2 marzo 2010

IL MERCATO DEL VOTO POPOLARE

IL POTERE OCCULTO: COSA FANNO E A COSA SERVONO I POLITICI?

di Manuel Freytas
Al di sopra del potere politico si colloca un sovrapotere (di natura occulta) basato su un tripode: Le grandi camere aziendali, le ambasciate estere ed i grandi monopoli dei mass media. Il politico è solo l' espressione gestionale di quel potere.
Le maggioranze, alienate e brutalizzate dalla stupidità dei mezzi di comunicazione, credono abitualmente che “il potere” sono i presidenti ed i governi di turno.
In questa concezione massificata, alimentata dagli stessi analisti della stampa convenzionale, un “Presidente” è qualcosa così come un’entità sovradipendente che prende decisioni autonome al di sopra della trama strutturale del potere economico ed imprenditoriale.
Nelle loro analisi (così come fanno sparire la dinamica dei rapporti capitalisti) i comunicatori del sistema presentano uno scenario di conflitto il cui asse passa solo attraverso la competizione e le guerre tra i politici ed i partiti.
Questo scontro, tra politici con altri politici per l’elettorato, da una parte, e i litigi del governo di turno con l’”opposizione”, dall’altra, non si associa mai all’ establishment economico (il potere dietro al trono) e segna la dinamica dell’”informazione” che giornalmente consumano le maggioranze.
Quindi, per il livello medio statistico di massa (incluso gli intellettuali) il potere decisionale è un’area di esclusiva competenza della “classe politica” e del governo di turno, in perpetua lotta per la poltrona elettorale e per il resto dei governi provinciali e comunali e le loro aree legislative.
E qui, si produce la prima distorsione riduttiva: La struttura di comando (dei politici) è confusa con i padroni (il potere imprenditoriale che controlla lo Stato capitalista e tutto il sistema economico produttivo).
Quello che la stampa (sia nei paesi centrali che indipendenti) presenta come una guerra tra i politici per il potere, è in realtà una guerra dei gruppi economici per il mercato e per un posizionamento migliore nelle aree decisionali dello Stato capitalista.
In questo gioco, i politici sono solo intermediari istituzionali di questa guerra, prendendo posizioni a seconda dei loro vincoli dentro della rete imprenditoriale per le quali prestano servizi come lobbisti a livello governativo, legislativo e giuridico.
Nell’esecutivo nazionale, i governi provinciali e comunali, nelle camere del Congresso, i politici sono solo la facciata di trasmissione (e di esecuzione) degli interessi dei grandi gruppi economici che si dividono il commercio interno, il commercio estero, e tutta la struttura economica produttiva del paese.
Cioè, la funzione specifica della “classe politica” non è quella di avere il potere di decisione economica (il potere reale dello Stato capitalista), ma quella di compiere le funzioni di gerenti (quando sono in posti governativi) o di fare lobby (impulsare leggi favorevoli ai loro rappresentati) quando sono nelle camere legislative.
Perché questo si capisca meglio. Tutto lo sviluppo della carriera di un politico (senza eccezioni alla regola) è segnato dalla sua condizione di lobbista per alcun gruppo economico.
La relazione comincia quando inizia la sua carriera dal gradino più in basso della piramide politica, passando attraverso diversi posti, dal consigliere, deputato, sindaco, governatore fino a Presidente (o Primo Ministro), in base alla sorte che gli tocchi nell’affare.
Le aziende e le banche pagano in due modi per i “servizi” istituzionali di un politico: Finanziano la sua campagna e lo abilitano con una percentuale di contratti che lo Stato ottiene.
Se arriva ad occupare i posti più alti (presidente, governatore o sindaco), servono il potere collocando gli operatori dei gruppi economici come funzionari o accessori chiave nei gabinetti governativi.
Questa dinamica è quella che permette ai politici di trasformare il ruolo di gerente della “cosa pubblica” in un’azienda commerciale parallela realizzata con il controllo dello Stato. Questa attività capitalista privata (effettuata con lo Stato come strumento) è quello che permette al politico di trasformarsi in un prospero milionario e si dividono le aree di influenza nello Stato capitalista.
Se la maggioranza prende coscienza di questa macrotruffa con lo Stato smetterebbero di legittimare i politici con il loro voto nelle urne.
E questo non succede per una semplice ragione: I mass media (guardiani e protettori del sistema) impongono e livellano l’idea che se la gente non vota si può entrare nel caos e nel “vuoto” del potere.
Cosa che non ha nessun fondamento logico, dato che lo Stato delle corporazioni economiche funziona al margine del formalismo delle istituzioni che danno una mano di vernice “democratica” al macro- furto capitalista di lavoro sociale e di risorse naturali.
Dove il “voto popolare” compie solo il ruolo di legittimazione sociale della truffa istituzionalizzata con le elezioni e la partecipazione in massa.

Il potere occulto.

Quelli che prendono le decisioni strategiche (attraverso i politici) sono i fattori del potere economico che le lobby  che esercitano pressione ed influenza sul governo e i parlamenti.
Questa strategia (di presentare il gerente come se fosse il padrone) è orientato a far sparire la struttura del potere reale che controlla i fili dello Stato al di sopra dei governi e dei sistemi parlamentari e giuridici.
Al di sopra del potere politico si colloca un sovrapotere (di natura occulta) basato su un tripode: Le grandi camere aziendali, le ambasciate estere ed i monopoli dei mass media.
Le ambasciate estere (principalmente quelle degli USA e dell' UE) compiono la funzione di “lobbiste” delle loro banche e aziende nel paese in cui si trovano.
Le grandi camere aziendali, a sua volta, legate alle grandi banche e aziende multinazionali che mantengono l’egemonia ed il controllo di tutta l’attività economica produttiva, e a loro volta guidano il mercato interno ed il commercio estero (le aree centrali dell’economia).
I grandi consorzi mediatici (oltre ad integrare il sistema come una corporazione in più) sono ultra dipendenti delle grandi banche e aziende che contrattano il grosso del loro fatturato con la pubblicità commerciale.
A sua volta, fanno pressione sul governo nazionale e provinciale per la concessione della pubblicità istituzionale dello Stato, che completa il suo fatturato e il suo profitto dalle entrate della pubblicità.
Questo tripode strategico costituito dalle ambasciate (il potere imperiale transazionale), le grandi camere aziendali (il potere economico) ed i consorzi della comunicazione (il potere mediatico) costituiscono il centro del potere strategico che controlla lo Stato capitalista, sia nei paesi centrali come in quelli della periferia dipendenti.
Quando la stampa dà (attraverso l’informazione) il potere decisionale ai politici ed ai governi di turno, quello che fa è di diluire la comprensione e togliere il potere reale dalla vista della maggioranza.
E c’è una spiegazione di fondo: i politici non sono altro che un fusibile.
Oltre alla loro funzione di gerenti al servizio dei grandi gruppi economici, sono lì per preservare l’anonimato dei centri decisionali che controllano il potere reale.


Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di VANESA

3 commenti:

  1. Un buon articolo....ma niente di nuovo sotto il sole (almeno per me)
    L'unica cosa che non capisco è il paragonare il politico ad un fusibile;mi sfugge il senso.

    Xeno

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  2. @ Xeno.
    Il fusibile è quello che può tranquillamente saltare se si alza la tensione mantenendo in sicurezza il sistema, è quello preposto a fondersi per salvaguardarlo.
    Quando è inutilizzabile si sostituisce. Ciao a tutti.

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  3. Ho capito,pur di mantenere il sistema è meglio che salti il politico di turno sostituendone un altro.
    Ho capito il senso grazie alina

    Xeno

    RispondiElimina

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