22 aprile 2010

LA DITTATURA CAPITALISTA

Foto: http://www.cnt.es/
La configurazione attuale del mondo, derivata dal processo di globalizzazione capitalista, annulla i principi di territorialità e lo concepisce come un grande mercato dove è possibile vendere e comprare tutto.
Accompagnato anche da trasformazioni locali, che propongono stili di vita eretti sul predominio del capitale su tutte le aree dell’esistenza, avanza verso una privatizzazione della vita pubblica e privata accorciando i margini di libertà in cui si sviluppa la nostra soggettività.
Le multinazionali sono una delle principali beneficiarie e contribuiscono ad approfondire la logica cumulativa producendo in paesi dove ottengono maggior profitto al minor costo possibile o, detto in un altro modo, dove hanno meno restrizioni quando si tratta di sfruttamento del lavoro, saccheggiare le risorse naturali e manipolare l’immaginario sociale col fine di collocare i suoi prodotti.

La globalizzazione accentua i processi di neo-imperialismo trasformando la natura in merce attraverso l’usurpazione delle ricchezze naturali (terra, petrolio, acqua, minerali, ecc) attraverso l’acquisto, la frode e persino le guerre; dando luogo alla depredazione e alla privatizzazione delle risorse di uso comune. Questo provoca espulsioni dalle comunità originarie e contadine, militarizzazione, deforestazione dei boschi, sterilizzazione dei suoli seminati con transgenici, inquinamento dei corsi d’acqua per l’uso di diserbanti e malattie, tra le altre cose.


Traduzione a cura di VANESA 

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2 commenti:

  1. È il modello di società che ci vogliono imporre: a totale scapito della gente comune. Ce lo stanno applicando in un modo soft che, a quanto pare, la maggior parte degli individui non coglie. Comunque a me non sembra
    così soft.

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  2. E' più viscido di altri sistemi ma rispetto a quelli passati rimane il migliore. Ricordo che questo è un sistema che ci permette di criticarlo con un elevato grado di libertà.
    In realtà il problema non è quanto sia soft, ma quant'è l'inerzia di coloro che lo vivono... e si ritorna alla citazione di einstein.

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