17 marzo 2010

NOAM CHOMSKY: «La base di Guantanamo è usata per creare altri terroristi»


Intervista all’intellettuale e dissidente statunitense Noam Chomsky

Il New York Times ha catalogato Chomsky come forse “l’intellettuale in vita più importante di oggi”. Ma le sue opinioni sono raramente ascoltate sui mass media. La trasmissione Democracy Now!  di questo lunedì ha ospitato il linguista e dissidente di fama internazionale, Noam Chomsky. In una lunga conversazione pubblica a Harvard Memorial Church a Cambridge, Chomsky parla della politica estera e la politica sulla sicurezza nazionale del presidente Obama, degli insegnamenti che il Vietnam ha lasciato, e del sul suo stesso attivismo.
“Non si può essere coinvolti a metà in questo tipo di cose”, afferma Chomsky. “O si fa in modo serio e ci s' impegna seriamente, o vai ad una manifestazione e torni a casa e te ne dimentichi, ritorni al tuo lavoro e non succede nulla. Succedono cose solo quando c’è un lavoro veramente dedicato e diligente”.

 Amy Goodman: Cominciamo oggi con un estratto del  più recente discorso di Chomsky, uno sguardo critico verso l’impulso che l’amministrazione Obama sta dando all’aumento delle sanzioni contro l’Iran.

Noam Chomsky: La difesa del presidente Lula in favore dell’Iran in relazione all’uso di tecnologie nucleari è stato visto da tutti i media come una forma di paradosso. Perché non è con il resto della comunità internazionale, con il resto del mondo? Questa domanda è un punto fermo di ciò che è la cultura dell'imperialismo. Chi è la comunità internazionale? Risulta essere, che se guardate bene, la comunità internazionale è Washington e chi vuole esistere deve essere d’accordo con questa prospettiva. Il resto non fa parte del mondo. Sono una specie di opposizione.

Un altro gruppo che non è parte del mondo è la popolazione degli Stati Uniti. Nelle inchieste più recenti di qualche anno fa, la maggior parte degli statunitensi erano d’accordo che l’Iran aveva il diritto di sviluppare l’energia nucleare, ma ovviamente non armi nucleari. Di fatto, questa inchiesta ha dimostrato che le opinioni degli statunitensi riguardanti l’argomento erano quasi uguali a quelle degli iraniani in un' ampia gamma di argomenti.
Nessuno con un minimo di senso comune vuole che nè l’Iran, nè nessuno sviluppi armi nucleari. Quindi al riguardo sono tutti d’accordo. E di fatto c’è abbastanza conflitto nei temi sulla proliferazione delle armi nucleari. Non è una barzelletta, la visione di Obama include la forza, fa leva sul bisogno di mettere fine alle armi nucleari e a ridurle e possibilmente eliminarle. Bene, questa è la visione, e nella pratica?

Sulla politica estera del presidente Obama

Quando ha iniziato alla Casa Bianca o quando fu eletto, credo sia stata Condoleeza Rice quella che si prefissò che la politica estera di Obama sarebbe stata una continuazione del Secondo mandato di Bush, che nell’eliminare figure come Wolfwitz e Rumseld, ha avuto una svolta verso una norma più o meno centrista. Si parlò di negoziare e di aggredire di meno. Una politica più cortese con gli alleati. Quindi un atteggiamento più accettabile, ma nell’essenza non ci sono stati cambiamenti. La predizione era quella più o meno che avrebbe continuato e la mia opinione è che è stato fondamentalmente così.

Sul movimento contro la guerra negli Stati Uniti ...

La mia opinione, e questa non è la più generalizzata, è che il movimento è più forte ora che nei decenni degli anni 60. Nel 1968 e 69 il movimento contro la Guerra nel Vietnam è stata molto forte. Ma bisogna ricordare che questa guerra era cominciata nel 1962 e per allora erano già morti circa 60.000 o 80.000 persone sotto il regime burattinaio degli USA. E' stato solo nel 1962 che Kennedy dichiarò guerra aperta, inviando la forza aerea nordamericana perché cominciasse a bombardare il Vietnam del Sud. A quell’epoca le proteste stavano a zero.
Se si paragona con l’Iraq non possiamo dimenticare che le manifestazioni erano cominciato anche prima dell’invasione. La Guerra degli USA in Iraq è stata orribile, probabilmente sono stati uccisi un milione o più di persone, hanno distrutto il paese, si è prodotta una distruzione culturale orribile. Ma potrebbe essere stato peggio. Non è nulla in confronto a quanto hanno fatto gli USA nel Vietnam. Non c’è stata saturazione di B-53 con bombe chimiche e simili. E credo che questo si è dovuto effettivamente alle manifestazioni realizzate dal movimento contro la guerra. La popolazione qui si è civilizzata di più. Diciamo che questa è stata una triste lezione degli anni '60.

Su Guantanamo…

Se vuoi essere parte del mondo civilizzato e se vuoi ridurre le sollecitudini del movimento estremista arabo, giudicali in un tribunale civile (…). Il fatto che siano a Guantanamo è inaudito di per sé. In primo luogo, “cos' è Guantanamo”? E’ stato un territorio tolto a Cuba un secolo fa con la minaccia delle armi. Hanno detto ”o ci date Guantanamo o preparatevi”. Cuba era sotto occupazione militare. Si dice “trattato” ma tu sai come sono queste cose- Bene. E il Trattato di Guantanamo, se lo volete chiamare così, ha permesso che si stabilisse un centro per la Marina. E come sapete non è per questo che la usano.
E' stato usato per fermare i rifugiati haitiani, quelli che stavano fuggendo dai regimi dittatoriale sostenuti dagli USA. Arrivano qui perché il governo nordamericano non da loro asilo politico dicendo che sono solo rifugiati economici. I guardacoste cercano di fermarli e se qualcuno riesce a passare, allora, è inviato verso Guantanamo. Adesso sapete che uso danno alla base.
In realtà, la Base di Guantanamo viene usata per creare terroristi. Non è la mia opinione, è l’opinione dei principali interrogatori degli USA, come Matthew Alexander, che ha scritto un articolo su questo. Lui ha detto che è la maniera perfetta per creare un terrorista. Inspira al terrorismo da tutte le parti e trasforma molte persone in terroristi. La maggior parte di quelli che sono a Guantanamo sono bambini di 15 anni presi dai marines con un fucile in mano, quando l’esercito USA invadeva  i loro paesi, e bene, cosa vi aspettavate?

Fonte: http://www.democracynow.org/2010/3/15/noam_chomsky_on_obamas_foreign_policy

Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di VANESA 

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