8 gennaio 2010

ESMA: IL PROCESSO EMBLEMATICO

22 anni fa festeggiarono la chiusura dei processi contro di loro senza neanche vedere un giudice. Adesso, una ventina di questi repressori della Scuola Meccanica dell’Armata (ESMA) affrontano per la prima volta un tribunale per delitti di lesa umanità perpetuati contro 85 vittime, la maggiore parte sparite.

Tra gli accusati si trova Alfredo Astiz, un simbolo del potere della dittatura tra il 1976 ed il 1983 e anche un caso emblematico di impunità. Nonostante i molteplici crimini che gli sono stati attrinuiti, la sanzione delle leggi “punto finale” e “obbedienza dovuta” nel 1987 gli ha permesso di essere libero da qualsiasi processo da quel momento, allo stesso modo di tanti altri repressori dichiarati.


Ma arrivano anche in manette al processo altri 15 ex marines e membri dell’esercito e della Polizia Federale, tutti accusati di sequestro, torture, assassinii e sparizioni forzate sotto il marchio dell’ESMA, l’istituzione che da formazione militare passò ad essere un centro di concentrazione clandestina a Buenos Aires per circa 2.000 prigionieri.


Nell’udienza di martedì (dic. 2009 NDT), l’ultima dell’anno, la procura considerò provata la partecipazione di Astiz nel sequestro e sparizione nel 1977 delle monache francesi Alice Domon e Leonie Duquet. Ha anche dettagliato che sotto i suoi ordini e di altri repressori hanno agito nell’ESMA gruppi che “hanno sequestrato, torturato e saccheggiato”.


L’avvocato querelante, Rodolfo Yanson,
che rappresenta l'superstiti, ha spiegato a IPS che “nel 1986 gli ex marines avevano cominciato ad essere processati in circa 200 casi con testimoni, meglio documentati, e con questo si era andati avanti con il processo, ma un anno dopo con le leggi di Punto Finale e Obbedienza Dovuta tutto quanto si era fermato.

Il Congresso ha abrogato nel 2003 quelle due norme con carattere di amnistia, che erano state approvate sotto pressione militare 15 anni prima, e le cause sono state riaperte. Ma l’impulso più grande è stata la dichiarazione di incostituzionalità di tali norme da parte della Corte Suprema di Giustizia nel 2005. Ci sono stati dei passi fatti in avanti in diverse cause e quest’anno è il turno dei repressori dell’ESMA.


Insieme ad Astiz sono adesso sotto processo altri marines riconosciuti come crudeli repressori, come Juan Carlos Rolon, Antonio Pernias, Jorge Acosta, Jorge Radice, Juan Antonio Azic, Ricardo Cavallo, Alberto Gonzalez, il vice Almirante Oscar Montes e l’ex tenente coronello Julio Cesar Montes, tra gli altri.


La procura ha determinato che Astiz e Acosta coordinavano le operazioni repressive nell’ESMA in modo che,
“mentre i detenuti venivano torturati, altri gruppi fossero pronti per sequestrare”.

I casi per i quali si giudicano gli imputati sono 85, ha spiegato Yanson.
"Questa è la prima tappa di un processo che durerà per circa otto mesi nel 2010, ma dopo ci sarà un secondo processo con un altro centinaio di casi e si rivedranno molti degli accusati”, ha annunciato.

In questo segmento si giudicano casi emblematici come il sequestro e la sparizione di Domon, Duquet e dei familiari degli scomparsi, tra di loro 3 fondatrici, in piena dittatura, delle Madres de Plaza de Mayo, che prendono il nome dalla loro marcia di ogni giovedì con un fazzoletto bianco sulle loro teste intorno alla zona da cui prendono il nome, situato di fronte alla sede del governo argentino.


Per quei crimini, Astiz, che allora era un giovane tenente della marina, si infiltrò nel gruppo di familiari e religiosi che si riunivano per discutere in che modo avrebbero reclamare i sequestrati. Diceva di essere fratello di un scomparso. Le madri e le suore lo protessero senza sapere che le avrebbe consegnate nel 1977 ai suoi colleghi repressori che le hanno sequestrate, torturate e fatte sparire.


Per la sparizione delle due suore fu condannato
in contumacia in Francia nel 1990. L’ex marine, ha beneficiato della legge di obbedienza dovuta, era libero in Argentina, ma è rimasto ironicamente prigioniero tra le frontiere del suo paese perché sarebbe stato arrestato dalla polizia internazionale (Interpol), appena avrebbe messo piede in giurisdizione straniera.

Nonostante questa situazione, si vantava della sua impunità. Nel 1989 in un’intervista giornalistica disse che era “
nel paese, l’uomo meglio preparato tecnicamente per uccidere un politico o giornalista. A me, l’Armata ha insegnato a distruggere. Non mi ha insegnato a costruire. So mettere mine e bombe, so infiltrarmi, so disarmare un’organizzazione, so uccidere. Tutto questo lo so fare bene”.

In base a queste dichiarazioni, Astiz finalmente fu cacciato dalla Marina. Ma ancora era protetto dalla legge e non poteva essere processato. Soltanto dopo il 2003, quando tornarono i processi, fu determinata la sua detenzione e venne processato.


Questo primo processo iniziò l’11 settembre, ed ha avuto la sua ultima udienza di quest’anno martedì e seguirà in altre due sessioni da realizzarsi a gennaio. La fine del processo è previsto per la seconda metà del 2010.


I querelanti sono familiari di persone sparite, come Marcelo Brodsky, superstiti come Victor Basterra e Graciela Daleo, e organizzazioni sui diritti umani. “Lavoriamo affinchè gli imputati conoscano una sentenza, che speriamo li condanni”, ha detto Yanson.


Si condannerà in questo processo anche il crimine al famoso giornalista e scrittore
Rodolfo Walsh nel 1977 e si cercherà di chiarire il sito dove giacciono i suoi resti, e parte della sua opera inedita. L’autore di “Operazione Massacro”, uno dei primi romanzi di" non-fiction " scritti in castigliano, è stato ucciso per la strada ed il suo corpo fu portato all’ESMA, secondo i testimoni.

Da quando si sono dichiarate incostituzionali le leggi di amnistia, ogni anno si realizzano processi. Nel 2009 ci sono state un 70% in più di condanne rispetto al 2008 e si spera che nel 2010 ci sia un aumento rispetto al 2009. Ma questa è la prima volta che si procede contro i repressori dell’ESMA.


L’unico condannato per questi casi era stato a metà degli anni 80 l’ex comandante dell’Armata Emilio Massera,
il primo membro della giunta dittatoriale, che insieme agli altri capi di stesso rango sono stati condannati all'ergastolo ed altri a vari anni di carcere, ma nel 1989 sono stati graziati dal presidente Carlos Menem.

Quando quel perdono fu annullato, l’ex marine fu dichiarato insano di mente e rimase agli arresti domiciliari ma senza condanna.


Nel 2007 si era cercato di procedere nella condanna al prefetto Hector Febres, un altro repressore della ESMA, ma dopo essere stato detenutoè stato trovato morto per avvelenamento in una cella della Prefettura Navale dove aspettava la parte finale del suo processo per i crimini commessi in questo centro clandestino di detenzione.

L’assassinio di Febres, e la precedente sparizione di un testimone e sopravvissuto della repressione, Jorge Julio Lopez nel 2006, hanno portato i querelanti ad esigere maggiori garanzie durante questo nuovo processo. “
Non posso dire che abbiamo delle garanzie totali ma qualcosa c’è. Il Ministero di Giustizia sta lavorando abbastanza su questo”. Ha ammesso Yanson.

“Questo non significa che
gli imputati possano essere intimiditi”, ha chiarito. Nella prima udienza del processo, Astiz ha portato il libro “Tornare ad uccidere”, dell’ex funzionario argentino Juan Bautista Yofre, e lo mostrava sorridente di fronte al pubblico prima di lasciare la sala. Nella seconda udienza ha portato “Il Processo” di Franz Kafka, in allusione alla forma nella quale si identifica il regime.

E ci sono state minacce. Una è stata ricevuta telefonicamente a casa dalla madre del procuratore Eduardo Taiano,
pubblico ministero al processo. Un’altra è stata un’interferenza nell’elicottero presidenziale l’11 dicembre nella quale la voce diceva “uccidete la stronza” nel momento in cui è stata trasferita la presidente Cristina Fernandez.

Il governo lo ha
associato con l’inizio del processo ai repressori dell’ESMA, chiuso per il ritorno della democrazia e trasformato dal 2004 su ordine dell'allora presidente Néstor Kirchner nell’Archivio Nazionale della Memoria e spazio di promozione e di difesa dei diritti umani.

Fonte:
http://www.ipslatam.net/nota.asp?idnews=94346

Tradotto e segnalato per Voci Dalla Strada da
VANESA

4 commenti:

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