

Da qui a qualche secolo, forse si leggerà sui libri di Storia che, a partire dagli anni 80 del XX secolo, il culto feticista  ha fatto scalpore. L’espansione, così come il potere che questo culto è arrivato ad avere forse sarà relazionato con i nomi dei due capi di Stato: Margaret Thatcher e Ronald Reagan. Si sottolineerà che questo culto ha beneficiato fin dagli inizi dell’aiuto dei poteri pubblici e delle potenze finanziarie private. In effetti, affinchè questo culto trovasse un certo eco nella popolazione, è stato necessario che i mass media pubblici e privati gli rendessero omaggio quotidianamente. 

Gli dei di questa religione sono i Mercati Finanziari, ai quali hanno dedicato i templi chiamati Borsa, e dove sono invitati solo i grandi sacerdoti ed i loro seguaci. Il popolo dei credenti lo si invita ad entrare in comunione con gli dei del Mercato attraverso lo schermo della TV o del PC, grazie alla radio o televisione, centinaia di milioni di essere umani, ai quali è negato il diritto di soddisfare i loro bisogni primari, sono invitati a celebrare gli dei Mercati. Qui al nord, nella maggior parte dei giornali letti dai precari, le casalinghe ed i disoccupati, esiste un rubrica del tipo “dove mettere i tuoi soldi”, nonostante il fatto che la maggior parte dei lettori e lettrici non ha neanche un’azione in borsa. Si pagano i giornalisti perché aiutino i credenti a comprendere i segnali inviati dagli dei.

Per aumentare il potere di questi dei sullo spirito dei credenti, i giornalisti annunciano periodicamente che questi hanno inviato segnali ai governi per indicare la loro soddisfazione o il loro malcontento. Il governo ed il Parlamento greco, avendo finalmente compresso il messaggio ricevuto, hanno adottato un piano d’austerità d’impatto che farà pagare la crisi a quelli che stanno in basso. Ma gli dei continuano ad essere malcontenti del comportamento della Spagna, Portogallo, Irlanda e Italia. I loro governi dovranno portare anche come offerte importanti misure antisociali per calmarli.

I luoghi dove gli dei sono sopraffatti dalla manifestazione dei loro umori si trovano a New York, Wall Street, nella City di Londra, nella Borsa di Parigi, di Francoforte e di Tokyo. Per misurare la loro soddisfazione, si sono inventati strumenti che portano il nome di Dow Jones a New York, Nikkei a Tokyo, il CAC40 in Francia, Footsie a Londra, Dax a Francoforte, IBEX in Spagna. Per assicurarsi la benevolenza degli dei, i governi sacrificano i sistemi di sicurezza sociale nell’altare della Borsa, ed inoltre privatizzano.

Varrebbe la pena chiedersi perché a questi operatori è stata data questa dimensione religiosa. Non sono sconosciuti nè semplici spiriti. Hanno nomi ed indirizzi: sono i principali dirigenti delle 200 multinazionali più grandi che dominano l’economia mondiale con l’aiuto del G7 e delle istituzioni tali come il FMI- che è ritornato al centro della scena grazie alla crisi dopo aver passato un periodo nel purgatorio- Agiscono anche la Banca Mondiale e l’Organizzazione Mondiale del Commercio, anche se questa non è nel suo miglior momento, nessuno sa se può essere l’eletto degli dei.

I governi non sono un’eccezione: dall’era di Reagan e della Thatcher  che hanno abbandonato i mezzi di controllo che avevano sui mercati finanziari. Dominati dagli investitori istituzionali (grandi banche, fondi di pensioni, compagnie di assicurazioni, hedge founds…) a cui i governi hanno dato o prestato miliardi e miliardi di dollari affinchè potessero essere in corsa nuovamente, dopo il disastro 2007-2008. La BCE, la Federal Reserve statunitense, la Banca d’Inghilterra prestano giornalmente, con un tasso d’interesse inferiore all’inflazione, enormi capitali che gli investitori si affrettano ad usare in forma speculativa contro l’euro, contro i tesori degli Stati, ecc.

Attualmente, il denaro può attraversare le frontiere senza nessuna imposizione fiscale. Ogni giorno circolano nel mondo 3 miliardi di dollari sorvolando le frontiere. Solo meno del 2% di questa somma è usata direttamente nel commercio mondiale o in investimenti produttivi. Più del 98% è dedicato alla speculazione, specialmente sulle valute, i titoli di debito o le materie prime.

Dobbiamo finire con la trivializzazione di questa logica della morte. C’è bisogno di creare una nuova disciplina finanziaria, espropriare questo settore e metterlo sotto il controllo sociale, imporre pesanti tasse agli investitori istituzionali che prima hanno causato la crisi e dopo hanno approfittato di questa, controllare l’amministrazione e annullare i debiti pubblici illegittimi, instaurare una riforma fiscale redistributiva, ridurre radicalmente il tempo di lavoro con lo scopo di poter assumere in massa, ma senza diminuire gli stipendi, ecc. In due parole, cominciare a mettere in moto un programma anticapitalista.

Eric Toussaint è presidente del CADTM belga (comitato per l’annullamento del debito del terzo mondo www.cadtm.org)  è dottore in scienze politiche dell’Università di Lieja, Belgio e dell’università di Parigi VIII. E’ autore di:”La banca del Sud e la nuova crisi internazionale”,  “Banca mondiale, o colpo di Stato permanente”;”La borsa o la vita”. Coautore con Daniel Millet: “60 domande/60 risposte sul Debito, il FMI, e la Banca Mondiale”(2010)

Fonte: La religión de mercado  da  Cubadebate 

Tradotto e segnalato per Voci Dalla Strada da VANESA 

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