10 novembre 2009

LA DITTATURA DEI BANCHIERI



di Luis Alsò


“Il potere politico reale è esercitato a livello mondiale da un piccolo gruppo di individui senza scrupoli che si trovano negli USA, un paese governato da dirigenti di società segrete, che coincide con il fatto che sono i padroni delle sei banche principali. Questo piccolo gruppo dirigente costituisce il cervello che domina il mondo”
Luois De Brouwer, consulente dell’ ONU-UNESCO.

Nelle manifestazioni dello sciopero generale dello scorso 19 marzo in Francia, il manifesto principale recitava: “Il popolo prima dei banchieri”. Negli Stati Uniti, la furia popolare si è scatenata fino al punto di consigliare ai dirigenti bancari e dell’ AIG di non uscire per strada con nulla che possa identificarli. In Inghilterra si è anche scatenata la caccia al banchiere: Fred Goodwin, consigliere delegato della Royal Bank of Scotland, si trova in un domicilio sconosciuto, dopo essere stato minacciato. Il popolo, impoverito ed arrabbiato, comincia ad identificare il nemico.

I cittadini assistono stupefatti allo spettacolo di qualche governante che consuma fondi pubblici per salvare una banca che non risponde di fronte a loro, nè di fronte a nessuno, sul destino del denaro che ricevono; dei governanti che sembrano impotenti o rassegnati di fronte a ciò. Il motivo di questa paralisi- sottomissione è perché, nella sua immensa maggioranza, sono messi lì da loro, che li coopta o finanzia le loro campagne elettorali (Sarkozy e Gordon Brown sono protetti dalla Banca Rostchild; e Obama è praticamente rapito da Wall Street); i pochi che restano sono strettamente “controllati”. Sono i governi, quindi, quelli che rispondono alle banche e non il contrario. D’altra parte, le banche centrali, teoricamente indipendenti, sono, in realtà, tentacoli del clan bancario per consolidare il loro potere mondiale, e non rispondono a nessuno nè sono eletti democraticamente (l’analista messicano Alfredo Jalife Rhame si riferisce a loro come “la dittatura centralbancaria”)

Non esiste nelle costituzioni nè nei programmi elettorali dei paesi con un’ economia di mercato nessuna legge o principio che dica che qualsiasi azienda privata può fallire con eccezione delle grandi banche, dato che- qualsiasi cosa abbiano fatto- “sono troppo importanti per farli cadere”. Una dichiarazione simile supporrebbe un’arbitrarietà ed una vulnerabilità delle regole di questa economia di mercato, salvo che si considerassero le banche riscattate come aziende semi-pubbliche, sotto controllo, quindi, dello Stato; ma nel neoliberismo la nazionalizzazione della banca è, per principio, esclusa. Ma lo slogan- non dichiarato- “prima la banca” è stato una regola d’oro dietro il comportamento di tutti i governi occidentali che saccheggiano senza pudore i fondi pubblici (non dovrebbero essere perseguiti per appropriazione indebita?) come se il salvataggio delle banche private costituisse una priorità sopra qualsiasi altro problema economico o sociale. Le reticenze per salvare la General Motors, azienda emblematica dell’ industria statunitense, contrastano con l’aiuto immediato e incondizionato ricevuto da Citibank, esempio perfetto di banster (banca gangster). Questo ingiusto salvataggio dei carnefici con denaro delle vittime, lasciando queste nel più completo abbandono, non ha precedenti nella storia delle moderne democrazie e svela che i governi neoliberali sono semplici strumenti di una, fino ad ora, camuffata, dittatura dei Banchieri (con maiuscola per riferirci alla grande banca, dato che la piccola viene assorbita da questa).

Il credito bancario accessibile è fondamentale per il funzionamento dell’economia produttiva capitalista. Il suo taglio brusco e prolungato- e l’inoperatività dei governi- sta lasciando migliaia piccole e medie aziende fallite e milioni di lavoratori disoccupati. Quando, dopo un lungo riscatto- la Banca d’ Inghilterra prevede una decade di risacca bancaria- il flusso tornerà, saranno sariti molti di quelli che ne avevano bisogno ed i danni economici e sociali saranno saranno sostanziali e irreversibili. La recente riunione del G-20 che, presidiata da coloro che hanno creato la crisi (la volpe che protegge le galline!) si auto arroga la rappresentazione del pianeta, mantiene il principio “prima la banca” tra le altre misure per, previo trucco, rivitalizzare il sistema e impoverire ulteriormente il popolo. Come Lyndon Larouche dice, le ricette del G-20 “finiscono con il paziente”. Tutto questo giustifica il qualificato Juan Torres Lopez di “ crimine contro l’umanità” applicato a questa politica.

Un po' di storia.

Il titolo di questo articolo corrisponde a dichiarazioni fatte più di un decennio fa. Però, nonostante il fallimento di Lehaman Brothers (piuttosto una strategica “demolizione controllata”) e l’assorbimento di Merrill Lynch, non ha perso nulla: il clan dei grandi banchieri continua ad essere, basicamente, lo stesso; e l' oscura setta Bildelberg pguidata da loro, viene segnalata come “governo mondiale nell’ombra”. Recentemente Daniel Kaufman e Simon Johnson, ex economisti rispettivamente della Banca Mondiale e dell’ FMI, denunciavano un “colpo di Stato” della banca statunitense, che nell’ ultimo decennio ha corrotto i politici perché evitassero qualsiasi regolamentazione o controllo delle loro attività, favorendo l’apparizione di bolle speculative. Ma la storia di questo “golpe” viene da molto lontano.

Bisogna ritornare alla nascita della FED nel 1913, un' associazione di banche private che riesce ad avere il regime di importanti monopoli che erano prerogativa dello Stato. In precedenza, nel XIX secolo, la famiglia europea dei Rotschild era sbarcata negli USA per associarsi con John Rockefeller I e formare una potente lobby di grandi banchieri e industriali del paese. A inizio del XX secolo questo clan aveva installato lì diverse succursali di quello che chiamarono la Federal Reserve Banks (conosciuta come la FED), una associazione di banche private con una tale capacità di far pressione che in quell’anno ottenne l’autorizzazione del presidente Woodrow Wilson l’autorizzazione per emettere in esclusiva carta moneta con garanzia dello Stato e gestire ogni tipo d’interessi. Si dice che ogni presidente che ha cercato di cambiare questa insolita situazione è morto nell’intento. Quando, dopo la seconda guerra mondiale il dollaro sostituì l’oro diventando la moneta–standard, il potere economico- finanziario di questo gruppo di banchieri privati si espande a livello internazionale. Questo potere si moltiplica fino a diventare nella cima del potere capitalista mondiale quando, a partire dalla crisi degli anni '70, l’economia finanziaria si liberalizza (consenso di Washington) e il capitale finanziario passa a dominare tutta l’economia produttiva.

Come accennato in un altro lavoro, ogni potere economico finisce per convertirsi in un potere politico. In stretta alleanza con il potente complesso industriale-militare, la FED, in effetti, ha finito per controllare la politica interna ed estera della potenza più grande del mondo: gli Stati Uniti d’America. Già nel XIX secolo lo prediceva, con profetica lucidità, uno dei padri della patria nordamericana, Thomas Jefferson, quando, alla vista degli intrighi dei banchieri, avvisava: “Penso che le istituzioni bancarie siano più pericolose per le nostre libertà che interi eserciti pronti a combattere. Se il popolo americano permetterà un giorno che le banche private controllino la loro moneta, le banche e tutte le istituzioni che nasceranno intorno ad essi priveranno le persone di ogni possedimento, prima per mezzo dell’inflazione, seguita dalla recessione, fino al giorno in cui i loro figli si sveglieranno senza casa e senza un tetto sulla terra che i loro padri conquistarono”. Siamo in questa situazione: milioni di statunitensi dormono in tende o nelle macchine nelle lontananze dalle grandi città.

Per disarmare la dittatura

Come se si trattasse di un anti-Robin Hood, il G-20 cerca, con le sue ricette, di perpetuare la suzione criminale della ricchezza dal basso verso l'alto; cioè, rubare ai poveri per aiutare i ricchi. Questo finirà per portarci, come dicono alcuni analisti, ad una situazione neofeudale: tutti i diritti e tutto il potere economico concentrato in poche mani che sottomettono alla servitù all’immensa maggioranza della umanità. Credono di poter affogare la prevedibile ribellione con tecniche sofisticate di controllo sociale ed eliminando una buona parte di essa con un “caos controllato”. Di fronte a questi nuovi signori feudali- i quali, come quelli del Medio Evo, sono anche “signori della guerra”- portino a fine i loro criminosi propositi e consolidino la loro dittatura, dobbiamo far cadere i pilastri su cui il loro potere si basa.
Questi pilastri sono cinque: l' eradicazione delle banche pubbliche, la rete delle banche centrali pseudo-indipendenti, i paradisi fiscali, lo standard del dollaro e, in ultima istanza, il potere militare.

Cominciamo con quelli più problematici: i paradisi fiscali sono stati oggetto di una condanna formale durante l’ultimo summit del G-20, ma, nella pratica, continueranno a funzionare nei centri del potere finanziario, gli Stati Uniti ed l' Inghilterra. Ma, la coscienza del suo carattere criminale si estende nel mondo e, se persistiamo nella sua denuncia, sarà sempre più difficile continuare ad operare con essi. Per quanto riguarda il dollaro, attraversa anche una profonda crisi (la Cina allarmata ha chiesto di sostituirlo con “diritti speciali di prelevamento”, dell’ FMI al G-20) e, alla lunga, il suo ruolo è insostenibile per la mancanza di copertura e la proliferazione delle monete regionali o altri mezzi di scambio. Alcuni analisti- come il citato Jalife Rhame- pensano che la banca “anglosassone–israeliana” scatenerebbe una terza guerra mondiale se vedesse l’egemonia del dollaro direttamente minacciata. Tuttavia, questo era inevitabile, con la disumana mentalità di questi banchieri-guerrieri. Come dice Danielle Bleitrach, commentando un lavoro di Remy Herrera sul giornale Afrique-Asie “le dimensioni economiche e militari della crisi sono strettamente legate: la guerra aggrava gli squilibri dell’economia statunitense che l' alta finanza cerca di compensare attraverso il saccheggio e la guerra perpetua…..”

Più fattibile, in modo immediato, sarebbe un’offensiva contro gli altri due pilastri, a partire con la rivendicazione di una banca pubblica senza scopo di lucro e democraticamente controllata. Come dicevamo inizialmente, la consapevolezza della responsabilità della banca privata rispetto alla grave crisi che attraversiamo si estende in tutti i paesi occidentali. L’indignazione non è circoscritta solo alle classi popolari ma anche ai piccoli e medi imprenditori, vittime dirette del taglio del credito. Anche se, prevedibilmente, i governanti presenteranno una tenace resistenza, non potrebbero mantenerla per molto tempo, dato che, man mano che aumenta la penuria, la pressione sociale li sopraffarebbe: si tratta semplicemente di esigere che il denaro delle nostre tasse venga in nostro aiuto e non in quello delle odiate banche. Si tratta, come dice Micheal Husson, di rivendicare il credito come un servizio pubblico. Il raggiungimento di questo obiettivo- per il quale bisognerebbe organizzare e mettere in azione tutte le forme di mobilitazione cittadina- sarebbe un siluro alla linea di galleggiamento della dittatura dei Banchieri. Faciliterebbe, inoltre, l’offensiva contro le banche centrali “indipendenti”, con le quali una banca nazionalizzata diventerebbe incompatibile; e, più tardi, contro i paradisi fiscali e le spese militari. Nell' UE questa mobilizzazione dovrebbe farsi su due fronti, quello nazionale e quello europeo; per tentare un coordinamento dopo con gli USA, dove l’indignazione cittadina è maggiore.

Recentemente l’ex congressista ed ex candidato presidenziale Ron Paul, uno dei pochi politici statunitensi che si è pronunciato per la chiusura della FED, affermando che è un' organizzazione segreta istituzionale: “Ci avviciniamo non ad un fascismo hitleriano, ma ad un altro di apparenza molto più soft, che si manifesta con la perdita graduale delle libertà civili, dove le corporazioni dirigono il tutto….ed il governo è nello stesso letto con il grande denaro”. Ha mancato di sottolineare una somiglianza con l'hitleriano: una fiducia cieca nella sua tenebrosa “agenda occulta”, questo neo-fascismo sogna anche con un impero che dura da mille anni. Ma come quello- e come tutti gli imperi- ci porterà, se non lo disarmiamo, ad uno scenario di barbarie e di distruzione.

Fonte: http://www.rebelion.org/noticia.php?id=94518&titular=la-dictadura-de-los-banqueros-

Traduzione perVoci Dalla Strada di VANESA

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Ron Paul: Governo Mondiale & Banche Centrali
CLEARSTREAM: La Scatola Nera Delle Banche

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