9 marzo 2010

SI PREPARA LA 5° EDIZIONE DELLA CONTROVERSA "BIBBIA DELLA PSICHIATRIA"


di Miguel Jara
(di seguito E SE FOSSIMO TUTTI MALATI MENTALI? di Miguel Jara)

L’associazione americana di Psichiatria (APA) ha reso pubblica una prima versione del DSM-V, la quinta edizione del controverso manuale diagnostico dei disturbi mentali.
Considerato come “la bibbia della psichiatria”, è un libro che trova consenso nonostante non sia scientifico nè abbia la pretesa di esserlo: la definizione di quello che il DSM considera una patologia mentale è così debole e soggettiva che non si spiega come un manuale così possa servire come base per diagnosticare problemi mentali.

Per fare un esempio, il DSM-IV definisce un' ipotetica patologia dominata Disturbo Dissociativo si riferisce alla presenza ricorrente di condotte distorte, distruttive e di carattere negativo, oltre a trasgressive delle norme sociali, nel comportamento dell’individuo che è comunemente diagnosticato. Per il DSM-IV, il Disturbo Dissociativo è:
  • "Un modello persistente di comportamenti che violano i diritti fondamentali degli altri e delle principali norme sociali proprie dell’età”. Il Disturbo causa inoltre un deterioramento del funzionamento a livello sociale, accademico e/o occupazionale clinicamente significativo. Nei bambini/e diagnosticati con questo disturbo: frequentemente intimidiscono o disturbano gli altri, sono soliti iniziare scontri fisici con gli altri, hanno usato qualche arma che può causare danno fisico ad altri, sono stati crudeli fisicamente con animali o con persone, hanno affrontato e rapinato una vittima, hanno causato incendi con l’intenzione di causare un serio danno, frequentemente mentono per ottenere favori o evitare obblighi, scappano di casa durante la notte mentre vivono ancora nella casa dei genitori”.
Giudicate voi stessi ma che scagli la prima pietra chi non è stato bambino e non abbia fatto alcuna di queste cattiverie che si leggono nella definizione. Trasgredire i diritti basici degli altri? Mi vengono in mente alcuni governi e aziende che soffrono di Disturbo Dissociativo cronico.

La scorsa settimana un giornalista stava scrivendo delle “novità” del DSM-V e mi chiedeva perché il catalogo del DSM non smette di crescere. Gli rispondevo con alcuni indizi. Nel 2006 è stato pubblicato uno studio nella rivista Psychoterapy and Psychosomatics titolato Legami finanziari tra i membri del pannello del DSM-IV e l’industria farmaceutica. Quattro psicologi e professori delle università del Massachusetts e Tufts conclusero che la metà dei 170 membri del gruppo responsabile del DSM e tutti gli “esperti” incaricati delle sindromi della personalità del manuale avevano legami finanziari con l’industria. Gli psichiatri dell’Associazione Americana di Psichiatria che è quella che realizza il DSM non solo hanno lucrato per espandere le malattie mentali a titolo individuale, l’APA ha ricevuto 7,5 milioni di dollari dalle lobby farmaceutiche nel 2003 per il loro giornale come pubblicità, quantità che è aumentata del 22% in un anno fino ad arrivare ai 9,1 milioni, in base allo studio che si realizzò.

Ma allora, cosa significa nella nostra società essere un malato mentale? Gli psicologi Hector Gonzalez Pardo e Marino Perez Alvarez lo argomentano: 
  • “Non c’è ancora al giorno d’oggi stabilita nessuna causa biologica di nessuna sindrome psicologica per quanto molto “malato mentale” che si possa dire”.
Antoni Talarn, dottore in Psicologia, dice che  
  • “in una decade di lavoro non si è riuscito ad isolare nessuno -nessuno, insistiamo- marcatore biologico specifico presente in tutti i casi e soltanto in questo tipo di caso- per un sindrome mentale qualsiasi”.
Questo vuol dire che non si può dimostrare “scientificamente” la malattia mentale anche se ci sono, ovvio. Ma questa difficoltà sta servendo come scusa per diagnosticare come malati mentali persone sane e per la repressione del diverso e dei non convenzionali come si fa sempre di più. L’attuale modello economico imperante ha bisogno di omogeneizzare il comportamento in modo che i mercati siano quanto più ampi possibile e dato che ci sono, se si possono “etichettare” come “malati” quelli che protestano, meglio. Stiamo scrivendo sulla domesticazione e questa è un’arma utile dato che viene appiccicata ai vestiti della “medicina”, la “scienza”, la “preoccupazione per la salute pubblica” o per “l’infanzia”.

Negli ultimi anni assistiamo ad un aumento delle diagnosi di questo tipo di “malattie” nei bambini (anche negli adulti), un mercato molto succoso per i laboratori con meno scrupoli dato che i piccoli non possono difendersi. I bambini, precisamente per essere tali, hanno bisogno di attrarre l’attenzione dei loro genitori e delle persone che li circondano perché vogliono comunicare a loro modo i loro sentimenti. In realtà, le medicine per sottomettere i bambini sono create per i genitori. Di nuovo la paura di perdere la libertà di cui godevano prima di avere i figli o ad affrontare questo nuovo ed enorme lavoro volontario che si acquisisce quando si hanno figli e porta molti genitori a scegliere la strada facile di farmaci psicotropi.

A volte essere etichettati come malati ci tranquillizza. Il DSM indica che per diagnosticare la Sindrome del Defict di Attenzione con o senza iperattività (ADHD) ad un bambino, dovrebbe presentare un minimo di sei comportamenti problematici su un totale di nove. I criteri sono così soggettivi che molti bambini sani possono essere qualificati come malati del Deficit d’Attenzione. Niente meglio che mettere un nome a questi timori per classificare, contenere e trattare, in questo caso farmacologicamente, una paura. Molti genitori tirano un sospiro di sollievo e di liberazione e di approvazione quando gli si comunica che il loro figlio ha l'ADHD e che il problema “sparirà” solo ingerendo una pillolina. La paura che il loro pargolo sia diverso dal resto in una società che innalza i termini medi, è stata scongiurata, anche se per questo è stato necessario drogarlo con medicine contenenti metilfenidato, una droga di caratteristiche simili alla cocaina.

Così dopo aver letto questo non vi dimenticate di ingerire la vostra pillola dato che se lo fate o vi rifiutate di farlo, secondo il DSM si può "soffrire"  il Non Compimento Terapeutico, che è la libera decisione del cittadino o del paziente di non medicarsi portata al parossismo patologico, puro totalitarismo.
Mi sono allungato quindi è meglio lasciare qui, domani vi racconto ciò che realmente sta per offrire un' analisi degli sviluppi che annuncia il DSM-V e alcune altre cose interessanti.


E SE FOSSIMO TUTTI MALATI MENTALI?

Pubblicato da Miguel Jara il 2 marzo 2010.

Come vi raccontavo ieri, oggi vi offrirò un’analisi delle novità che annuncia il DSM-V e alcune altre cose interessanti. Mi baso sull’articolo pubblicato su Le Temps, un giornale svizzero, con il titolo Tutti siamo malati mentali.  
“Gli omosessuali hanno fatto l’impossibile per uscirne (dal DSM). Gli asessuali hanno rivendicato lo stesso e ci stanno riuscendo. Ed invece possiamo osservare l’arrivo degli "ipersessuali" nell’ambito molto frequentato dalle persone che soffrono patologie mentali. Tutto questo riassume la nostra epoca. Il manuale in questione vuole considerarsi un monumento di scienza pura, indifferente alla Storia. Innocenza?
La quinta versione del DSM V sarà pubblicato nel 2013. Il mondo trattiene il respiro. Perché dalla “Bibbia della psichiatria” dipende la nostra divisione tra malati e sani, racconta Le Temps.
“nel 2013 accadrà probabilmente un passaggio storico: il pianeta Terra sarà popolato da una maggioranza di malati mentali “Questo mette sul tavolo domande interessanti” ironizza Francois Anermet, capo della psichiatria infantile di Ginevra: nel futuro bisognerà curare i “normali”?
Il DSM è l’opera mondiale di riferimento della psichiatria. Il suo unico concorrente è il capitolo sui Distrurbii mentali o del comportamento della Classificazione Internazionale delle Malattie (CIM-10 )dell’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) I psichiatri svizzeri, principalmente nei dossier realizzati per le compagnie di assicurazione, si basano su uno come nell’altro. Poco a poco, il DSM si è trasformato in un manuale che riduce la sindrome mentale ad una somma di sintomi. Quello che si è perso per la strada è la psicopatologia, cioè lo sforzo di capire una persona che soffre nella “coerenza del suo comportamento”, come dicono gli specialisti critici. Trionfa la descrizione piana dell’individuo, si dimentica la profondità dello stesso e la visione d’insieme di ogni essere umano nell’”ossessionarsi” sui dettagli:
  • “Tra le novità del DSM-V, troviamo un’innovazione tecnologica che consiste nel tenere conto non solo della natura del sintomo ma anche della sua intensità. Un’iniziativa lodevole in se stessa, che rende giustizia al fatto che “le emozioni si presentano come un continuum” dice Pierre Bovet (professore di Psichiatria in Lausanne e esperto in schizofrenia): dallo stato depressivo alla depressione patologica, per esempio. Dall’altra parte, come scrive Bertrand Kiefer, “a seconda di dove si metta il cursore del continuum, si può accelerare o prosciugare il mercato della malattia mentale. Non è molto grande la suspence che serve per sapere da quale parte soffierà il vento”.
Conclusione: La vita, non è, in se stessa, una malattia?

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